Capitolo XII

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Ore 15.30 – Mosca, Casa di Dimitri

<< Quindi le sembra che i russi rimangano comunque diffidenti, nei suoi confronti? >> disse McDonall dall'altra parte del telefono, pensieroso. << In parte lo sono di natura, ma strano che lo siano così tanto... Evidentemente credono che ci sia qualcosa sotto >>.

Irina spostò la sedia dal tavolo della cucina, giocando con il telecomando del televisore spento.

<< Forse non siamo stati abbastanza convincenti >> disse lentamente, << Io e Dimitri non siamo stati lineari: all'inizio sembrava che fossi io a dettare le regole tra noi due, ora lui si dice perfettamente libero di fare quello che vuole, e che collabora con me solo per liberarsi del debito che dovrebbe avere nei miei confronti, visto che dovrei averlo fatto scappare... Boris e Todorov avranno sicuramente intuito che c'è qualcosa di strano, no? >>.

<< Può darsi >> convenne McDonall, << Se date l'idea che in realtà non collaboriate per davvero, potrebbero accorgersi di qualcosa. Sapevo che il russo sarebbe stato un problema... >>.

Irina guardò istintivamente verso le scale che portavano di sopra, dove c'erano sia Dimitri sia Yana, chiusi in quella sorta di camera privata come quasi tutti i pomeriggi che avevano trascorso lì.

<< Fino ad ora si è comportato abbastanza... bene, a parte qualche "piccolo episodio" >> disse, << Non mi ha dato modo di pensare che stia tramando qualcosa... >>. Le venne in mente l'episodio della pistola, ma quello era colpa sua. E anche se qualche volta aveva pensato di avergli lasciato troppa libertà, tipo lasciarlo da solo con i suoi cugini, a mente fredda si rendeva conto si essere troppo apprensiva.

<< D'accordo, ma dovete chiarire cosa c'è sotto >> disse McDonall, << Se c'è qualcosa del passato di Dimitri che dobbiamo sapere, deve venire fuori. Se ha un vero motivo per volersi mantenere "indipendente", deve farcelo sapere. Non possiamo rischiare... Chiaritevi e decidete come muovervi >>.

<< Ci proverò, ma non credo sarà facile >>.

<< Il patto era chiaro: Goryalef doveva collaborare >> ribatté McDonall, << Se è venuto lì per fare di testa sua, lo facciamo tornare negli Stati Uniti immediatamente... E la prossima volta, consultatevi prima di avere la brillante idea di farci organizzare anche un finto gruppo di messicani spacciatori di droga... >>.

Irina fece una smorfia, imbarazzata. Ne aveva parlato con White poco prima, e anche lui non era stato particolarmente entusiasta della cosa: la trovata di Dimitri era geniale solo per lui...

<< D'accordo, ha ragione... >> convenne, << Dovremmo essere una squadra, e agire di comune accordo, e non continuare a darci addosso >>.

Salutò il Vicepresidente e sospirò: sì, sicuramente Dimitri nascondeva qualcosa del suo passato, che aveva a che fare con ciò che era ma soprattutto sul perché se ne fosse andato dalla Russia. Qualcosa che non lo rendeva entusiasta al cento per cento di essere tornato a casa.

"Dobbiamo parlare, questo è sicuro. Se vuole dare l'idea di essere completamente libero, devo sapere perché".

Era il caso di approfittarne, visto che si sentiva abbastanza determinata da poter affrontare le frecciatine del russo. Qualunque cosa stesse facendo la sopra, doveva scendere e parlare con lei. Bisognava solo capire come farlo nel migliore dei modi.

Salì le scale che portava di sopra e fissò la porta chiusa. Non voleva che entrasse? Non sarebbe entrata, allora.

"Ok, non lo far innervosire... Meglio essere cauti e non irritarlo".

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