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"Wow", aveva ancora gli occhi chiusi e un sorriso immenso sulle labbra, mi sentii terribilmente in colpa: per me quel bacio non era significato niente, era stato solo un modo per fare innervosire Harry. Mi allontanai dalle sue braccia e cercai qualcosa da dire.
"Scusa, non avrei dovuto.. Sono solo un po' fuori", ostentai una risata e lo guardai negli occhi.
"Emily, non hai niente di cui scusarti. Se non l'avessi fatto tu ora, l'avrei fatto io tra poco", mi poggiò una mano sul fianco e mi invitò a ballare.
La musica era forte e i nostri corpi si muoveva in sincronia ma nella mia mente c'era solo un enorme vuoto: mi sentivo in colpa, non solo con lui ma anche con me stessa, tra l'altro sapevo che con quella scenetta mi ero giocata completamente una chance con Harry. Provai ad ascoltare interessata Dean ma i miei occhi non facevano che vagare alla ricerca di quel maledetto moro dai capelli lunghi.
Dopo quasi due ore in cui avevo bevuto notevolmente, schivato Dean e ossessionato Louis per sapere dov'era il suo amico, mi ero resa conto che ormai la serata era rovinata, quindi chiesi a Dean di accompagnarmi in hotel.
Durante il tragitto il ragazzo aveva tentato in ogni modo di fare conversazione ma non ero proprio nelle condizioni di poter fingere di stare bene con lui quando l'ansia di non aver visto più Harry dopo quel battibecco mi mangiava viva. Scesi dall'auto e lui mi seguì fino alla hall.
"Emily, tutto ok? È da quando ci siamo baciati che non mi rivolgi quasi più la parola..", era preoccupato e si notava.
Cercai di fingere il sorriso più smagliante che avessi.
"Tranquillo, sono solo molto ubriaca e ho un mal di testa infernale..", lo sentii ridacchiare.
"So che forse non è il momento migliore per chiedertelo, visto che sei ubriaca e domani potresti aver già dimenticato tutto.. Però, domani c'è una mostra fotografica di uno davvero bravo, mi farebbe piacere se tu potessi accompagnarmi.. So che c'è il concerto dei ragazzi, però spero tu possa comunque pensarci su", mi stava stringendo un fianco e nei suoi occhi si leggeva quanto ci tenesse, presi un bel respiro.
"Dean, vorrei tanto venire ma non credo di potere.. Avevo in programma di portarmi avanti col lavoro. Mi dispiace", ero davvero dispiaciuta, ma non avrebbe avuto senso dargli false speranze.
"Oh, sì, certo, ok! Allora, beh, addio", mi guardò un'ultima volta con sguardo triste e poi uscì di fretta e furia dall'hotel. C'era rimasto davvero male, ma non potevo davvero farci nulla. Salii in camera e mi addormentai subito.
+
Toc toc.
"Splendoreee! Svegliaaa! Aprimiiii"
Odiavo Louis, era ufficiale. Con estrema fatica mi alzai dal letto e aprii la porta.
"Wow, sei orrenda"
"Grazie, davvero gentile", ridacchiò ed entrò in camera con un vassoio pieno di cibo.
"Visto che non ti sei presentata a colazione, ho pensato di portarti la colazione! E questa è una cosa che non ho mai fatto per nessuna donna, quindi reputati fortunata!"
"Bene, sei riuscito a farti perdonare per il brusco buongiorno", gli diedi un lungo bacio sulla guancia e gli presi il vassoio dalle mani.
Mentre mangiavo Louis cominciò a raccontarmi della serata e di quanto fosse stata 'brava' la sua nuova amica. Passammo la mattinata a ridere e scherzare, fino a quando non se ne andò e mi avvisò che ci saremmo visti direttamente alle 19.30 per cenare prima del concerto.
Visto che avevo a disposizione un intero pomeriggio, decisi di andare un po' in giro per la città e ne approfittai anche per comprare qualche vestito nuovo. Quando fui piuttosto soddisfatta dei miei acquisti, tornai in hotel per preparami.
Visto che a Berlino c'era davvero molto freddo, non mi azzardai a mettere il vestitino, optai invece per dei jeans a vita alta tagliati alle ginocchia, una camicetta semplice e le mie nuove scarpe col tacco a spillo rosso fragola. Scesi nella hall e li trovai tutto lì, così ci avviammo verso il ristorante dell'hotel. Mentre cenavano, l'argomento principale fu la festa della sera prima e i ragazzi cominciarono a raccontarmi ciò che già sapevo grazie alla chiacchierata  di quella mattina con Louis.
"Niall era davvero ubriaco! L'ho dovuto portare fuori per cercare di farlo riprendere!", Liam stava morendo dalle risate mentre raccontava la storia.
"Beh, forse era meglio restare dentro.. Vero Harry?", mi voltai subito verso Niall, incuriosita da quella affermazione. Harry era rimasto impassibile, continuando a mangiare. Louis, consapevole del fatto che stessi morendo di curiosità, chiese quello che io non avevo il coraggio di chiedere.
"Perché, che è successo?", si rivolse direttamente ad Harry, il quale non sembrava avere nessuna intenzione di rispondere. Infatti, lo fece Niall al posto suo.
"Era fuori con le mani occupate a vagare tra le mongolfiere di una bionda!", scoppiò a ridere.. Solo.
L'aria al tavolo si era fatta pesante: Liam si era reso conto quasi subito che quell'informazione sarebbe stato meglio non riferirla, Louis sapeva già tutto e guardava in cagnesco Harry. Lui, dal canto suo, continuò a mangiare.
L'unico a non rendersi conto della situazione era Niall, che continuò nel suo racconto particolareggiato.
"Praticamente si stavano mangiando la faccia e la mano di Harry non si vedeva praticamente più. Appena ci ha visti, però si è allontanato e l'ha portata dentro. Poi posso solo immaginare cosa sia successo. Vero, Harry?", gli rivolse un sorriso malizioso e quell'idiota ebbe anche il coraggio di ricambiarlo. Non ci vidi più per la rabbia: mi alzai dal tavolo e salii subito le scale per raggiungere la camera.

