Ore 23.10 – Mosca
Irina rimase a fissare il volto della persona che aveva davanti, senza riuscire a respirare, a formulare un pensiero coerente... Il cervello si spense, i piedi rimasero incollati al pavimento, le braccia distese lungo i fianchi come se qualcuno le avesse gettato addosso un sortilegio malvagio... Forse anche il suo cuore si fermò, smettendo di battere e facendola sentire quasi soffocata...
William Challagher era di fronte a lei, vivo, libero e reale. Non era più solo un incubo, un sogno dai contorni neri e bui... Non era più il fantasma di un ricordo, sfocato ma doloroso, passato ma ancora presente...
Era uguale, uguale a come lo ricordava. Solo i capelli, più corti, e una cicatrice sul sopracciglio, gli mostravano che era passato del tempo, dall'ultima volta che si erano visti, ma la sua espressione era sempre la stessa: quel misto tra compiacimento, superiorità e menefreghismo che l'aveva sempre contraddistinto. E anche il suo ghigno era rimasto immutato: il ghigno del vincitore, del più forte, di quello che aveva in pugno la situazione...
Lo Scorpione era tornato.
Di fronte alla sua faccia, il cervello di Irina andò completamente in tilt.
"Non è possibile, dovrebbe essere in carcere...".
Il panico le saltò addosso, fino a farla arretrare e andare a sbattere contro il muro... E quegli occhi scuri, quegli occhi che aveva cercato di dimenticare, non si staccarono da lei, con quello stesso luccichio che l'aveva sempre terrorizzata...
Forse era solo un brutto sogno, un altro dei suoi incubi... Magari aveva preso un abbaglio, magari si era ubriacata e ora vedeva cose che non esistevano... William non doveva essere lì... William doveva essere dietro le sbarre, a San Francisco...
<< E' un sacco di tempo che non ci vediamo, bambolina >> disse lo Scorpione.
Al suono di quella voce, suadente ma piena di ricordi, la paura la travolse. In un attimo, ripiombò nel passato, quando era ancora la numero tre dellaBlack List, quando la libertà era una cosa che poteva solo sognare, quando il dolore faceva parte della sua vita... Quando ancora lei era la bambola dello Scorpione.
Indietreggiò, il fiato corto, senza sapere cosa fare. Non esisteva un piano per quello, non aveva mai immaginato di riaverlo davanti...
William sorrise di fronte alla sua reazione. Si avvicinò, e disse, tranquillo: << Non ti è piaciuta la sorpresa, vedo... >>.
Irina rimase inchiodata dov'era, mentre lo guardava avanzare, la paura troppo forte per farla muovere, perfino per farla respirare...
William tirò fuori una pistola, e gliela puntò alla testa, il ghigno dipinto sul volto, gli occhi che brillavano. Alzò la mano libera e giocò con una ciocca dei suoi capelli, inspirando a fondo, come se potesse catturare l'odore della sua pelle... Come un felino intorno alla sua preda, la studiò in silenzio, la consapevolezza di essere più forte addosso.
<< Rispondi alla mia domanda, bambolina >> sussurrò lui, << Perché mi volevi liberare? >>.
Silenzio. Il cervello di Irina colse la domanda, ma si rifiutò di rispondere. Il cuore batteva disperato, il respiro era mozzo... Quello era un incubo, doveva svegliarsi... Era tutto falso, una montatura...
<< Perché mi volevi liberare, Irina? >>.
Al suono del suo nome, qualcosa le scattò dentro la testa. Qualcosa che non aveva niente a che fare con la paura o con i ricordi.
Era rabbia. Rabbia vera, rabbia per l'ingiustizia delle cose. Rabbia per la sfortuna che non la voleva abbandonare, e che faceva solo finta di scomparire...
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Russian Roulette
ActionSeguito de "Il Gioco dello Scorpione". Sono trascorsi due anni da quando lo Scorpione è finito dietro le sbarre, due anni da quando Irina è tornata a essere una ragazza normale e due anni da quando tutto nella sua vita ha iniziato a prendere la gius...