9. James

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-Ethan... Svegliati- sussurrò James.
-Mm... Che ore sono?- mugugnò il minore, ancora assonnato.
-Le otto e mezza- affermò il maggiore, osservando la sveglia.
Ethan si alzò di scatto, per poi riaccasciarsi sul letto in seguito ad un giramento di testa.
-E la scuola? Sono in ritardo!- esclamò Ethan, in preda al panico.
-Non mi sembri nelle condizioni di andarci, Et.- commentò James, scuotendo la testa.- Vestiti, ti riporto a casa...- concluse porgendogli un paio di jeans nuovi, una felpa nera, una maglietta a maniche corte grigia e la sua giacca a vento, quella della famosa caduta nel laghetto.
Ethan si affrettò a vestirsi, per poi andare a cercare James, vedendo per la prima volta dove si trovava: il ragazzo, infatti, era stato portato in quella camera nel sonno e non era mai uscito di lì, dati i costanti giramenti di testa.
Il castano aprì la porta, trovandosi davanti un corridoio e, poco distante, una rampa di scale che portava al piano di sotto.
Scese lentamente i gradini di legno bianco, cercando di trovare il maggiore da qualche parte.
Il minore trovò il biondo in cucina, mentre stava preparando la colazione.
-Bevi il caffè?- chiese il maggiore a Ethan.
Il minore scosse la testa, in segno di negazione e si sedette su uno degli sgabelli della penisola, di fronte a James.
-Cosa mangi?- chiese ancora il biondo.
-Non vorrei disturbare, sai...-
-Smettila o mi tolgo la maglietta- scherzò James, facendo avvampare Ethan.
"Sai, non mi dispiacerebbe..." pensò, ma si trattenne.
-Okay. Allora prendo del succo d' arancia.

I due ragazzi fecero colazione con calma, fissandosi e tacendo.
Verdi.
Gli occhi di James erano verdi.
No, non una tonalità qualsiasi di verde, no, proprio quel verde, quel verde carico, speranzoso, quel verde intenso, brillante, quel verde che mai doveva essere sfiorato da lacrime di preoccupazione mai doveva bagnarsi di tristezza, solo gioia meritavano quegli occhi, così belli, così vivi.
-Ethan, cosa c' è?-
Si era incantato. Ancora. Era affascinato, colpito. L' amico più dolce e disponibile, bello e seducente che Ethan potesse trovare, ma non voleva rovinare la loro amicizia con una relazione, non poteva.

"Ma perché mi fai innamorare, James? Cosa ti ho fatto di male. Non puoi farmi soffrire..."

-Eh? Scusa, mi ero incantato.- farfugliò, distogliendo lo sguardo e arrossendo.
-Beh, sei carino quando t' incanti... E ti imbarazzi.- sorrise, arrossendo leggermente a sua volta.- credimi, non ho mai visto degli occhi così profondi... Potrei perdermici dentro.-
-Non credo- lo interruppe Ethan.- ti porterei in salvo, abbracciandoti, in modo che tu chiuda gli occhi, in modo che restiamo insieme, confortandoci l' uno con l' altro, come fanno i veri amici.

"Amici, certo, Ethan. Siamo amici. Solo amici. Mi stupisce la tua ingenuità. Non hai ancora capito che tutto ciò che voglio in questo momento è sbatterti al muro e baciarti. Voglio soffocare tra le tue labbra, affogare nei tuoi occhi, stringerti tra le mie braccia.
Placa gli ormoni, James, Ethan non è qui per soddisfare i tuoi bisogni di affetto. Accontentati di ciò che hai".

-Dai Et, ti riaccompagno a casa. Devi solo indicarmi la strada...- concluse James, alzandosi dalla sedia e capovolgendo le tazze nella lavastoviglie, spolverando il tavolo.
-Grazie, sei un tesoro.-

"Già va meglio. Sei troppo delicato per me, troppo semplice, troppo ingenuo, troppo... piccolo. Sei come una rosa tra le mani di un gigante e io come un ippopotamo in un negozio di vetri soffiati.
Mi sento goffo, instabile, ingombrante.
Tu, invece, sei perfetto. I tuoi occhi, diamine, cosa darei per averli fissi nei miei, a pochi centimetri da me, e sfiorare le tue labbra morbide, delicate, da bambino. Sembro un pedofilo, lo so, ma è questo che sei: un bambino. Ed io è questo che voglio: voglio te.
Ti ho sempre desiderato al mio fianco, se come amico o qualcosa di più non lo so nemmeno io, ancora, ma ho sempre avuto un debole per le tue mani, per la tua voce, per il tuo sorriso, per te.
Amavo ogni tuo movimento, così aggraziato, così innocente. Amo il tuo odore, il tuo carattere, amo la tua timidezza, la tua riservatezza, amo tutto di te.
Ti voglio, ti voglio più di ogni altra cosa.
Lo so, ti conosco da appena ventiquattro ore, ma è come se ti conoscessi da sempre. Ieri mi hai dato la conferma delle mie deduzioni, dei miei pensieri, delle mie osservazioni.
Sei come ti aspettavo, come mi aspettavo che un ragazzo come te potesse essere.
Così dolce, così puro, così perfetto.
No, non è attrazione quella che provo per te, io ti amo, Ethan."

Ethan, io...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora