Strinsi i capelli tra le mani, sentendo il peso del fallimento schiacciarmi lentamente. Mentre la sua figura spariva all'orizzonte, una consapevolezza dolorosa si fece strada dentro di me: la stavo perdendo. E in quel momento, capii che dovevo fare qualcosa. Dovevo agire. Non potevo lasciare che tutto scivolasse via senza nemmeno tentare di rimediare. Aveva ragione lei: dovevo almeno provarci.
Con un respiro profondo, salii le scale verso la mia stanza, i passi lenti e pesanti come se il mio corpo fosse intrappolato in una morsa di dubbi e incertezze. Una parte di me sapeva già cosa dovevo fare, ma adesso non ero abbastanza lucido per metterlo in atto. Avevo bisogno di tempo, di un momento per riflettere, per trovare la calma che mi mancava. Il mattino seguente, pensai, avrei saputo organizzare meglio il piano che mi stava già prendendo forma nella mente. Sì, avrei sistemato ogni cosa.
Chiusi la porta alle mie spalle, cercando di lasciar fuori il caos dei pensieri e delle emozioni che mi tormentavano. Mi tolsi la maglietta, lasciando cadere il tessuto a terra, e indossai solo un pantalone grigio della tuta, rimanendo a petto nudo. Mi sdraiai sul letto, ma il sonno sembrava un'illusione lontana. Ogni volta che chiudevo gli occhi, vedevo il suo viso, sentivo il suo dolore.
E poi, quel suono. Il suo pianto. Lo sentivo distintamente, come se provenisse da dentro di me, da un punto così profondo che non riuscivo a raggiungere. Era straziante, un dolore che mi lacerava l'anima. Non potevo sopportare l'idea di essere io la causa delle sue lacrime, eppure... eppure, la verità era lì, chiara come il giorno.
E se non fossi quello giusto per lei? La domanda si insinuò nella mia mente come un veleno, facendo affiorare dubbi che fino a quel momento avevo cercato di ignorare. Se la facessi solo soffrire? Se tutto quello che pensavo di darle fosse solo un'illusione, una promessa vuota che non ero capace di mantenere? Le sue lacrime erano la prova vivente che qualcosa, dentro di me, non funzionava. Che forse non ero abbastanza per lei.
Mi girai sul letto, stringendo il cuscino con forza, come se potesse in qualche modo assorbire il mio tormento. Ma non bastava. Nulla sembrava abbastanza.
La mattina seguente mi svegliai di soprassalto, il suono assordante della sveglia riempì la stanza e mi fece aprire gli occhi a fatica. Erano appena le otto del mattino, troppo presto per il mio stato mentale confuso e agitato, ma non avevo altra scelta. Mi alzai dal letto, il corpo ancora appesantito dalla stanchezza e dalla mancanza di sonno. Entrai in bagno, mi gettai dell'acqua fredda sul viso nella speranza che potesse svegliarmi del tutto, almeno mentalmente.
Una volta uscito, scesi le scale con passo lento e pesante, la mente già in tumulto per quello che mi aspettava. Non avevo idea di come avrei potuto affrontare Sofia dopo tutto quello che era successo, ma sapevo che dovevo provarci. Dovevo rimediare in qualche modo.
Arrivai in cucina e la vidi lì, seduta al tavolo con il viso illuminato dallo schermo del telefono, intenta a scorrere distrattamente la home di Instagram. La tazza di caffè fumante tra le sue mani tremava leggermente, come se il suo corpo riflettesse la tempesta interiore che stava attraversando. Feci un respiro profondo, cercando di trovare il coraggio per parlare.
"Buongiorno," mormorai, la voce incerta, quasi sperando di non essere stato sentito.
Sofia alzò lo sguardo per un istante, i suoi occhi si fissarono nei miei e, in quel breve attimo, lessi tutto il disprezzo e la frustrazione che provava per me. Mi fulminò con lo sguardo, senza dire una parola. Tornò immediatamente al suo telefono, ignorandomi completamente.
La tensione nella stanza era palpabile, pesante come un macigno che premeva su di me. Era infuriata, e ne aveva tutte le ragioni. Avevo giocato con i suoi sentimenti, l'avevo ferita. E ora ero lì, incapace di trovare le parole giuste per rimediare. Il silenzio tra noi era assordante, ma non era solo il silenzio delle parole non dette. Era il silenzio del dolore, della delusione, e di tutto quello che avevo rovinato con la mia arroganza.
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...