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"So che sei stanca dopo oggi, ma con i ragazzi volevamo fare un giro in città, ti aspettiamo? N."

Certo, ero stanca, ma non potevo rinunciare ad una passeggiata per le strade parigine, inviai un sms di conferma a Niall e mi preparai per uscire: cappotto nero, gonna rossa, maglia a righe bianca e nera, francesine nere e basco rosso. Ci avevo messo un po' a prepararmi quindi presi l'ascensore di corsa e  rimasi delusa nel trovare la hall vuota.

A quanto pare mi sbagliavo: Harry era seduto su una poltrona, intento a leggere una rivista sicuramente lasciata lì per caso.

Rimasi stupita nel vederlo solo, mi avvicinai a lui.

"Che ci fai qui? Solo?" rimase qualche secondo in silenzio, squadrandomi da capo a piedi.

"Allora?", gli avevo sventolato una mano davanti al viso.

"Che potevo fare? Ti aspettavo!", cercava di apparire tranquillo ma si notava una rigidità non da lui.

"E gli altri?"

"Sono già andati via", mi rattristai un po' , "Ci ho messo davvero così tanto?", era una domanda retorica più che altro, quindi non mi aspettavo di certo che rispondesse.

"Ehm.. Gli ho detto io di andare", stava guardando tutto fuorché me, era nervoso e anche un po' irritato al dire il vero, ma mi fece comunque ridere.. Era bello vederlo in queste vesti: il ragazzo impacciato che vuol fare il duro.

Rimasi a guardarlo, ridendo sotto il naso, fino a quando anche lui non cedette e mi guardò, visto che non rispondevo.

"Che c'è?", lo disse seccato e a quel punto non riuscii più a trattenermi e gli risi in faccia.

"Scusa, davvero!", era furioso per la mia reazione quindi mi cercai di tranquillizzare e gli risposi.

"é stato un pensiero molto carino, grazie! Mi fa piacere vedere la città con te", questa volta lo guardai senza ridere, mettendo in quello sguardo tutta la gratitudine che provavo per quel gesto così carino e azzardato per lui.

"Ok", borbottò qualcosa che non compresi e ci avviammo verso una.. Moto! Non una moto piccola, ma una bellissima moto nera.

"Wow..", ero davvero rimasta shoccata, quella moto era uno spettacolo.

"Che cos'è?"

"Una Harley del '48, bella vero?", gli brillavano gli occhi solo a parlarne.

"E tu la sai guidare?", lo chiesi con scetticismo.

"Senti, tu sarai una regina indiscussa del Beer-Pong, ma su questa io ti domino il mondo!", scoppiai a ridere.

"Forse ho un po' esagerato con le parole", anche lui aveva ceduto alle risate rendendosi conto della cretinata che aveva detto,"Ma il punto è che: si, so guidare questa moto!"

Mi porse un casco e salì sulla moto, poi allungò una mano per aiutarmi a salire e a quel punto, partimmo.

Il vento mi arrivava forte in faccia e questo mi faceva sentire.. viva, libera! Ma anche più precaria, quindi mi strinsi di più a lui, sentivo i suoi muscoli contratti e le mie guance ne pagarono subito le conseguenze. Mi piaceva stare in moto con lui, era quasi.. intimo. Eravamo legati dall'adrenalina della velocità e non mi bastava mai.

"Hai paura?", anche se il vento attutiva le sue parole, lo capii perfettamente e gli risposi, "No, anzi!"

Lo sentii ridacchiare, "Allora tieniti più stretta", lo aveva detto con tono quasi di sfida che io trovai semplicemente eccitante.

Nel momento in cui mi poggiai completamente a lui, la moto accelerò e tutto il resto fu solo il canto del vento, la danza delle luci parigine e il tepore del suo corpo.

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