Capitolo XXX

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Ore 06.00 - Yaroslav, Hotel Pan

Irina si svegliò lentamente, la luce fioca del primo mattino che brillava dietro le sue palpebre chiuse, con la forte sensazione che qualcuno la stessefissando, anche se non ne era certa. Il formicolio che avvertiva sulla pelle però era il segnale che comunque c'era qualcuno in quella stanza, a parte lei... Tuttavia, non aveva voglia di aprire gli occhi: voleva ancora godere di quel calore che sentiva scorrere nel corpo, quella sensazione di assurda pace che aveva addosso...

Poi sentì un sussurro e la porta chiudersi con un tonfo sordo, e capì che ora era davvero sola. Non allungò il braccio per provare a sentire se ci fosse qualcuno, di fianco a lei; rimase ferma, stringendo nella mano un lembo del lenzuolo caldo, e aprì gli occhi.

La camera era vuota; sottosopra, ma vuota. Si mise a sedere, individuando i suoi abiti sparsi per il pavimento, le lenzuola metà a terra metà sul letto, le sedie spostate, un cuscino sul mobile... Ma nessun'altro, a parte lei. Nessuno, in quella stanza stranamente calda, eppure così estranea.

Sospirò.

Non si era aspettata di trovare Dimitri accanto a lei, né sveglio né tantomeno addormentato. Né si era illusa di poter aprire gli occhi e sperare di sentirlo rivolgerle un saluto di buon giorno, oppure un semplice sguardo gentile. Non era il tipo per quelle cose, e dopo quella notte lo capiva ancora di più. Forse era anche meglio così, però. Perché fingere che andasse tutto bene, che fosse tutto normale, se non lo era?

Si lasciò cadere nel letto, rendendosi conto che le lenzuola quasi bruciavano, sfiorando la sua pelle, come se non riuscissero a liberarsi del calore che le aveva possedute fino a poche ore prima... E subito le vennero in mente le sensazioni che aveva provato, mentre giaceva su quel letto non più da sola, sensazioni che malgrado tutti i suoi dubbi non poteva che definire travolgenti.

Aveva ancora sotto le dita il calore delle cicatrici sulla pelle di Dimitri, che forse avrebbero dovuto spaventarla, ma che invece aveva trovato quasi irresistibili... Una sorta di calamita, che le aveva fatto scoprire che il russo era tutt'altro che un pezzo di ghiaccio...

"Che cosa ho fatto?" pensò, senza riuscire a capire se fosse pentita, amareggiata o solo sorpresa, "Cosa ho fatto? Sono impazzita... Non può essere successo...".

Ma intanto era tutto vero, i ricordi lo confermavano. Le sensazioni erano ancora vivide dentro di lei...

Non lo sapeva se giusto oppure no, però... Però era stato... Bello.

Sì, era stato bello. Per quanto non dovesse dirlo, era stata una notte in cui aveva provato qualcosa di nuovo, che fino a quel momento le era sconosciuto... Qualcosa che fino a pochi giorni prima era stato solo rappresentato da Xander, unico con coi aveva condiviso tutta se stessa fino a quel punto...

Poi si sentì in colpa.

Era andata a letto con Dimitri...

Una serie di pensieri si affollarono nella sua testa, e le fu difficile trovare un ordine.

Perché si era lasciata andare?

Perché aveva deciso di rischiare?

Perché Dimitri l'aveva baciata?

Perché adesso, perché ora?

Guardò il soffitto, senza riuscire a trovare una risposta. Forse era tardi per cercarle. Ormai il danno era fatto...

"Danno? E' stato veramente un danno?".

Si passò una mano sul braccio, ma non riprovò la stessa sensazione che Dimitri le aveva fatto sentire. Lui era stato molto più... caldo. Molto più coinvolgente, più virile, più...

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