Quinto giorno prima delle None di marzo (4 marzo)
Avrebbe voluto scendere dal carro con un allegro saltello o un sinuoso movimento simile a un drappo di seta che viene calato dall'alto su una graziosa fanciulla. Invece le gambe irrigidite dal freddo sembravano tronchi di legno e le ginocchia scricchiolarono quando goffamente e con la cautela di un ottantenne smontò dal mezzo.
Mazio, che aveva guidato personalmente il carro, scese con molta più agilità.
«Ripetimi perché non abbiamo viaggiato in una comoda carruca» borbottò Valerio, cercando di riabituarsi a una statura eretta.
«Pensavo che sua signoria avrebbe gradito il panorama.»
Oh, l'avrei gradito anche in un carro coperto, con un Adone ispanico come te accanto. «Sua signoria preferisce comodità e calore ad alberi, cespugli e un cielo talmente grigio che sembra che gli dèi stamattina abbiano dimenticato i colori nella fretta di far sorgere un nuovo giorno. Non mi sento più le gambe.»
«Abbiamo viaggiato solo per qualche ora.»
«Quanto basta per distruggermi la schiena.» Valerio inclinò il capo a destra e a sinistra, poi sussultò. «Hai sentito? Era il mio collo.»
Mazio lo ignorò, gli occhi puntati sulla villa che sorgeva dinanzi a loro, davanti alla quale era assiepato un capannello di persone che indossavano abiti scuri e veli. «Questa è la casa di vostra zia?»
Valerio si massaggiò il collo. Avrebbe potuto ordinare a Mazio di farlo al posto suo. In fondo, era uno schiavo. Ma sapeva quale sarebbe stato il risultato. L'ispanico non obbediva a lui, bensì a suo nonno.
«Beh, "zia"... è la sorella della moglie del fratello di mio padre. Non credo che ciò faccia di lei mia zia. Le nostre famiglie non si sono frequentate molto, quasi non la conosco.»
«Ma siete qui.»
«Qualsiasi distrazione è benvenuta, quando sei condannato a morte. O a vita, a essere ottimisti.»
Valerio ruotò il busto, sollevò le ginocchia, mulinò le braccia nel vento e poi, finalmente rigenerato, marciò verso la villa.
Bene, che cosa so di questi lontani parenti? Claudilla è la sorella minore di mia zia Claudia, hanno una decina d'anni di differenza. Ha sposato un buono a nulla appartenente a un ramo imbelle della gens Emilia. Un buono a nulla che però negli anni ha messo su un fiorente commercio di murene, arricchendosi tanto da far gola ai Claudi. Poi la sua buona stella non ha fatto che brillare ancor più luminosa, quando è stato scelto come viceprefetto d'Egitto. Ha sedato una ribellione di cui si è parlato anche a Roma, quella contro un esercito di amazzoni nubiane, e poi è tornato a casa. Ah, e poi è morto.
Valerio entrò nelle fauces spalancate, scoprendo che la confusione anticipata dal gruppetto di funerei soggetti all'esterno della villa era molto più notevole all'interno. C'era gente ovunque e lui non riconobbe nemmeno una faccia. Dovevano essere tutti Miseniensi, amici e clienti di Decio Emilio e amiche di Claudilla. Di certo, con così breve preavviso, non erano potuti venire i parenti e gli amici da Roma e dintorni. Decio Emilio era morto tre giorni prima e Valerio sarebbe stato l'unico della sua famiglia a partecipare alle esequie.
La lettera era giunta alla villa di Baia due giorni prima, annunciando quando si sarebbe tenuto il funus. Era molto generica, segno che Claudilla non sapeva se ci fosse qualche residente nella villa o se fosse vuota come sempre nei mesi invernali. Ma aveva avuto fortuna: Valerio c'era, e avrebbe colto il pretesto di porgere i suoi omaggi al morto e alla vedova per evadere un po' dalla claustrofobica situazione che si era creata a Baia.

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Gentes
أدب تاريخي16 gennaio 27 a.C. Nello stesso giorno in cui Ottaviano viene acclamato dal senato imperatore di Roma e assume il titolo di Augusto, due giovani convolano a nozze. Lei è Vistilia, primogenita della gens Vitellia, arricchitasi grazie alle guerre civ...