Capitolo XVI

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Ore 22.30 – San Pietroburgo

Xander fissò la mano del russo che a pochi metri da lui stava per dare inizio alla gara, e con la coda dell'occhio si accorse che Nina lo stava guardando, appoggiata alla sua TT bianca. Per un attimo gli venne voglia di ricambiare lo sguardo, e darsi quell'aria da pilota navigato che gli veniva così bene, più che altro per farle capire con chi aveva a che fare. C'era un tono di lieve e maliziosa strafottenza nella voce della ragazza, quando parlava con lui, che gli dava l'idea che lo considerasse quasi un ragazzino: sensazione nuova per lui.

Alla fine si trattenne, ma si accorse che Nina stava correndo verso di lui, facendo un cenno al russo per dirgli di attendere un momento. Come se avesse le ali ai piedi, la vide raggiungere leggiadra la sua auto. Xander abbassò il vetro del finestrino, pronto a un altro commento dei suoi.

Il volto perfetto di Nina si abbassò fino a raggiungere il suo, e Xander si scostò impercettibilmente, stupito da quella vicinanza. Gli arrivò una zaffata di profumo provocante alle narici.

<< Tieni d'occhio Nil, il tipo della Jaguar grigia >> sussurrò Nina, facendo un cenno verso sinistra, << Ti ha preso di mira >>.

Xander guardò dove aveva indicato: la Jaguar XK modificata sembrava uno strano miscuglio di stili, un po' punk e un po' elegante, decisamente di scarso gusto. Intravide la testa ricciola di Nil, e annuì, cercando di capire quanto potesse essere pericoloso.

<< Ok, grazie >>.

Nina sorrise, sfiorandogli un braccio con la mano, cosa che incredibilmente gli fece scorrere un brivido lungo la schiena.

<< Non c'è di che, americano >> sussurrò lei, poi ritornò verso la sua macchina e fece cenno che la gara poteva iniziare.

Xander seguì con gli occhi il movimento sinuoso di Nina, che ondeggiava elegantemente sui tacchi alti. Fare due più due non era difficile: quella ragazza sembrava particolarmente interessata alla sua sorte, e non poteva che essere un vantaggio.

Però c'erano diversi problemi, e a Xander montò l'ansia addosso.

Prima di tutto, aveva capito che genere di ragazza era Nina: definirla una di "facili costumi" era quasi un complimento. Amava giocare con il suo corpo, ed era consapevole di essere bellissima e molto attraente: forse si comportava in quel modo protettivo con tutti i nuovi arrivati, per illuderli di avere qualche speranza con lei. Ma qualcosa nella sua testa gli disse che non era così.

Secondo, se davvero Nina provava un certo interesse per lui, avrebbe dovuto sfruttare quell'occasione per farsi strada tra i russi, e ciò apriva una molteplicità di scenari, ai suoi occhi. E gli asciugò la gola, perché sapeva benissimo cosa significava.

Negli ultimi due anni, aveva avuto la fortuna di non incontrare mai nessuna ragazza nelle proprie missioni, e di conseguenza non si era mai trovato in situazioni "scomode" e tutto quello che evidentemente comportavano. Niente finte love-spy-story, niente tentativi di seduzione per ottenere informazioni, niente di niente, da quel punto di vista.

D'un tratto, la catenella al suo collo si fece pesante, quasi fosse fatta di piombo. Prima di Irina, le cose erano state molto diverse: se doveva andare a letto con qualche ragazza, non c'erano problemi; se doveva far finta di avere un debole per qualcuna, non c'erano problemi; se doveva lasciarsi sedurre dalla gallinella di turno, non c'era nessun problema. Ma adesso, adesso la situazione era cambiata... Decisamente cambiata.

Adesso c'era Irina a far parte della sua movimentata vita.

Non ci stava a tradirla, anche se era per lavoro. Non ci stava a passare la notte con un'altra che non fosse lei, anche se era necessario per far andare avanti la missione. A dir la verità, non sentiva nemmeno la tentazione. E poi come l'avrebbe presa lui, se lei fosse stata al suo posto?

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