Mentre stringevo Sofia tra le braccia, completamente immerso nel momento, il suono del campanello ci interruppe bruscamente. Sospirai piano, staccandomi con riluttanza e lanciandole un'occhiata d'intesa. "Devono essere arrivati," dissi con un sorriso, accarezzandole la guancia prima di dirigermi verso la porta d'ingresso.
Aprii e mi trovai di fronte ai miei zii: il fratello di mia madre, sua moglie e i loro due figli. Ma c'era anche un volto nuovo tra loro, una ragazza che non avevo mai visto prima. Mia zia fu la prima a venirmi incontro, aprendo le braccia per stringermi in un abbraccio affettuoso.
"Buona vigilia, Gabriel!"esclamò calorosa.
"Buona vigilia anche a voi, zia." risposi sorridendo, restituendo l'abbraccio. Poi fu il turno di mio zio e dei miei cugini, e infine mi trovai davanti alla ragazza. Era minuta, con lunghi capelli castani che le ricadevano sulle spalle e occhi azzurri vivaci che mi studiavano con curiosità.
"Madison." si presentò con un sorriso appena accennato, stringendomi la mano che le avevo porto.
"Gabriel." risposi, cercando di capire chi fosse. La risposta arrivò subito dopo, quando mia zia intervenne.
"Lei è la mia migliore amica." spiegò mia cugina Alice con tono allegro. "Sai, non voleva passare il Natale da sola."Annuii comprensivo, ma prima che potessi dire qualcosa, la voce di Sofia risuonò dietro di me, ferma e decisa. "Sofia." disse con un tono volutamente sicuro, avanzando di qualche passo verso di noi. "La ragazza di Gabriel."aggiunse con un sorriso dolce, ma carico di intenzione.
Mi voltai a guardarla, cercando di trattenere un sorriso divertito. C'era quel modo tutto suo di sottolineare certe cose che mi faceva impazzire. La sua espressione era serena, ma lo sguardo lanciato a Madison era chiaro: voleva mettere subito in chiaro le cose. Madison, sorpresa, si irrigidì appena, poi sorrise con un cenno educato.
"Piacere di conoscerti, Sofia." disse, apparentemente imperturbata.Sofia le restituì il sorriso, avvicinandosi ancora di più e appoggiandosi leggermente al mio braccio. "Piacere mio, Madison."rispose con lo stesso tono educato, ma la presa sul mio braccio si fece più stretta. Riuscivo a percepire la tensione nascosta dietro i suoi modi gentili.
Mi girai verso Sofia, che si stava sistemando una ciocca ribelle dietro l'orecchio. Le sfiorai la mano con discrezione, cercando di catturare il suo sguardo. "Sei una peste lo sai, sai?" sussurrai piano, in modo che solo lei potesse sentirmi.
Lei mi guardò di sottecchi, le labbra che si piegarono in un sorriso soddisfatto. "Devo marcare il territorio , no?"mormorò ironica.
Sorrisi a mia volta e mi chinai a sfiorarle la tempia con un bacio. "Quando sei gelosa sei ancora più bella."risposi piano. Ma intanto sentivo il peso di quello sguardo azzurro dietro di noi, osservandoci con una curiosità che non mi piaceva.Il pranzo era iniziato in modo piacevole. Mi sedetti accanto a Sofia, e guardai la tavola apparecchiata con cura. Tutti chiacchieravano e ridevano, mentre i piatti fumanti di tortellini venivano serviti. Mia madre, con il viso illuminato da un sorriso, prese il primo boccone e sospirò soddisfatta.
"Marlene, sono davvero buonissimi questi tortellini."esclamò con entusiasmo. Le sue origini italiane la rendevano particolarmente critica riguardo ai piatti tradizionali, ma quel complimento era sincero.
Mia madre sorrise, visibilmente contenta. "Grazie, ma il merito è anche di Sofia. Li abbiamo fatti insieme."rispose con un cenno verso di lei.
Mia madre guardò Sofia con approvazione. "Oh, quindi sei una piccola cuoca!" commentò scherzosamente mia zia curiosa, ma subito la voce di Madison intervenne, interrompendo il momento con un tono che non mi piacque affatto.
"Sai fare solo quello o anche rovinare una famiglia " domandò Madison con quel sorriso tirato e una nota di sarcasmo appena percettibile.
Il modo in cui lo aveva detto mi fece irrigidire, e abbassai lo sguardo sul piatto per non tradire il fastidio che sentivo crescere. Avrei voluto intervenire, ma decisi di lasciare che Sofia rispondesse. Lei, però, sembrava perfettamente calma.
"Non ho rovina un bel niente ." replicò Sofia con un tono pacato, ma lo sguardo fisso su Madison.
Madison sorrise in modo più ampio, quasi finto, e poi abbassò il tovagliolo sulle ginocchia. "Sapete cosa non capisco? Voi non siete fratellastri? Com'è possibile che stiate insieme, e che a Marlene stia bene?" domandò, lanciando uno sguardo curioso a tutti noi.
Sentii il sangue ribollire. Non era affar suo, e quel commento era fuori luogo. Aprii la bocca per risponderle, ma Sofia mi anticipò.
"Ti spiego come funziona l'amore." iniziò con voce ferma, mentre il silenzio scendeva improvviso intorno al tavolo. "Forse non lo sai, ma non si comanda il proprio cuore. Non si sceglie chi amare, e non sempre ha senso per chi guarda da fuori." La sua voce era calma, ma c'era una determinazione feroce nelle sue parole. Tutti la stavano ascoltando, Madison compresa, che sembrava presa alla sprovvista da quella reazione.
Sofia si inclinò leggermente in avanti, senza abbassare mai lo sguardo. "Il destino ci ha fatto incontrare, e a te non deve nemmeno interessare come sia possibile che stiamo insieme. Non sono cose che ti riguardano, e se c'è una cosa che puoi fare è restare al tuo posto e farti i fatti tuoi."
Il tono finale era tagliente come una lama, e le ultime parole furono accompagnate da un sorriso freddo e controllato. Madison rimase a bocca aperta, chiaramente colta di sorpresa. Nessuno osava intervenire, neppure Marlene o i miei zii.
"Sappiamo noi cosa abbiamo passato fino ad ora." continuò Sofia, con lo sguardo che fulminava Madison. "E non ci serve l'approvazione di nessuno, tantomeno la tua opinione su cosa è giusto o sbagliato."
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Endless 2
RomanceDa quando Gabriel era uscito dalla sua vita, il vuoto era stato riempito da un'angoscia crescente. Non era solo il suo amore a tormentarla, ma una presenza oscura che sembrava seguirla ovunque. Qualcuno voleva farle del male, e ogni giorno il perico...