È strano come le cose accadano. Per giorni, avevamo vissuto come se la nostra relazione fosse finita.
Ora, mentre lo guardo di nuovo, è come se il tempo avesse fatto il suo corso, ma allo stesso tempo non fosse passato affatto.
È come se non avessimo mai smesso di esserci, anche nei periodi in cui sembrava che fossimo due estranei. Eravamo legati.
Mi rigiro tra le lenzuola aggrovigliate attorno a noi. Hector mi tiene appiccicata al suo petto, avvolgendomi un fianco con il suo braccio.
"Buongiorno, rayo de sol" mormora piano, il respiro caldo a solleticarmi la pelle del collo, facendomi venire i brividi.
"Buongiorno" dico ancora mezza assonnata, ma non riesco a nascondere la sensazione di sollievo che provo nel svegliarmi accanto a lui.
Mi stiracchio un po' e, con un sorriso pigro, mi alzo dal letto.
"Muoio di fame!" dico, mentre mi avvicino al suo armadio per rubargli una delle tante felpe che ha. Il suo armadio è il mio armadio.
Lui ridacchia a bassa voce, si alza e mi raggiunge in cucina.
Mentre preparo il caffè, lui si appoggia al piano della cucina, guardandomi con un sorriso curioso "Quindi...com'è andata la tua fuga in un'altra città?"
"Nonostante tutto tornare a casa ci voleva proprio. È andato tutto bene in generale" rispondo "Ho anche parlato con Dusan" dico poi, cercando di sembrare naturale.
Il suo sguardo subito cambia, facendomi ben capire quanto solo nominare il mio ex ragazzo lo infastidisca. Per un attimo sembra addirittura quasi offendersi.
"Ah sì? E di cosa avete parlato?" mi chiede, concentrandosi a guardare il tavolo pur di non incontrare i miei occhi.
"Solo di te. Ti avrei ucciso con le mie mani in quel momento, ma gli ho raccontato di quanto fossi innamorata di te, gelosone"
Solo adesso lui alza lo sguardo verso di me e mi sorride, la gelosia scompare magicamente, lasciando spazio alla sorpresa sul suo volto.
"Avrà rosicato tantissimo, sto coglione" dice, facendomi ridere "Forse ora avrà capito che non deve nemmeno avvicinarsi a te"
"Comunque ho capito che non mi importava proprio nulla di ciò che pensa. L'unica cosa che conta in questo momento siamo noi"
Lui si avvicina a me e mi tira dai fianchi verso di lui "E comunque non sono geloso. Quando dico che ti amo, non ci sono dubbi. Non c'è nessun passato che può cambiarlo"
"Ti amo anch'io, ma la frase: non sono geloso, detta da te proprio non è credibile" lo prendo in giro, prima di dargli un veloce bacio a stampo.
Lui ride, poi prendiamo i nostri caffè e ci sistemiamo sul divano. Ogni tanto mi guarda, e i suoi occhi mi ricordano che non dobbiamo dire nulla, perché in fondo sappiamo esattamente cosa ci passa per la testa.
Sento la sua mano che scivola sulla mia schiena, i suoi polpastrelli che tracciano piccoli cerchi sulla pelle, e senza volerlo, mi rilasso ancora di più.
"Mi sei mancata" dice, con voce bassa.
Lo guardo negli occhi, basta uno sguardo per dirci che ci siamo sempre cercati, anche quando la distanza sembrava separarci.
"Se la smetti di fare il coglione, ti prometto che non ci lasciamo più" gli dico con un pizzico di ironia nella voce, ma con altrettanta verità.
Lui però non ride, mi guarda serio e mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Io ci provo, ti giuro che ci provo"
Stare con lui non mi darà mai la certezza che non soffrirò o che non finirò con il cuore spezzato. Ma nonostante tutto, è l'unica cosa che voglio.
Rimaniamo entrambi in silenzio per un po' di tempo, le sue braccia che mi avvolgevano mentre la mia testa riposava sul suo petto.
Ad interrompere quel nostro momento fu il suo telefono che vibrò sul tavolino, ma non ci dò tanto peso.
Lui si allunga per prenderlo e legge il messaggio, ma mentre lo faceva, un'ombra di stranezza attraversa il suo viso. Non lo capivo subito, ma c'era qualcosa nel suo modo di leggere il messaggio che mi fece venire un nodo allo stomaco.
"Va tutto bene?" gli chiedo notando la sua espressione mista a preoccupazione e sorpresa.
"Si, si. È Marc" mi risponde.
Non sono convinta, ma non voglio insistere perché è proprio di questo che parliamo continuamente...avere fiducia.
Lui però, forse notando la mia espressione, o forse per una questione di principio gira il telefono per farmi vedere che è davvero Marc.
Solo che non so cosa gli abbia scritto di così strano.
"Non c'era bisogno, ti credevo" dico, guardando il telefono che lui aveva già messo da parte, per chiudere la questione.
"Lo so, ma volevo levarti lo stesso il dubbio"
Mi ha promesso che si sarebbe comportato bene, e io gli credo. Però...la sensazione di disagio non mi lascia.
Perché sembrava preoccupato? La verità è che, forse, non voglio saperlo.
Spazio autrice 💓
Oggi capitolo più corto e abbastanza di passaggio, però ci serviva per capire poi delle cose future!
Io vi dico solo: godiamoci i momenti di tranquillità!
C'è una frase in particolare in questo capitolo che dovremmo tenere a mente...ma non ve la dico🤭
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Extraños ~Hector Fort
FanfictionBlanca Hernandez, figlia dell'allenatore del Barcellona, dopo un momento doloroso della sua vita,si trasferisce per un periodo di tempo dal padre. Pur essendo contraria, Blanca sarà costretta a passare gran parte del suo tempo con i ragazzi allenati...