Capitolo XLIII

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Ore 23.00 – Mosca, Zona Nord

Irina inchiodò la Punto sulla linea di partenza, sentendo le ruote fischiare sull'asfalto, la gente intorno che borbottava e la fissava sprezzante, infastidita dalla sua vittoria. Lasciò raffreddare gli animi, prima di scendere per andare a incassare il suo premio.

Era stata una gara facile: era mercoledì, e la maggior parte dei piloti clandestini non si faceva vedere. Era il sabato che si scatenavano, e ora che Irina riaveva la sua Punto non vedeva l'ora di prendere parte alle corse vere, quelle a cui era abituata un tempo. Da quando riaveva la sua macchina, la voglia di competere le era tornata, più forte e travolgente di prima.

L'aria fredda della notte le diede un'ulteriore carica, e a passo deciso si diresse verso Boris, un ghigno soddisfatto sul volto.

<< Ottima gara, Fenice >> disse solo lui, porgendole il denaro. Chiaramente non sembrava felice per la sua vittoria, ma fare buon viso a cattivo gioco era il suo mestiere.

Irina lo prese, sentendosi strana, e con un cenno del capo lo ringraziò. Senza aggiungere niente si voltò e si diresse verso la Bugatti nera parcheggiata un po' in disparte, dove William la aspettava, un sorrisetto dipinto sul volto e le braccia incrociate.

<< Quanto mi piace, quando fai la dura... >> disse, divertito.

Irina gli sorrise. Non sapeva cosa stava accadendo tra loro due, ma sapeva che William le aveva riportato la sua Punto, e in qualche modo le aveva ridato speranza. Aveva fatto qualcosa per cui gli sarebbe stata grata per sempre, al di là di tutto quello che era accaduto tra loro nel passato.

Gli porse il denaro, ma lui fece cenno di no con la testa.

<< Adesso mi faccio io una gara. Domani avremo un bel gruzzolo da spendere >> rispose.

Le schioccò un bacio sulle labbra, poi aggiunse: << Aspettami qui, non scappare, bambolina >>.

Irina annuì e lo guardò portare la Bugatti sulla linea di partenza. Sarebbe stata una gara facile per lui, esattamente come lo era stata per lei. Mettere qualche soldo da parte avrebbe potuto tornargli comodo...

Con la coda dell'occhio vide qualcosa muoversi un centinaio di metri più avanti, e l'inconfondibile Audi R8 color carbonio di Dimitri fece capolino per un istante, riportandola immediatamente alla sua missione. Si guardò intorno preoccupata, ma appena sentì il rombo dei motori delle auto che partivano, siinfilò nel vicolo più vicino e come aveva immaginato l'Audi era già lì, ferma e a fari spenti.

<< Hai qualche notizia da darmi? >> domandò subito lei, vedendo Dimitri scendere dall'auto serio. Ormai era abituata a incontrarlo in quel modo, quindi non gli rimproverava più né l'avventatezza né la pericolosità di trovarsi così vicino ai russi e allo Scorpione.

<< No, a parte che Challagher ha ammazzato un meccanico per riavere la tua macchina >> rispose Dimitri, quasi seccato, << Immagino che questo non lo avessi calcolato... >>.

Irina rimase di sasso, e improvvisamente ricordò esattamente chi era William e ciò che era stato... Aveva ucciso, e lei aveva dimenticato tutto quello solo perché le aveva ritrovato la sua macchina. In più, aveva ammazzato per riportarle la Punto. Chiunque fosse la vittima, anche se lei non la conosceva, si sentì profondamente in colpa. Era stata decisamente egoista, non preoccupandosi di come lo Scorpione fosse riuscito a ritrovare, riportare e mettere a posto la sua auto.

Dimitri la guardò come se fosse irritato dal fatto di dovergli dare quella notizia. O forse c'era qualcos'altro sotto?

<< Sei venuto per questo? >> domandò lei alla fine, per togliersi di dosso quella sensazione che improvvisamente le era piombata addosso.

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