Mi staccai lentamente da lui, il corpo ancora tremante, mentre cercavo di coprire la mia nudità con i vestiti sparsi per la stanza. Ogni movimento era come una scossa elettrica lungo la pelle, e ogni fibra del mio corpo sembrava ancora intrappolata nel terrore di quei minuti che avrebbero potuto cambiarmi per sempre. La mente, però, continuava a viaggiare indietro a quel momento, a ripetere in un ciclo infinito quella paura soffocante.
Non so cosa sarebbe successo se Gabriel non fosse arrivato in tempo.
Il pensiero mi fece venire i brividi, tanto violenti che dovetti afferrare il bordo del letto per rimanere in equilibrio. Respirai a fondo, cercando di cacciare via la sensazione delle sue mani disgustose sulla mia pelle, quel senso di impotenza assoluta. Un groppo mi serrò la gola, ma non potevo crollare. Non adesso. Così mi infilai di corsa nel bagno e chiusi la porta dietro di me, sperando che quella sottile barriera potesse tenermi al sicuro da tutto ciò che era successo.Mi bloccai davanti allo specchio. Quella riflessa non ero io. Gli occhi spalancati e sgranati, le guance rigate da lacrime ormai asciutte, i capelli scompigliati e appiccicati al volto... ma ciò che mi fece più male vedere furono i segni che lui mi aveva lasciato. I contorni violacei delle sue dita incisi sul mio collo, quasi volessero ricordarmi come aveva cercato di schiacciarmi, di zittirmi. I polsi segnati dalle sue mani che mi trattenevano con una forza bruta, le ginocchia graffiate per aver lottato, per aver cercato di liberarmi...
Sfilai piano il maglione, trattenendo un gemito per il dolore che quel semplice gesto mi causava. Sotto, la mia pelle era un campo di battaglia. Lividi scuri lungo le braccia, piccole abrasioni sulle cosce. Scossi la testa, incapace di accettare che tutto questo fosse reale, che il mio corpo fosse diventato un campo minato di ricordi. Un singhiozzo mi sfuggì dalle labbra.
Poi sentii un movimento dietro di me, il rumore ovattato dei suoi passi. Sussultai appena le mani di Gabriel mi sfiorarono le spalle con una delicatezza tale che il contrasto con la violenza di prima mi fece quasi male. Non riuscii a guardarlo negli occhi, troppo terrorizzata dall'idea che potesse vedere quanto mi sentivo distrutta.
"Sofia..."sussurrò piano, il suo tono così pieno di paura e rabbia impotente che mi trafisse come un coltello. "Mi dispiace... Dio, quanto mi dispiace..."
Mi girai lentamente verso di lui, lasciando cadere il maglione a terra. Le lacrime che avevo cercato di soffocare esplosero con una violenza tale da farmi piegare le spalle. La sua espressione cambiò: dolore puro, mescolato a una disperazione che rifletteva la mia. Senza dire una parola, Gabriel mi tirò a sé, le sue braccia strette attorno al mio corpo tremante, quasi volesse farmi scudo contro il mondo intero. Mi strinsi a lui, afferrando la sua camicia con dita tremanti, come se solo così potessi ancora ancorarmi a qualcosa di reale.
"Non... non riuscivo a respirare, Gabriel..." singhiozzai contro il suo petto, i suoi battiti cardiaci forti e regolari l'unica cosa che mi impediva di perdere completamente il controllo. "Avevo paura... così tanta paura..."
"Shhh..." mi sussurrò con voce rotta, accarezzandomi piano la schiena. "Sei al sicuro ora. Ci sono io, amore mio. Nessuno ti farà più del male... nessuno."
Ma la verità era che la paura non se ne andava. Anche lì, tra le sue braccia, quel terrore muto continuava a scavare dentro di me, a ripetermi che avrei potuto perdere tutto in un attimo. Avrei potuto perdere me stessa. Mi sembrava di sentire ancora le sue mani su di me, il peso del suo corpo che mi schiacciava, il suo respiro sul collo...
"Perché..."riuscii a sussurrare, la voce spezzata. "Perché proprio a me?"Gabriel si irrigidì, e poi si chinò verso di me, le labbra che sfiorarono la mia fronte con un gesto così delicato da farmi sentire fragile come vetro. "Non lo so... non lo so, amore..."mormorò, con un dolore sordo nella voce. "Vorrei solo poter cancellare tutto... Vorrei... vorrei averlo ucciso con le mie mani."
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...