28 a.C.
Li osservava entrambi, seduti sul triclinio. Claudia era impallidita, Romilio invece sembrava perfettamente calmo e padrone di sé.
«Rabirio non ha nulla a che fare con questa deplorevole vicenda» asserì l'uomo.
Claudia si affrettò ad annuire, la testa che faceva su e giù come una bambola ripiena di sabbia. «Non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere! Non avrebbe mai infranto in tal modo le leggi dell'ospitalità di amici tanto cari.»
«Rabirio è il partito più desiderato d'Italia» rincarò Romilio. «Vi posso assicurare che non gli mancano simili... distrazioni. Non avrebbe avuto bisogno di recare onta a vostra figlia.»
Settimia sedeva immobile e fumava ira da ogni poro. Quella notte era accaduta una disgrazia indicibile, ciò che aveva sempre sperato non accadesse alle sue figlie. A lei. Si era tenuta al riparo da un tale rischio per tutta la sua vita e ora arrivava quel bastardo viziato e rovinava tutto, tutti i suoi piani, tutte le sue ambizioni!
Vistilia le aveva riferito ogni cosa. Di aver visto Rabirio che sopraffaceva Vipsana nel cubiculum di lei; della sua fuga ignominiosa; dello sconvolgimento di Vipsana. Settimia aveva abbandonato il banchetto ed era corsa a cercare la figlia minore, trovandola ancora seminuda sul letto sporco dell'onore perduto. L'aveva schiaffeggiata con forza ed entrambe le sue figlie erano sussultate. Poi l'aveva afferrata per le spalle e aveva sibilato: "Che cosa hai fatto?"
E quando Vipsana aveva iniziato a bofonchiare di amore, Settimia non ci aveva visto più. L'aveva afferrata per i capelli e le aveva spinto il volto nel sangue che - a quanto pareva - aveva versato volontariamente. Vipsana aveva iniziato a urlare e dibattersi, ma Settimia l'aveva tenuta inchiodata lì, urlandole i peggiori insulti, tutti quelli che una sgualdrina come lei meritava. Vistilia era rimasta impietrita sulla soglia, perché neanche per un secondo aveva pensato che sua sorella avesse desiderato - e magari incoraggiato - quanto era successo. La sua mente innocente non poteva arrivare a concepire simili, disgustose malignità. Ma Settimia non ci era cascata neanche per un istante. Sapeva come ragionava la testa di Vipsana, perché era la sua stessa testa. Settimia era stata come sua figlia, tanto tempo prima, ma si era salvata in tempo.
Dopo averla lasciata andare, aveva sibilato che avrebbe fatto esattamente ciò che lei avesse deciso. Vipsana aveva annuito, spaventata e rannicchiata in un angolo.
Settimia si era appoggiata alla parete, ansimante, furibonda. Poi aveva detto: "Questo è ciò che è accaduto. Rabirio si è introdotto con la forza nel cubiculum di Vipsana e le ha usato violenza. Vipsana non lo ha indotto in alcun modo a metterle le mani addosso, anzi ha cercato di difendersi, ha gridato e ha attirato l'attenzione di Vistilia, che è arrivata correndo. Ha visto Rabirio sopra la sorella e ha urlato, mettendolo in allarme e costringendolo alla fuga. Ripetete ciò che ho detto."
Vistilia prima e Vipsana poi dovettero ripetere quella storia e solo allora Settimia si dichiarò soddisfatta.
"Ora riferirò questo fatto increscioso a vostro padre e domani andremo tutti a casa Romilia. Dovrete ripetere esattamente queste parole, quindi passerete la notte a impararvele a memoria. Non tollererò sorprese, domani."
Aveva preso le coperte insanguinate e le aveva riposte in uno sgabuzzino. Quindi era tornata al banchetto e aveva dichiarato a gran voce che, a causa di un grave incidente occorso a una delle sue figlie, era costretta a interrompere la festa. I Romili se ne erano andati con grandi complimenti e Settimia non aveva potuto fare a meno di notare che Rabirio non era tra loro.
Quando anche l'ultimo ospite se ne fu andato, lei aveva affrontato Vitellio, lasciandolo pallido e sconvolto.
"La mia bambina!" era stata la sua prima reazione. "Come sta?"
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Gentes
Historical Fiction16 gennaio 27 a.C. Nello stesso giorno in cui Ottaviano viene acclamato dal senato imperatore di Roma e assume il titolo di Augusto, due giovani convolano a nozze. Lei è Vistilia, primogenita della gens Vitellia, arricchitasi grazie alle guerre civ...