Vuota, ecco come mi sentivo. Immensamente vuota.
Era uscito da poco più di un'ora e già mi mancava.
Mi mancava la sua risata, i suoi occhi puntati su di me, le sue stupide battute, le sue braccia intorno a me.
Ero una stupida e un'ingrata: avevo ricevuto l'amore del ragazzo migliore che avessi mai conosciuto e avevo buttati tutto nel cesso.
Ero marcia dentro, ambiziosa fino all'inverosimile.
Si era definito 'egoista', quando l'unica egoista della situazione ero io e solamente io.
Avevo asciugato le lacrime, non aveva senso piangersi addosso: l'avevo perso e non avrei potuto mai più recuperarlo.
Mi diressi verso la stanza di John.
"Entra", mi aveva aperto quasi subito, una parte di me sperava di trovare Harry lì dentro, l'altra invece pregava per il contrario.
"è andato via un quarto d'ora fa. Mi ha detto tutto, mi dispiace", John non ero un uomo affettuoso, ma era la figura più vicina a un padre che avevo lì con me e, nonostante non avesse mai approvato la mia relazione con Harry, nelle sue parole leggevo pura sincerità.
"Sono un'idiota.. Ho rovinato tutto! Con lui, con la band, con te!", le lacrime minacciarono di risalire, "Faccio le valigie. Torno a casa"
Mi stavo avviando alla porta, quando John mi fermo.
"Signorina Watson, non accetto le sue dimissioni. Lei è una ragazza forte e determinata, eccelle nel suo lavoro e ho bisogno di lei in questo tour", mi guardò serio.
"Non posso rimanere qui.. Invierò il curriculum a Smith oggi stesso e andrò via"
"Ho chiamato Nathan pochi minuti fa, Emily. La sede a Los Angeles non è ancora pronta e, tra l'altro, sia io che lui siamo del parere che tu debba portare a termine il tuo lavoro qui. Alla fine del tour, potrai raggiungerlo. C'è già un ufficio con la tua targhetta sopra"
Non seppi cosa rispondere: quell'uomo aveva già deciso per me e, dovevo ammettere, gli ero immensamente grata per questo.
"Non so.. cosa dire", una lacrima mi bagnò la guancia, "Grazie, John"
"Non devi ringraziare me, Emily. Ma solo te stessa, stai facendo un ottimo lavoro qui, perderti ora, sarebbe un peccato"
"Harry..", non potevo non pensare a come la situazione era cambiata nel giro di poche ore.
"Harry è d'accordo con me sul fatto che tu debba restare qui a lavorare con noi, ne abbiamo già parlato"
Mi si strinse il cuore al pensiero che, malgrado lo avessi deluso e ferito, riuscisse comunque ad anteporre il mio bene al suo.
Ero davvero un'idiota.
Tornai in camera trascinando i piedi, sentivo le palpebre pesanti come macigni.
Vidi la porta socchiusa e il mio cuore perse un colpo: era tornato, forse non era tutto perduto..
"Harry, io..", mi bloccai davanti la porta: sul letto non c'era Harry, ma Phi.
"Emily, mi dispiace così tanto..", si alzò dal letto, avvicinandosi a me..
"L'ho perso, Phi.. Ed è tutta colpa mia", mi strinsi forte a lei e scoppiai a piangere.
Continuai per tutta la notte.
HARRY'S POV
Mi aveva rotto, distrutto..
Staccarmi da quell'abbraccio era stata la cosa più difficile che avessi mai dovuto fare.
L'amavo e non potevo davvero credere che mi stesse guardando con gli occhi lucidi, incapace di dirmi che mi amava.. Maledetta orgogliosa.
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The Journalist
FanfictionL'amore non è mai facile, vive di ostacoli e intemperie, vive di dolori e sofferenze, eppure vive e si nutre di sguardi, di parole sussurrate durante la notte, di baci rubati.. Cosa succede quando due anime si vedono, ma si vedono davvero, nude, uni...