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Un mese dopo..

"Harry! Sbrigati o faremo tardi!", aggiustai il rossetto e uscii dal bagno.

Lo trovai intento a chiudere la mia valigia.

"Ecco fatto! Andiamo", mi sorrise, sistemò il suo cappello uscimmo dalla camera.

Il tour europeo era ormai praticamente finito, ma, visto l'immenso successo ottenuto, John e i ragazzi avevano deciso di estenderlo. 

Stavamo partendo per l'ultima tappa europea, Barcellona, per poi proseguire verso l'America Latina e l'America del Nord. 

Nell'ultimo mese, John mi aveva presentato a moltissimi editori e direttori di giornali, ma il mio pensiero fisso rimaneva il posto alla casa editoriale di Nathan Smith a Los Angeles. 

Il tempo per inviare il mio curriculum era praticamente quasi scaduto e dovevo prendere una decisione: continuare il tour o abbandonarlo per seguire il mio sogno?

Harry, nonostante cercasse di non darlo a vedere, sperava davvero che continuassi ad esser il loro addetto stampa. Ero riuscita, e questo mi rendeva orgogliosa di me stessa, a scansare alcuni problemi anche piuttosto gravi e lo stesso John mi aveva pregato di continuare il mio lavoro.

Ero davvero confusa..

+

"Gente, benvenuti a Barcellona!!", Louis improvvisò un passo di tango davvero mal riuscito che fece scoppiare tutti a ridere.

"Ridicolo", Harry gli diede una spallata amichevole e improvvisarono una rissa davanti l'aeroporto. 

"Ragazzi, smettetela, su!", John sbuffò e, per una volta, gli diedero ascolto.

L'hotel in cui avremmo alloggiato per i prossimi cinque giorni, era davvero enorme rispetto a quelli dove eravamo stati fino ad allora e le stanze davvero stupende.

"Sono distrutto", con molta poca grazia, Harry si fiondò sopra il letto matrimoniale, spalancando gambe e braccia.

"Ehi, spostati! Quel letto è anche mio", finsi di essermi arrabbiata e tentai, invano, di farlo spostare.

"No, sono troppo comodo", la sua voce era soffocata dal cuscino in cui aveva seppellito la testa.

"Dai", dopo non pochi sforzi, riuscii a spostarlo.

Alzò la testa dal cuscino e mi accarezzò una guancia.

"Come fai a essere così bella anche dopo sette ore di aereo?", non sarei mai riuscita ad abituarmi alla sua incredibile capacità di buttare giù complimenti. Arrossii.

"Mmh.. Non lo so, vediamo.. Forse perché non ho passato sette ore sveglia a importunare Phi e Louis o fare la lotta su un sedile con Niall.. Oppure perché non ho tentato di fare ubriacare Liam cinque minuti dopo il decollo", era davvero successo tutto quello che gli avevo detto: quel giorno era particolarmente esaltato, più di Louis.

"No, non credo sia per quello", scoppiai a ridere e rimasimo per un'ora sdraiati su quel grande letto a giocare e farci le coccole.

"Forza, alziamoci! Hai un'intervista che ti aspetta, pop star", gli diedi un pizzicotto sulla guancia e mi alzai dal letto.

"Uffaaa", quel ragazzo si lamentava sempre.

"Su, principessa! Non fare il solito piagnucolone", lo presi un po' in giro e, dopo quindici minuti buoni, riuscii a trascinarlo fuori dalla camera.

Erano già tutti lì che ci aspettavano.

I ragazzi dovevano partecipare a un importante talk show spagnolo. 

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