HARRY'S POV
"Harry, sei un coglione", Liam mi diede una bella pacca sulla spalla.
"Allora, non mi dipingete come un mostro, ok? È lei che ha cominciato! Non sono così stronzo come credete! E tu", mi rivolsi verso Louis,"smettila di immischiarti! Sapevi perfettamente che mi ero portata a letto quella, perché hai fatto questa scenetta a tavola?", ero furioso, anche il mio migliore amico mi aveva lasciato solo in questa storia.
"Perché era l'unico modo per farti capire che grandissima stronzata hai combinato! Un bacio non é una scopata e tu lo sai! Quindi, il minimo che tu possa fare adesso è andare da lei e smetterla di fare il bambino! Ti piace, vaglielo a dire! Perché devi fare finta che non significhi niente per te?".
Rimasimo a guardarci fisso negli occhi per quelli che sembrarono minuti, dentro di me una lotta eterna infuriava: dovevo continuare a arr l'orgoglioso o uscire gli attributi e dichiararmi? Sapevo cosa provavo per lei, l'avevo capito già da un po, quindi perché aspettare?
"Fanculo", mi alzai e raggiunsi subito l'ascensore.
+
"Emily, apri! Ora! Dobbiamo parlare", era da un po' che bussavo senza ricevere risposta, nonostante la sentissi muovere dentro la stanza.
"Senti, è inutile che fai così! Tanto resto qui fino a quando non decidi di uscire e non mi interessa se..", la porta si aprì e la vidi uscire velocemente dalla camera, dirigendosi verso l'ascensore.
"Dove stai andando?", le stavo praticamente correndo dietro.
"Sto uscendo, Dean mi sta venendo a prendere", mi si gelò il sangue e subito presi il suo braccio per farla girare.
"Che significa che Dean sta venendo? Tu devi venire al concerto", la guardavo negli occhi e per la prima volta vidi nel suo sguardo qualcosa che somigliava terribilmente alla rabbia.
"Significa che abbiamo un appuntamento e che per una volta posso prendermi il giorno libero da te e i ragazzi, quindi, se mi lasci il braccio mi fai un gran favore. Sono già in ritardo e non voglio farlo aspettare", lasciai la presa sul suo braccio e la vidi girarsi per raggiungere l'ascensore.
"Emily"
"No, Harry", non si era neanche voltata a guardarmi.

EMILY'S POV
Ero stata dura con lui e l'avevo visto davvero ferito. Ma ero troppo arrabbiata, era vero che io avevo baciato un altro ragazzo ma era palese che fosse stata una ripicca, invece lui mi aveva semplicemente scordata per farsi un'altra. Sapevo di essermi presa una cotta per lui, ma il fatto che ci fossi rimasta così male era la prova che Harry ormai era diventato qualcosa di molto più importante, e non potevo fare nulla per cambiare la situazione.
La serata passò davvero in fretta tra risate e discorsi seri, mi aveva raccontato tanto di lui e mi aveva chiesto tante cose, però sapevo che mancava un qualcosa nelle nostre discussioni, quella malizia e complicità che invece avevo trovato in Harry. Cercai di pensarci il meno possibile e la buona compagnia di Dean, in parte mi fece raggiungere l'intento. Era già mezzanotte, quando Dean mi riaccompagnò in hotel: quella sarebbe stata l'ultima volta che ci saremmo visti.
"Dean, grazie davvero per la splendida serata"
"Oh, è stato un piacere per me averti avuta a disposizione tutta la sera. Mi ha fatto piacere che tu ci abbia ripensato.. Davvero"
"Anche a me", una leggera risata riempì il silenzio che si era creato e vidi il suo sguardo diventare più intenso: sapevo cosa voleva, ma non potevo.
"Dean, io ti reputo un ragazzo meraviglioso, davvero, però.."
"Però non sono Harry", lo stomaco mi si attorcigliò appena sentii il suo nome.
"Già..", era inutile fingere con lui.
"Beh, spero solo si renda conto di quanto è fortunato! Addio, Emily", mi lasciò un bacio tra i capelli e se ne andò.
Ero fiera di me: ero riuscita a non combinare cavolate. Presi l'ascensore e mi trovai davanti l'unica scena che non mi sarei mai aspettata di vedere.

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