Non avrei permesso a nessuno di farle del male. Non più. Mi era già sfuggita una volta, e non avrei lasciato che accadesse di nuovo. La sola idea che qualcuno potesse strapparmela via mi faceva ribollire il sangue. Mentre la osservavo con quegli occhi spaventati e le labbra che tremavano appena, sentii un'ondata di protezione travolgermi, come un'onda che sommergeva ogni mia esitazione.
"Vuoi andare in camera?" le chiesi, cercando di mantenere la voce calma, anche se dentro di me avvertivo l'istinto di chiudere a chiave tutte le porte e le finestre, come se il pericolo potesse materializzarsi in un istante. Con un cenno del capo, silenziosa e fragile, accettò la mia proposta. Le spostai delicatamente i ciuffi di capelli che le coprivano il viso e la feci alzare, tenendole la mano per guidarla verso la sua stanza.
Arrivati al letto, la strinsi a me, permettendole di adagiare la testa sul mio petto. Rimasi così, sdraiato accanto a lei, sentendo il suo corpo tremare leggermente tra le mie braccia. La sua fragilità mi spezzava il cuore e, nello stesso tempo, mi riempiva di determinazione. Non avrei permesso a nessuno di avvicinarsi a lei. Mai più.
"E se mi trovano?" sussurrò improvvisamente, con una voce rotta e spezzata che si disperdeva nel silenzio della stanza. Un brivido mi attraversò, ma non esitai neanche un secondo.
"Ci sarò io a proteggerti," risposi con fermezza, cercando di infonderle un po' di sicurezza. Abbassai la testa e le baciai la sommità del capo, sperando che quel gesto potesse trasmetterle almeno un briciolo di conforto. "Non permetterò a nessuno di portarti via da me. Non ancora."Rimasi lì per un po', cullandola con il ritmo del mio respiro e cercando di farla rilassare. Quando finalmente si tranquillizzò, la aiutai ad alzarsi e, con un ultimo bacio sulla fronte, ci incamminammo verso il salotto, dove ci aspettava colei che diceva di essere sua nonna. Dovevo capire chi fosse veramente questa donna, se le sue intenzioni fossero sincere o se ci fosse qualcos'altro dietro il suo sorriso.
Appena entrammo nel salone, trovai la donna seduta sul divano, la schiena dritta e le mani intrecciate in grembo. Quando ci vide, i suoi occhi si illuminarono, ma c'era qualcosa di strano in quello sguardo. Forse tristezza. O forse solo un dolore antico che sembrava aleggiare intorno a lei. Non fece un solo passo verso di noi, quasi temendo di spezzare quell'istante fragile, come se ogni movimento potesse compromettere l'atmosfera tesa e delicata che ci circondava."Sei davvero chi dici di essere?" domandai, sedendomi lentamente sulla poltrona di fronte a lei e fissandola con sguardo penetrante.
"Sì, certo. Non so, giovanotto, vuoi vedere anche i miei documenti? Cos'è questa insolenza?" ribatté con voce tagliente, visibilmente irritata.
"Sto solo cercando di capire alcune cose... per proteggerla," replicai, stringendo gli occhi in una fessura. "Ci dica quello che sa."
"Sì, nonna, chi è stato ad ucciderli? E perché adesso stanno cercando me?" domandò Sofia con un filo di voce, il volto contratto in un'espressione di angoscia.
"Non si sa ancora, tesoro. Ho cercato ovunque, ma non ho ancora scoperto chi sia stato," rispose l'anziana, lasciando trapelare una punta di frustrazione nella voce. Poi si ammorbidì e continuò, "Sono venuta solo per conoscerti, tutto qui... per passare un po' di tempo con la mia nipotina," disse, accarezzando con dolcezza il viso di Sofia.Per un istante, mi sentii sopraffatto dai sensi di colpa: forse stavo esagerando e non dovevo parlarle in quel modo. Forse era solo la mia paranoia, alimentata da tutto ciò che Sofia mi aveva raccontato. Ma come avrei potuto abbassare la guardia?
"Voglio sapere di più sui miei genitori," mormorò Sofia, con un tono così dolce e delicato che persino l'aria sembrò farsi più leggera.
L'anziana la osservò con occhi lucidi, poi annuì lentamente. "Sai, assomigli tanto a tua madre," disse infine, mostrandoci una vecchia fotografia. Guardai l'immagine con attenzione: le due figure sembravano quasi identiche, come riflessi di uno stesso specchio.
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...