Guardai Alex mentre parlava al telefono, la sua voce era dura, le parole serrate in una frustrazione palpabile. Non riuscivo a capire cosa stesse dicendo, ma era evidente che qualcosa lo aveva fatto infuriare. Sentii una goccia di sangue scivolare lungo il viso, frutto di quel colpo che mi aveva dato prima. Il dolore pulsava, ma cercai di non pensarci.
Poco dopo, Alex tornò verso di me con passi rapidi e decisi. Senza dire una parola, si chinò e iniziò a sciogliermi i nodi che mi tenevano legata. "Dobbiamo andare via. Hanno scoperto dove ci troviamo," disse con un tono urgente, stringendomi il braccio in una presa tanto forte da farmi male.
Mi trascinò fuori, spingendomi con forza verso l'auto. Non ebbi il tempo di reagire; sentii un fazzoletto coprirmi la bocca, e l'odore pungente mi fece perdere i sensi, trascinandomi di nuovo in quell'oscurità inquietante.Aprii lentamente gli occhi e mi resi conto di essere legata a un letto. Le braccia erano unite e fissate con una cinghia alla testiera. Tentai di muovermi, ma i miei sforzi erano inutili.
"È inutile provarci, anche noi ci abbiamo tentato," sentii una voce di donna. Sollevai il capo, cercando di capire da dove provenisse. Poco distante da me c'era una donna dai capelli castani e occhi verdi. Quando i nostri sguardi si incrociarono, lei si avvicinò lentamente e mi prese il viso tra le mani, con una dolcezza che non riuscivo a comprendere. Poi, con delicatezza, afferrò il mio braccio, osservandolo attentamente."H-ha la voglia, tesoro..." disse rivolta a un uomo accanto a lei, che aveva capelli scuri e una barba folta.
"Cosa?" rispose l'uomo avvicinandosi di scatto, facendomi sussultare.
"Di cosa state parlando? Chi siete voi?" chiesi confusa. La donna portò una mano alle labbra, trattenendo a stento le lacrime.
"È lei... è la nostra bambina." Sgranai gli occhi, cercando di processare quelle parole. Lei alzò il braccio, rivelando la stessa piccola macchia chiara che avevo anche io sul polso.
"Non riesco a capire..."
"Come ti chiami?" chiese la donna con voce tremante.
"Sofia Garcia."
"Il tuo secondo nome è Luna?" domandò l'uomo, e io annuii.
In quell'istante, lei mi strinse forte, le lacrime ormai scorrendo liberamente sui nostri volti. Un nodo si sciolse nel mio cuore: avevo ritrovato i miei genitori.
"S-siete voi?" balbettai, incapace di trattenere le lacrime.
"Sì, amore mio. Pensavamo fossi morta," rispose mia madre, riempiendomi di baci. Ci stringemmo forte, senza smettere di piangere.
Sentimmo la porta aprirsi con un colpo secco, e Alex comparve sulla soglia, il suo sguardo gelido fisso su di noi.
"Bene, vedo che avete fatto le presentazioni," disse con un ghigno beffardo. "Ti lascerò andare, ma loro rimarranno qui. D'ora in poi, farai esattamente ciò che ti dirò, altrimenti accadrà qualcosa di spiacevole." La minaccia nella sua voce era palpabile. "Ti manderò dei messaggi con le istruzioni, e tu le seguirai. È chiaro?"
Non osai rispondere, annuii semplicemente, cercando di non tradire la paura che sentivo. Volevo solo uscire da quel posto e riportare la normalità nella mia vita, ma il peso di quella minaccia mi teneva prigioniera anche fuori da quelle mura. Mi liberò i polsi e mi afferrò per un braccio, trascinandomi via lontano da loro. Mentre venivo portata fuori, i loro volti rimasero impressi nella mia mente: lo stupore, l'incredulità di rivedermi dopo tanti anni. Sembravano sinceri, ignari del mio abbandono. Forse avevano davvero creduto che fossi morta. Pensai a mia "nonna", colei che mi aveva detto che i miei genitori erano morti, non scomparsi. Chi era davvero? E perché mi aveva mentito?Arrivati all'esterno, Alex mi fissò con uno sguardo che non ammetteva repliche. "Sparisci da qui. Io saprò di ogni tuo passo falso. Ti tengo d'occhio." sibilò. Annuii senza fiatare, e appena mi lasciò andare, iniziai a correre. Ogni passo era carico della paura che potesse cambiare idea e inseguirmi. Ma continuai a correre, desiderando solo mettere quanta più distanza possibile tra me e quell'incubo, con la mente ancora turbata da troppe domande senza risposta...
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...