Arrivammo alla festa e parcheggiai sul vialetto di Theo. Rimasi due secondi in più nell'auto, cercando di riprendermi, mentre il cuore batteva forte. Mi sistemai i capelli, cercando di sembrare tranquilla. Quando mi toccava in quel modo mi faceva impazzire; riuscivo ancora a sentire le sue dita addosso, come se fossero rimaste impresse sulla mia pelle. Ogni passo verso la casa era accompagnato da un piacere sottile che attraversava tutto il corpo, ma cercai di controllarmi, concentrandomi su ogni singolo respiro, fino a quando non arrivai davanti alla porta d'ingresso e finalmente riuscii a calmarmi.
Bussammo alla porta, e ad aprirci fu la mamma di Theo. "Oh, cari, venite pure," disse con un sorriso caloroso, facendoci entrare e dandoci un bacio su entrambe le guance, il profumo dolce della sua fragranza riempì l'aria per un momento.
Dall'altro lato della stanza, intravidi Theo, bello come il sole. Indossava un completo nero impeccabile con un papillon perfettamente annodato e una camicia bianca che risaltava sotto la luce soffusa. I suoi riccioli erano più corti del solito, ordinati in un modo che faceva risaltare ancora di più i suoi occhi scuri. "Che bello, siete arrivati!" esclamò avvicinandosi a noi e stringendoci in un abbraccio forte e caloroso.
"Theo?!" La voce di Jason rimbombò nella stanza, catturando l'attenzione di tutti.
"Qualcuno mi desidera." disse Theo facendoci l'occhiolino con un sorriso divertito, mentre si allontanava con passo sicuro verso il richiamo.
Rimasi a guardarlo per un istante, ma la voce di Gabriel interruppe i miei pensieri. "Mi lady, vuole ballare?" disse con un sorriso affascinante, porgendomi la mano e inchinandosi leggermente, i suoi occhi brillavano di una luce divertita.
"Come potrei mai dire di no." risposi sorridendo, prendendogli la mano. Mi trascinò delicatamente verso la pista da ballo, le sue mani si posarono con naturalezza sui miei fianchi, stringendomi con una sicurezza che mi fece battere il cuore più forte.
Avvolsi le mie braccia attorno al suo collo, il profumo della sua colonia si mescolava all'atmosfera soffusa della sala, mentre i nostri corpi seguivano il ritmo della musica. "Sei uno spettacolo." sussurrò con dolcezza, chinandosi per baciarmi la punta del naso. Un gesto tenero che mi fece arricciare il viso in una smorfia divertita e affettuosa.
"Tu sei bellissimo." mormorai, sentendo il calore salire sulle guance. Coprii il mio viso imbarazzato contro l'incavo del suo collo, sentendo il calore rassicurante del suo corpo mentre mi stringeva a sé, proteggendomi dal mondo che ci circondava.Arrivò finalmente il momento del conto alla rovescia, e ci radunammo tutti fuori nel giardino, sotto un cielo limpido e pieno di stelle. Il padre di Theo stava finendo di sistemare il grande schermo, mentre l'eccitazione cresceva nell'aria.
"...5...4...3...2...1... BUON ANNO!!" urlammo tutti in coro, le nostre voci si persero nell'euforia del momento. Mi guardai intorno, osservando le coppie che si scambiavano baci affettuosi. Gabriel, senza esitazione, prese il mio viso tra le mani e unì le sue labbra alle mie in un bacio che mi fece dimenticare tutto il resto.
"Buon anno, amore mio." mormorai con un sorriso tra un bacio e l'altro, mentre lui mi guardava con quegli occhi che sembravano brillare più delle stelle.
"Buon anno Rapunzel." rispose, prima di approfondire il bacio, rendendolo più intenso e passionale. Mi lasciò senza fiato, e quando ci staccammo, cercai di riprendere fiato, il cuore che batteva all'impazzata. Con lo sguardo cercai Amanda, che si stava baciando appassionatamente con un ragazzo che probabilmente non conosceva nemmeno. Poco distante, vidi Theo e Jason baciarsi. Erano bellissimi insieme, una visione che irradiava felicità.
Feci un profondo respiro e, sentendo la stanchezza farsi strada, mi rivolsi a Gabriel. "Vogliamo andare a casa? Sono un po' stanca." dissi, accompagnando le parole con uno sbadiglio.
"Sì, amore, andiamo." rispose lui, sorridendomi affettuosamente. Salutammo tutti e decisi di lasciargli guidare questa volta, non avevo più energie. Ero stanca morta, ma serena.
Mentre eravamo per strada, il mio telefono vibrò per un messaggio di Marlene. Lo lessi e rivolsi lo sguardo a Gabriel. "Tua madre rimane a dormire con Grace da tua zia," gli dissi mentre le rispondevo velocemente.
"Buon per noi," disse lui con un sorriso malizioso, lanciandomi uno sguardo che lasciava intendere le sue intenzioni.
