Capitolo XLIX

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Ore 9.00 – Mosca, Appartamento di William

"Inizio a pensare che la Lince si sia dimenticata di me..."

Irina guardò lo schermo del cellulare, inesorabilmente spento, poi spostò i suoi occhi sul cielo grigio fuori dalla finestra, pensierosa. Forse avrebbe dovuto preoccuparsi prima della cosa, ma solo ora si rendeva conto che ormai erano passate quattro settimane dall'incontro che era saltato, e la Lince non si era fatta vedere né sentire.

La prima cosa che avrebbe dovuto pensare era che forse la Lince aveva capito che collaborava con la polizia, ma qualcosa le diceva che in realtà lei non aveva commesso nessun errore, se non vedere Xander di nascosto quando lui si era presentato alla gara, quattro giorni prima. Inoltre, l'incontro era stato piuttosto breve, ed erano stati attenti...

Era come se un sesto senso le dicesse che in realtà doveva solo aspettare. Che attendere era solo un'altra prova a cui la stava sottoponendo la Lince. Non poteva essersi dimenticata di lei, ne era sicura. Aveva vinto la Mosca-Cherepova, nonostante avesse tutti contro, e solo quello doveva convincerla che faceva sul serio...

Gettò un'occhiata verso la camera da letto, dove William dormiva ancora, e si domandò se lui potesse essere il motivo per il quale la Lince non si faceva viva. In fondo non lo conosceva davvero, visto che lo Scorpione aveva concluso degli affari in passato con qualcuno che era un impostore... Forse non si fidava di lui, e perciò non avrebbe incontrato neanche lei...

Lasciò vagare lo sguardo per la stanza, e sospirò.

Da quando aveva fatto pace con Xander, la missione le sembrava meno difficile del previsto. Era come se una parte della sua mente si fosse liberata, e ora riuscisse a pensare con vera lucidità a quello che doveva fare. Tutto le sembrava incredibilmente più fattibile; non facile, ma possibile. Gli ostacoli rimanevano, ma apparivano meno alti di quanto lei li aveva creduti.

Se però voleva essere sicura di arrivare da qualche parte, non poteva stare proprio con le mani in mano.

Prima di tutto, doveva accertarsi che la Lince si ricordasse ancora di lei, e per farlo doveva parlare con uno dei Referenti. Sicuramente qualcuno di loro avrebbe saputo dirle qualcosa.

Prese il cellulare e cercò il numero di Boris nella rubrica, esitando un momento. Faceva bene a farsi sentire, oppure no?

"Almeno provo a sondare il terreno... Rimanere ad aspettare mi fa sentire in colpa...".

Iniziò la telefonata, e prima di sentire la voce di qualcuno dovette aspettare parecchi secondi. Quando ormai stava per mettere giù, Boris rispose.

<< Fenice? >> disse solo.

<< Sì, sono io >> rispose lei, << Ho bisogno di parlare con te un momento >>.

<< Che c'è? Problemi con la gara dell'altra sera? >> domandò il russo, con una nota di fastidio nella voce.

<< No, non riguarda le corse. Riguarda la Lince. Dovevo incontrarla, ma da quando è saltato l'incontro non ho sentito più nessuno. Non posso continuare ad aspettare senza sapere niente >>.

Ci fu un momento di silenzio dall'altra parte, poi Boris rispose, la voce stranamente neutra: << Aspettare è l'unica alternativa che hai. La Lince non dimentica mai, e se non si è fatta sentire un motivo ci sarà. In più, l'arrivo di Challagher non ti ha messo in buona luce >>.

<< Che vuoi dire? >>.

<< Stavi con Dimitri, prima che lui arrivasse. E Dimitri è uno di noi, forse il più rispettato. La Lince dubita di te per questo, forse, e vuole sondare il terreno, accertarsi che tu sia effettivamente affidabile. Molti di noi ti considerano una traditrice >>.

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