38. RABIRIO

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Terzo giorno prima delle None di marzo (5 marzo)

Immerso nella folla festante, Rabirio si sentiva invisibile.

E gli piaceva.

Era così strano... Lo aveva sempre infastidito non essere al centro dell'attenzione, non essere l'oggetto di occhiate di desiderio e di invidia, non essere l'uomo con cui tutti volevano avere a che fare.

Ma ora l'anonimato era la cosa che desiderava di più al mondo. Essere uno dei tanti. In quel caso, uno dei tanti schiavi.

Claudilla non gli aveva ancora tolto la bulla. "Oggi sono tutti mascherati. Puoi continuare i suoi piccoli Saturnali per qualche altra ora" gli aveva detto, carezzandogli lascivamente il collare.

Rabirio aveva capito che le piaceva averlo in suo comando. Giocare a fare la padrona la eccitava. Ma lui ormai era ben oltre tutto ciò. Da quando aveva scoperto la verità, da quando aveva capito che sua zia era capace di uccidere a sangue freddo un uomo, suo marito, e mentire e recitare con tutti, persino con lui, tutto era cambiato. Non provava più alcuna pulsione nei suoi confronti, anzi, lo ripugnava e non riusciva nemmeno a ricordare cosa mai lo avesse attirato in lei. Era vecchia, per gli dèi! Come aveva potuto pensare che sua zia rappresentasse una tentazione più grande per lui rispetto a Vistilia o Menecratide o di una delle tante fanciulle che aveva avuto nella sua vita?

Avrebbe voluto tenersi alla larga da lei, ma non poteva. Non poteva farle capire che sapeva. Chissà cos'avrebbe fatto in quel caso. Rabirio non dubitava che, spietata come aveva dimostrato di essere, avrebbe potuto liquidare anche lui. Metterlo a tacere per sempre. Consegnarlo a Settimia perché terminasse il lavoro che aveva iniziato.

Magari l'aveva già avvisata. Magari, insieme alle lettere che annunciavano la morte di Decio Emilio, un'altra aveva già raggiunto la perfida matrona. Una che svelava il suo più grande segreto.

Era per lui diventato imperativo andarsene. Claudilla non gli aveva più chiesto quali fossero i suoi piani. Prima che suo marito "cadesse nella vasca", avevano deciso che Rabirio sarebbe partito per la Grecia non appena il porto fosse stato inaugurato. Ma questo solo perché Decio Emilio rappresentava un pericolo immediato. Forse ora Claudilla credeva che il nipote sarebbe rimasto con lei. Forse per questo non gli toglieva la bulla, per giocare ancora un po' con lui, come il gatto col topo.

Ma Rabirio aveva già deciso tutto. Sarebbe andato alla festa del Navigium Isidis, sarebbe tornato a casa fingendo di non voler partire; avrebbe atteso la notte per prendere la chiave della bulla che Claudilla portava sempre al collo, avrebbe preso suo cugino e sarebbero scappati versi una nuova vita.

Semplice semplice. Nulla doveva andare storto.

Valerio era stato una complicazione ma, in effetti, averlo accanto avrebbe potuto aiutarlo ad affrontare meglio quel grande cambiamento. Ma aveva un'altra ragione di portarlo con sé: così lo avrebbe tenuto d'occhio. Voleva bene a quel suo strambo cugino, ma si fidava abbastanza da lasciarlo in Italia, ora che sapeva la verità?

C'era un altro aspetto da valutare, poi. Claudilla sarebbe rimasta, e anche lei sapeva. Rabirio non era affatto sicuro che avrebbe mantenuto il segreto, anzi. Se si fosse adirata per la sua fuga avrebbe potuto raccontarlo ai quattro venti. Così Settimia sarebbe tornata alla carica e forse, prima o poi, lo avrebbe preso.

L'unica soluzione era cambiare la propria destinazione. Non sarebbe più andato in Grecia, come aveva annunciato a tutti. Avrebbe preso la prima nave disponibile quella notte al minor prezzo e sarebbe andato ovunque il mare lo avesse condotto.

Ora l'unica cosa che doveva fare era evitare di insospettire sua zia, stretta a lui nella folla. Era consuetudine che uomini e donne si travestissero, durante il Navigium Isidis. Sua zia si era travestita da cacciatore, con tanto di arco e faretra sulle spalle. Quella mattina, quando lo aveva chiamato per essere rimirata, Rabirio aveva dovuto trattenere un brivido, pensando che Claudilla era davvero una cacciatrice. Puntava la preda, studiava le sue mosse e poi la eliminava.

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