"Non ci pensare nemmeno, sono stanchissima. Mi hai prosciugata," risposi ridendo, facendo una smorfia divertita.
"Ti sbagli," disse Gabriel con un tono divertito e provocatorio, "ti sei lasciata prosciugare." Scossi la testa, sorridendo e facendogli un cenno di approvazione.
"Ok, ok, hai ragione," replicai, ridendo a mia volta, mentre il calore del momento ci avvolgeva.Arrivammo a casa e subito notai l'espressione tesa di Gabriel mentre fissava qualcosa attraverso il vetro del finestrino. Parcheggiò l'auto in fretta, con movimenti nervosi e veloci.
"Che c'è?" domandai, confusa e leggermente preoccupata, cercando di capire cosa avesse notato.
"Non lo so, ma tu rimani in macchina. Non muoverti." rispose con tono autoritario, senza staccare gli occhi dalla porta socchiusa. Il mio cuore accelerò. Erano forse entrati dei ladri? Lo vidi scendere dall'auto e dirigersi verso casa da solo. Ogni fibra del mio corpo mi urlava di rimanere al sicuro, ma la mia testardaggine prese il sopravvento. Non potevo stare lì a guardare. Scivolai fuori dall'auto e, cautamente, entrai in casa.
Mi guardai intorno, cercando di mantenere il respiro sotto controllo, ma il silenzio mi metteva i nervi a fior di pelle. Improvvisamente, sentii una mano fredda chiudersi sulla mia bocca e delle braccia forti stringermi dai fianchi. Cercai di urlare, ma il suono soffocato morì contro quella mano."Mmmmhh." tentai di gridare, disperata, mentre il terrore mi paralizzava. Senza pensarci, leccai la sua mano, cercando di liberarmi anche solo per un attimo. Funzionò: la presa si allentò leggermente.
"Gabriel!" urlai con tutta la forza che avevo in corpo, ma non ci fu tempo per altro. Sentii un dolore lancinante sulla fronte, un colpo secco. Mi aveva colpito con il retro della pistola. Panico puro invase il mio corpo. Cazzo, aveva una pistola.
Sconvolta e con il sangue che scendeva lungo la fronte, vidi Gabriel correre giù per le scale, anche lui armato. I nostri occhi si incontrarono per un breve istante, ma prima che potessi dire qualcosa, l'uomo mi puntò la pistola alla tempia. Le lacrime scesero copiose mentre il mio corpo tremava incontrollabilmente."Lasciala andare immediatamente," disse Gabriel, con la voce tesa e autoritaria, puntando la sua pistola contro l'aggressore.
"Tu abbassa quell'arma. Non vorrai di certo che le faccia saltare la testa, vero?" minacciò l'uomo con un sorriso malvagio, stringendo la presa su di me. Gabriel, con movimenti lenti, abbassò l'arma verso un mobile vicino, ma notai che il suo dito premeva qualcosa sotto di esso. Improvvisamente, un allarme assordante rimbombò in tutta la stanza. Il suono era così forte che il mio aggressore mi lasciò andare di colpo, coprendosi le orecchie. Ne approfittai per correre verso Gabriel, gettandomi tra le sue braccia, piangendo disperatamente."Amore, cosa ti ha fatto!" esclamò, guardandomi con preoccupazione mentre cercava di asciugarmi le lacrime e di esaminare la ferita sulla mia fronte. Quella donna aveva ragione, volevano davvero farmi del male.
"Perché non mi hai ascoltato?!" mi rimproverò, ma il tono tradiva più preoccupazione che rabbia.
"Scusa," singhiozzai, incapace di smettere di tremare.Chiuse a chiave la porta e mise la pistola nella cintura dei pantaloni, togliendosi la giacca nera e rimanendo in camicia bianca. Mi portò in bagno, e con movimenti delicati mi medicò la ferita alla fronte.
"Sicura di stare bene?" mi chiese, cercando i miei occhi per una risposta. Annuii, ma il mio corpo continuava a tremare.
"Amore, stai con me. Sei al sicuro adesso. Non ti farà più del male," mi rassicurò con una voce ferma, mentre prendeva il telefono e chiamava Manuel. Gli spiegò la situazione e gli chiese se potevamo passare la notte da lui.
"Dobbiamo andarcene immediatamente da qui," disse, facendomi alzare per preparare le valigie. Sentivo la sua urgenza e la paura crescere dentro di me, ma mi lasciai guidare dai suoi movimenti sicuri. Caricammo le valigie nel bagagliaio, e Gabriel si affrettò a guidare verso casa di Manuel.Arrivammo in fretta, e Manuel ci accolse con preoccupazione stampata sul volto. "Dai, entrate," disse velocemente, facendoci strada all'interno. Mi strinse a sé, in un gesto che cercava di trasmettermi conforto. "Stai bene?" mi chiese, ma io scossi la testa. Ero ancora sotto shock. L'immagine della pistola puntata alla mia tempia mi rimbombava nella mente. Potevo morire. Cazzo, come sarei riuscita a superare tutto questo?
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...