Osservai quella donna appoggiata allo stipite della porta. Ogni volta che la vedevo, una strana sensazione mi colpiva, come se qualcosa dentro di me urlasse di non fidarmi. C'era sempre qualcosa di poco chiaro in lei, un dettaglio che mi metteva a disagio, anche se non riuscivo a capire esattamente cosa fosse. Mi dava i brividi.
"Cosa ci fa qui?" chiesi, cercando di mantenere un tono gentile, ma la domanda uscì un po' più fredda del previsto.
"Sono venuta a trovare mia nipote per Natale, non posso?" rispose con un sorriso che sembrava nascondere qualcos'altro, come se mi stesse sfidando a dire di no.
"Si figuri," risposi forzando un sorriso. Feci un passo indietro, lasciandola entrare in casa, ma non riuscivo a scrollarmi di dosso quella strana sensazione.Arrivata l'ora di pranzo, ci sedemmo tutti attorno al tavolo. Il silenzio era quasi opprimente, mentre fuori la neve cadeva incessante, isolandoci dal resto del mondo. I miei zii non erano riusciti ad arrivare a causa della tempesta, così eravamo solo noi quattro: io, mia madre, Sofia, e quella vecchiaccia.
Ogni volta che cercavo di non guardarla, era come se il suo sguardo mi seguisse. Ogni volta che lo incrociavo, sentivo crescere un'inquietudine dentro di me, come se ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in lei. Era qualcosa che andava oltre i suoi modi falsi e quel sorriso troppo studiato.
Mia madre, nel tentativo di spezzare la tensione, continuava a parlare di banalità, raccontando del caos al supermercato il giorno prima e della neve che non smetteva di cadere. Sofia ascoltava, ma i suoi occhi, anche se cercavano di nascondere il disagio, parlavano da soli. Sentivo la sua mano stringere la mia, come per rassicurarmi, ma anche lei sapeva che qualcosa non andava.
"Allora, giovanotto, spero tu stia facendo il bravo con la mia bambina," disse all'improvviso, fissandomi con uno sguardo che sembrava nascondere del risentimento.
La sua voce, così carica di malizia, mi fece irrigidire. "Sì, si sta comportando bene, tranquilla," intervenne Sofia, sorridendomi dolcemente mentre mi stringeva la mano, cercando di stemperare la mia tensione.
Ma poi, senza preavviso, Sofia si voltò verso di lei. "Comunque, ancora non mi hai detto nulla sui miei genitori... su mia madre." Le sue parole sembrarono cadere come un macigno sul tavolo. La vecchia sbiancò leggermente, come se avesse appena visto un fantasma. La vedemmo distrarsi con quel vecchio telefono, uno di quelli con i tasti, che cominciò a guardare con una scusa maldestra.
"Oh, scusatemi," disse improvvisamente, alzandosi in piedi con fare frettoloso. "Devo tornare prima che la tempesta peggiori."
Il suo cambio di discorso fu così evidente, così brusco, che mi lasciò di nuovo con quella sensazione di sospetto che ormai non riuscivo più a ignorare. Sviava sempre quando si parlava della madre di Sofia. Perché? Cosa stava nascondendo?
La guardammo uscire, salutandoci in fretta senza aggiungere altro. Il rumore della porta che si chiudeva dietro di lei sembrò quasi un sollievo.
"Bah, è sempre più strana. Quando le chiedi di tua madre, svia sempre il discorso," dissi, esasperato, scuotendo la testa.
"Non lo so, magari davvero aveva da fare," disse Sofia con voce calma, cercando di minimizzare la situazione. Sentii le sue braccia avvolgermi mentre mi stringeva dolcemente i fianchi, appoggiando la testa contro il mio petto. Il suo tocco cercava di tranquillizzarmi, ma il mio sguardo era ancora fisso sulla porta da cui la vecchia se n'era andata poco prima.
La sensazione di disagio non accennava a diminuire, anche se il calore di Sofia contro di me riusciva, almeno in parte, a calmare la tensione che sentivo dentro. Le accarezzai i capelli, cercando di non pensare troppo a quella situazione strana. Ma la domanda restava nella mia mente, insistente: cosa stava nascondendo quella donna?Sentimmo bussare alla porta, e quando aprii, ci trovammo davanti i nostri migliori amici: Amanda, Theo e Manuel. Un'ondata di calore invase la stanza mentre entravano sorridendo.
"Che bello, siete tornati per le feste!" esclamò Manuel, abbracciando Sofia con affetto prima di stringermi la mano in segno di saluto.
"Sì, ci siamo tutti finalmente!" risposi con un sorriso, sentendo la tensione scivolare via un po'.
"Da quanto tempo!" scherzò Amanda, abbracciando Sofia in modo teatrale. In realtà, non si vedevano da appena due giorni, ma per loro era comunque troppo tempo.
Theo, sempre con quell'aria tranquilla, ci raggiunse con il suo solito sorriso caloroso, e in quell'istante la stanza sembrava di nuovo accogliente, nonostante la strana mattinata che avevamo appena vissuto.
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Endless 2
Roman d'amourDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...