Ore 10.00 – Rostov, Hotel Lady B.
La sveglia del cellulare iniziò a trillare all'improvviso, forte e fin troppo chiara nel silenzio della stanza, rimbombando tra le pareti bianche della camera. Irina afferrò rapidamente il telefono e la disattivò, poi con un sospiro lasciò cadere le braccia sul lenzuolo, fissando il soffitto appena rischiarato dalla fioca luce del tardo mattino.
Cercò di fare mente locale, per ricordare chi avesse messo la sveglia... Non era stata lei, ne era certa. La sera prima ricordarsi di doversi svegliare presto non era stato certo il suo pensiero più importante...
Scosse il capo, cercando di snebbiare la mente... Sì, ora ricordava. Era stato Dimitri: le aveva detto di andare a letto, dopo averle intimato di farsi una doccia calda, e poi doveva averle inserito la sveglia nel cellulare, per essere sicuro che almeno si presentasse alla gara del giorno dopo.
La corsa partiva a mezzogiorno, quindi aveva ancora due ore per prepararsi e rimettersi in quadro. Solo quando si mise a sedere, le piombò di nuovoaddosso tutto quello che era successo la sera prima...
Non aveva più lacrime da versare, le aveva terminate, ma sentiva comunque quel dolore sordo e profondo che le arrivava dal cuore. Non aveva avuto tempo di pensare a qualcosa, dopo essersi fatta la doccia, perché non aveva nemmeno cercato di indugiare sulla questione: era subito piombata in un sonno senza sogni, senza nessun pensiero, sfinita.
"No, non devo pensarci... Ora la mia unica priorità è la missione. Devo portare a casa un risultato, costi quel che costi".
Si vestì in fretta, sentendo lo stomaco che brontolava, ma non aveva voglia di mangiare. Tuttavia, doveva farlo, perché avrebbe dovuto guidare per ore, e non poteva rischiare di non avere energie sufficienti a mantenere la concentrazione...
Prese il cellulare, se lo mise in tasca, e si avviò verso la porta, stranamente imbambolata. Si sentiva strana, come avvolta in una sorta di nebbia che rendeva ciò che la circondava surreale. Ma sapeva che era solo una sensazione dovuta a come si sentiva dentro, alla confusione che si portava dietro.
Aprì la porta e andò a sbattere contro Dimitri, che forse stava per bussare per chiamarla.
<< Scusa... >> mormorò, ignorandolo quasi, sempre diretta di sotto.
Dimitri la guardò con una strana espressione, poi la seguì, scettico.
<< Dove stai andando? >> chiese.
Irina continuò per la sua strada, guardando per terra.
<< A fare colazione >> rispose.
Dimitri non aggiunse niente, e continuò a seguirla. Raggiunsero il bar e Irina ordinò il caffè più forte che c'era, aggiungendoci poi un tramezzino farcito e un paio di biscotti. Ingurgitò tutto sotto lo sguardo sempre più perplesso del russo, che sorseggiava qualcosa con un sopracciglio inarcato.
In quel momento, non le interessava cosa stesse pensando di lei Dimitri; non le importava nemmeno del fatto che l'avesse trovata seduta per terra a piangere sotto la neve, che in qualche modo si fosse preso cura di lei costringendola ad andarsene a dormire e puntandole la sveglia... Aveva imparato che non avrebbe mai dovuto giustificarsi davanti a lui; che anche di fronte alle sue sciocchezze, Dimitri non avrebbe mai espresso un giudizio.
<< Sei sicura di stare bene? >> chiese il russo, neutro, guardandola mangiare con poca voglia ma con determinazione.
Irina alzò lo sguardo su di lui, e si accorse che nei suoi occhi grigi c'era qualcosa di diverso... Non si soffermò a cercare di capire cosa fosse, ma rispose velocemente: << Sì, sto bene. Come ci dividiamo oggi, a guidare? >>.
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Russian Roulette
ActionSeguito de "Il Gioco dello Scorpione". Sono trascorsi due anni da quando lo Scorpione è finito dietro le sbarre, due anni da quando Irina è tornata a essere una ragazza normale e due anni da quando tutto nella sua vita ha iniziato a prendere la gius...