33.

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Sono quasi le 20, e io in teoria dovrei vedermi con Berta allo stadio alle 20:30.

Ma oggi sono stata tutto il giorno così ansiosa, che vado a rilento in qualsiasi cosa che faccio. Il pensiero di dover parlare a Hector mi divora.

Giro come una trottola per casa mentre mi vesto, indossando la mia solita maglia della squadra immancabile.

Poi passo al trucco, cercando almeno di sembrare un minimo carina. Con le mani tremanti metto un po' di mascara per risaltare gli occhi.

Mi pettino i capelli e li sistemo in una coda alta.
Prima di lasciare la stanza, dò un ultimo sguardo verso lo specchio, cercando di trasmettere a me stessa un po' di sicurezza che mi manca.

Ok, sono pronta. Avviso Berta che sto uscendo di casa e poi chiudo la porta dietro di me.

Appena esco il fresco della serata mi punge la pelle, ma io sto sudando lo stesso tutta l'acqua che ho in corpo.

"Ho avuto l'ansia tutto il pomeriggio per te! Ti sbrighi a parlare con Hector o no?!" strilla Berta appena ci incontriamo.

"Eiei, con calma. Ho già l'ansia di mio! Non ti ci mettere anche tu!" mi lamento.

Lei ride e poi prendendomi per mano mi trascina dentro lo stadio.

"Comunque, visto che sono un'amica fantastica ti ho fatto l'assist" mi dice sorridendo non appena si siede.

Brutto segnale, ha combinato qualcosa.

"Ho seriamente paura di chiederti cosa hai fatto" rispondo infatti.

"Ho parlato con Fermín, tra cinque minuti esatti magicamente Hector rimarrà l'unico negli spogliatoi, inizierei a camminare fossi in te"

Spalanco gli occhi "Si ma aspetta! Ho bisogno di capire cosa dirgli prima! Devo prepararmi il discorso oppure inizierò a balbettare..."

"No Blanca! Spontaneo è più bello, vai!" insiste.

O mio dio ma cosa mi è venuto in mente. Non posso, non posso davvero.

"Blancaaaa! Dai!"

Sospiro cercando di calmare il mio cuore impazzito mentre finalmente mi allontano dalla tribuna.

È facile Blanca, devi solo dirgli la verità.

"Sei ovunque sono io, vedo, Hernandez" proprio la sua voce mi fa sobbalzare.

"Stavolta si, potrei averti seguito" sorrido "Volevo parlarti di una cosa se hai tempo, è ancora presto per il primo tempo" dico.

Lui annuisce "Si c'è tutto il tempo, dimmi"

Respira Blanca.

"Non hai idea di quanto io ci abbia pensato prima di fare questa cosa. In questi giorni e nelle ultime settimane ho vissuto tante cose che mi hanno cambiata, non mi sento la stessa Blanca che è arrivata qui il primo giorno. E se non mi sento più in quel modo, è solo grazie a te...mi hai cambiata in meglio, con una battuta, con un sorriso o con una presa per il culo, ma so che mi hai cambiata. E ho provato e riprovato a negarlo a me stessa, ma non ci riesco più...provo qualcosa per te, e nonostante questo mi spaventi, io sono pronta rischiare, sempre che tu me ne dia la possibilità" parlo levandomi un peso dal cuore.

Lui mi guarda impassibile, non un sorriso, non un accenno di un'emozione, niente.

Io sono paralizzata dal timore di una risposta negativa.

"Blanca non..." lui prova a parlare ma si interrompe subito dopo, mentre si passa una mano tra i capelli.

Un silenzio imbarazzante si fece spazio tra di noi, e l'eccitazione che sentivo inizia pian piano a trasformarsi in umiliazione.

"Ho una partita da giocare" è l'unica cosa che esce dalla sua bocca.

In un attimo mi supera e mi lascia da sola nello spogliatoio. Le lacrime che minacciano di scendere dai miei occhi.

Lo sapevo. Come al solito mi sono solo illusa. Ho pensato davvero che a lui fregasse qualcosa di me?

Mi volto anch'io per tornare al mio posto, cercando di asciugarmi le lacrime con il dorso della mano.

"O mio dio! Com'è andata?" sorride Berta, ma il suo sorriso si spegne non appena vede la mia espressione.

"Non mi ha neanche risposto, mi ha guardata ed è corso via. Sono una stupida" appoggio la testa sulla sua spalla cercando conforto.

"Ei, è un coglione. Mi dispiace tantissimo Bla, puoi avere di meglio, fidati di me" mi consola accarezzandomi i capelli.

Inoltre adesso sono costretta a guardarlo in campo per tutto il tempo in cui giocherà. Gli occhi che mi si inumidiscono ogni volta che poso lo sguardo su di lui.

Dopo ciò che ha fatto ieri, portandomi in quel parco, pensavo di aver avuto la risposta definitiva. Invece non avevo capito proprio nulla.

Passo il primo tempo completamente deconcentrata sulla partita, stiamo vincendo ma non so nè quale sia il risultato esatto nè chi abbia segnato.

"Come ti senti?" mi chiede Berta.

"Onestamente una merda, voglio solo andare a casa e non vedo l'ora passino questi 45 minuti" sbuffo.

L'inizio del secondo tempo è uguale al primo, mi concentro soltanto quando vedo Hector con la palla tra i piedi in un'azione particolarmente importante.

Con una facilità disarmante salta i difensori della squadra avversaria continuando ad avanzare verso la porta e, subito dopo, spinge la palla in rete facendo esaltare lo stadio.

Cazzo però.

Lo osservo mentre corre ad esultare praticamente sotto la nostra tribuna, come se sapesse esattamente dove andare.

Sì guarda intorno prima di sollevarsi la maglia da gioco, rivelando sotto un'altra maglia in cui si legge chiaramente una scritta sopra.

Blanca, estoy enamorado de ti.

E lo fa davanti ad uno stadio di 90 mila persone, davanti a tutti i suoi compagni e davanti a mio padre.

Ma a lui non sembra interessare, intorno c'è solo silenzio, in quel momento esistiamo solo io e lui.

Spazio autrice 💓

Ce l'abbiamo fattaaaaa. Ve l'ho fatta soffrire un po' ma finalmente è arrivato anche questo momento.

Nel prossimo capitolo vedremo la reazione di Blanca🥹

Extraños ~Hector FortDove le storie prendono vita. Scoprilo ora