43 a.C.
Aveva avuto diverse giornate brutte. Giornate che, ripensandoci, avrebbe chiamato le peggiori della sua vita.
La prima era stata quando quegli uomini si erano presentati a casa sua, armati e bramosi di vendetta.
La seconda quando aveva ritrovato sua sorella, e non aveva potuto fare nulla per salvarla.
La terza quando lo avevano picchiato e incatenato e umiliato.
Ma quella, quella in assoluto, era la giornata peggiore della sua vita.
Si chiese cos'avrebbe ricordato più intensamente di quel giorno. Quale sarebbe stata la nota dominante. Forse la sensazione del ferro intorno al collo, ai polsi e alle caviglie scorticate. Forse il freddo pungente che gli faceva accapponare la pelle, nuda eccezion fatta per un perizoma lercio. Forse la vergogna, l'impotenza, la rabbia che covava sotto le ceneri dell'odio.
Ma probabilmente sarebbero stati i loro sguardi, avidi e calcolatori. Sarebbero state le loro mani, implacabili e spietate. Mani che gli palpavano i bicipiti e gli sollevavano le labbra per controllargli i denti.
Vedeva le loro fronti aggrottarsi, gli sguardi farsi pensierosi, i palmi soppesare i sacchetti di monete tintinnanti. Sentiva le loro voci urlare le offerte per sovrastare la confusione.
Lui era lì, in piedi, mezzo nudo nel freddo dicembrino. Alle sue spalle, altri sventurati come lui. Uomini e donne, vecchi e bambini. Per questi ultimi c'era poca concorrenza. Una o due mani alzate e se ne andavano con i loro nuovi padroni, occhi colmi di paura per i bambini, piedi stanchi e schiene incurvate per i vecchi.
Le ragazze e gli uomini in forma erano più contesi. Molte offerte, molti rilanci, molte imprecazioni e grida quando emergeva un vincitore contro il quale non si poteva competere.
Lui era lì in piedi da molto, e le offerte continuavano ad alzarsi. Erano soprattutto uomini, ma c'era anche una donna. Anche lei lo aveva esaminato. Aveva palpato i muscoli, gli aveva girato il volto da una parte all'altra. E poi aveva chiesto gli fosse tolto il perizoma, lo aveva osservato anche lì sotto e aveva sorriso compiaciuta.
Lui aveva osservato le sue labbra rosse e immaginato di strangolarla a mani nude. Sperava che fosse lei a comprarlo. Non l'avrebbe fatta tornare a casa viva.
Invece fu un uomo a vincerlo. La sua voce zittì tutti le altre, tanto spropositata era la somma che aveva offerto. Molti mugolarono scontenti, ma nessuno osò contestare l'affare. L'uomo venne avanti, il sacchetto di monete ben teso. Il mercante lo prese, controllò, poi gli tese la catena. L'uomo si incamminò e Bruto fu costretto a seguirlo.
Uscirono dalla ressa. A differenza di altri Romani, quell'uomo non aveva una portantina lussuosa su cui adagiarsi, lasciando ad altri schiavi il compito di tenerlo d'occhio. Doveva avere all'incirca quarantacinque anni. Aveva ricci precocemente ingrigiti e un corpo basso e tozzo, ma muscoloso. Una piccola palla di vecchi muscoli.
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Gentes
Historical Fiction16 gennaio 27 a.C. Nello stesso giorno in cui Ottaviano viene acclamato dal senato imperatore di Roma e assume il titolo di Augusto, due giovani convolano a nozze. Lei è Vistilia, primogenita della gens Vitellia, arricchitasi grazie alle guerre civ...