Mi mancava l'aria, camminavo per i corridoi dell'hotel sentendo solo i tonfi dei miei passi attutiti dalla moquette. Vagavo per quel labirinto di piani e scale, in cerca di aria. Raggiunsi il terrazzo il cui ingresso era vietato alla clientela, ma erano ormai le 4 di notte, era improbabile che qualcuno venisse a controllare e se anche fosse successo non me ne sarei neppure accorta. Appena l'aria fresca colpì le mie narici, sentii le lacrime affiorare. Non riuscii a trattenere il mio corpo: urlai, agitai le braccia al vento, imprecai e strinsi forte i miei capelli tanto da farmi male.
Sentivo il mio corpo tremare a causa dei singhiozzi e della rabbia e del dolore..
Non poteva essere vero, era un fottuto scherzo del destino!
Avevo sempre avuto ragione: abbassare la guardia significava strazio e dolore.
La notte era limpida e silenziosa, ad eccezione di qualche clacson..
Presi velocemente il pacchetto di sigarette che portavo nella giacca, afferrai con mani tremanti e nervose la sigaretta e l'accesi velocemente.
Dopo poche potenti boccate sentii finalmente il mio corpo rilassarsi, le mie lacrime seccarsi sulle guance e il mio tic al piede placarsi.
Risi, risi forte, tanto da non riuscire a respirare e a dovermi piegare in due. Era una risate isterica, dettata dal nervosismo e dal dolore.
Poi ripensai a lui e a tutto quello che sarebbe accaduto di lì a pochi mesi..
Sentii un conato di vomito farsi strada ma cercai di ricacciarlo giù. Asciugai una lacrima solitaria e scesi velocemente le scale per andare in camera.
Avevo preso la mia decisione.
HARRY'S POV
"è incinta, Emily", sentii la mia voce incrinarsi e strinsi le mani a pugno.
Vidi le sue spalle tese scendere giù, il suo sorriso svanire dal suo meraviglioso viso e i suoi occhi gridare di rabbia.
La guardavo e lei guardava me e non c'era niente che lei potesse dirmi o che io potessi dirle per poter risolvere la situazione.
Avrei voluto annullare la distanza tra noi, stringerla forte a me e dirle quanto l'amassi e quanto avevo sperato che si rendesse conto che non potevamo stare lontani l'uno dall'altra. Avevo pregato affinché non mi allontanasse più, affinché ammettere che Carter era un semplice ripiego temporaneo, ma la tempistica non era mai stata dalla nostra parte.
Strinse forte gli occhi, quasi volesse nascondere ed imprimere allo stesso tempo quell'immagine, e poi fuggì dal corridoio, a passo svelto.
Appena si allontanò sentii l'aria mancare e i miei piedi si avviarono verso di lei per seguirla..
Harry, che stai facendo?
Mi bloccai in mezzo al corridoio e poggiai la testa al muro.
Avevo rovinato tutto, avevo mandato a puttane l'ultima mia possibilità di essere felice..
Il mio pugno colpì forte la parete, lasciandolo deformato. Il dolore alle nocche però non riuscì a distrarmi dai miei pensieri.
Un bambino.. Non ero pronto per un bambino! Ero ancora troppo giovane, troppo immaturo! E di certo non ero innamorato di Mandy! Ero felice, ovvio.. Sarebbe comunque stato un dono, ma.. Avevo pensato che sarebbe arrivato tra molto più tempo, magari con Emily.
Sentii le lacrime solcare le mie guance e non tentai neppure di asciugarle, entrai in camera chiudendo la porta.
La stanza era totalmente buia, ma riuscivo a distinguere la sagoma di Mandy sdraiata sul letto..

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The Journalist
FanfictionL'amore non è mai facile, vive di ostacoli e intemperie, vive di dolori e sofferenze, eppure vive e si nutre di sguardi, di parole sussurrate durante la notte, di baci rubati.. Cosa succede quando due anime si vedono, ma si vedono davvero, nude, uni...