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Un mese dopo..

LOUIS'S POV

Dopo Dublino, il tour era proseguito nelle città di Stoccolma, Berna e Copenaghen. Avevamo fatto sold out in tutte le tappe, tanto che John stava pensando di estendere il tour agli Stati Uniti.. 

Ero davvero felice! Il lavoro andava benissimo, coi ragazzi eravamo più uniti che mai, nonostante Zayn non fosse più con noi, avevo la migliore amica più incredibile che esistesse, e finalmente avevo trovato la cosiddetta 'anima gemella'.

Nella mia vita avevo avuto molte ragazze, forse anche troppe. Ma con tutte loro era sempre la stessa storia: frasi ad effetto, sguardo languido, sesso sfrenato e stop, ognuno per la propria strada. Non mi era mai dispiaciuta quella tipologia di relazione, se così si può definire, ma.. non lasciava niente.

Invece, con Phi, la situazione era del tutto diversa: parlavamo, ridevamo e, nonostante stessimo insieme già da un mese, non riuscivamo ancora a smettere di arrossire quando stavamo troppo vicini. 

Molti, vedendomi così, non mi avrebbero nemmeno riconosciuto, eppure solo quando ero con lei potevo affermare con certezza di essere.. Lou.

Il fatto che lei fosse vergine, in un primo momento, mi aveva spaventato.. Non era mai successo. Ora, invece, ero contento che lo fosse: sarei stato il primo, sarei rimasto indelebile, il suo primo ricordo.. E per la prima volta, avrei potuto sentire una persona davvero mia.

Phi era una ragazza dinamica, sempre allegra ed esuberante, ma sapevo che l'idea di venire a letto con me la intimorisse parecchio.. Per questo, non facevo mai troppa pressione, evitavo situazioni equivoche e se queste, involontariamente si creavano, cercavo in tutti i modi di uscirne. 

Dover aspettare che lei fosse pronta mi stava davvero facendo impazzire, ma.. in un certo senso, era anche piuttosto eccitante! Era proprio vero, l'attesa fa aumentare il desiderio!

PHI'S POV

"Terra chiama Phi! Che hai?", mi risvegliai dal mio momentaneo torpore, quando Emily sventolò una mano davanti alla mia faccia.

Eravamo sedute sul letto dell'albergo ad Amsterdam, chiacchierando un po' nell'attesa che i ragazzi finissero le prove e li potessimo raggiungere allo stadio.

"Ehi, niente. Tutto ok", le sorrisi velocemente per poi ammutolirmi all'istante.

"Phi, non se la beve nessuno. E tra l'altro, sai che a me puoi raccontare tutto. Non ti giudicherei mai..", mise una mano sulla mia spalla, la guardai sollevando un sopracciglio e scoppiammo a ridere.

Emily non era una ragazza 'baci e abbracci' neanche con Harry (che invece, era una vera e propria piovra), figurarsi con un'amica.

Nella mia vita avevo avuto molte amiche, tutte completamente diverse da lei. Di solito abbracciavano, mi chiamavano 'tesoro', non smettevano di mandarmi infiniti sms.. Emily non faceva niente di tutto ciò.

Rispondeva in maniera acida quasi sempre, polemizzava su tutto ciò che indossavo, mi prendeva costantemente in giro, non rispondeva mai ai messaggi e, nel caso in cui si degnava di farlo, erano sempre monosillabi. 

Eppure, non l'avrei cambiata per niente al mondo, perché ormai sapevo chi era.

Magari non lo diceva, né tantomeno lo dimostrava, eppure era l'unica con cui riuscissi ad aprirmi completamente, con cui mi sentivo totalmente a mio agio, sapevo che sarebbe stata capace di spostare montagne intere pur di farmi felice. Non riusciva a dirlo, proprio perché lei era così, ma sapeva dimostrarlo sempre, quando ne avevo bisogno.

"Si tratta di Louis..", mi guardai le unghie appena smaltate.

"E fino a qui ci eravamo arrivati. Ora, qual'è il problema?", si sdraiò sulla pancia, assumendo un'aria concentrata.

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