- Ti amo. -, aveva appena sussurrato Ethan all'orecchio del suo ragazzo, gli aveva lasciato un bacio sul collo e aveva posato il volto sulla sua spalla, inspirando e assaporando più che poteva quel suo dolce odore.
James era rimasto immobile sia all'affermaziome che al suo gesto, fissando un punto immobile davanti a sé senza assecondare il compagno.
- Anch'io, Ethan. Anch'io. - aveva sussurrato flebile, carezzandogli i capelli debolmente.
- James, cosa c'è che non va? Sono giorni che non passiamo un pomeriggio insieme, ti sto stancando? Dimmelo, e farò qualunque cosa pur di renderti felice.Il tono sinceramente preoccupato lo fece rattristare ancora più. Impensierire Ethan era l'ultima cosa che voleva. Immaginò di essere in un prato con l'unico ragazzo che avesse mai amato e vederlo sorridere, senza pensieri, paranoie, senza nessuno che potesse intralciare la loro felicità. Poi, come un lampo, la sua visione si oscurò. Immaginò Butch Norrison davanti a sé che gli strappava Ethan dalle braccia e lo portava via, mentre quest'ultimo di dimenava.
- Ti prego... Rispondimi, mi sto preoccupando.
- Si tratta di Butch. L'altro ieri mi ha parlato... Beh, non proprio. Non voglio scendere nei dettagli, non con te, ma ha scoperto della nostra amicizia. Per ora non sa che stiamo insieme, ma dubito ci vorrà molto prima che lo scopra. Ho paura, Ethan. Mi sento male, ti ho rovinato gli anni del liceo. Mi dispiace, piccolo.
- Tu non hai rovinato proprio niente. Butch l'ha fatto, ma tu hai compensato. E pensa che, senza di lui, a quest'ora non ti conoscerei. - fece un attimo di pausa, guardandolo negli occhi. - Impara ad accettare quello che la vita ti dona, e di una sventura fanne un'opportunità. - concluse, baciandogli le labbra.
James annuì poco convinto, mentre gli passava un braccio intorno alle spalle e lo stringeva a sé.
- Cosa posso fare? Vorrei risolvere questa faccenda, dire a Butch che non mi importa del suo parere, che io ti amo e nessuno potrà mai dissuadermi da ciò, ma allo stesso tempo ho paura che le cose peggiorino. Nessuno deve toccarti, okay? Tu sei solo mio. La tua pelle appartiene a me, le tue labbra appartengono a me. E non voglio baciarti pieno di lividi o con le ferite sulle labbra mezze cicatrizzate. Sono fastidiose, sai? - Ethan lo prese per i fianchi e si stese sul letto, dove era seduto fino a pochi secondi prima; James portò un ginocchio al di là del bacino del minore e lo abbracciò tenendolo per il torace. Gli prese le mani e intrecciò le dita con le sue.
Ethan provò un caldo piacere quando il compagno si chinò sulle sue labbra, facendo scivolare le sue dita affusolate lungo l'addome piatto e regolare.
- Sai, - cominciò James, - ho notato che hai la brutta abitudine di lasciare le cose a metà. - lo provocò sfiorandogli il naso.
- Che intendi dire? - chiese, inarcando un sopracciglio.
- Per esempio, quella volta a scuola. Non è carino lasciare il proprio ragazzo a metà e allontanarlo in quel modo, non credi? - Il biondo lo rimproverò, con un sorriso maliziosamente soddisfatto stampato sulle labbra.
- Non lo so, non me la sentivo di... - i sensi di colpa crescevano velocemente nel minore, che cominciava a sentirsi inadeguato e in torto.
James tornò a sorridere calorosamente e si stese al suo fianco: - Tranquillo, Zuccherino, ti sto solo provocando... Rispetto le tue scelte.
Restarono in silenzio, abbracciati l'uno all'altro per il resto del pomeriggio.
James non sapeva ancora gli esiti del suo compito di fisica, ma poco gli importava, quando era con Ethan. Il minore, invece, aveva già praticamente concluso l'anno scolastico la settimana prima, con l'orale di inglese.Erano le otto e mezza del venti maggio. James allentò la presa sul compagno e fece per scrollarlo.
Ethan mugugnò e si voltò ad ammirare i suoi occhi di smeraldo.
- Avrei una proposta da farti. - James guardava il castano seriamente, sorridendo appena. Ethan annuì leggermente e lo lasciò continuare.
- Il ventidue sarà il mio compleanno, e vorrei passarlo con te.
Il ragazzo dagli occhi di cielo lo guardò scettico, in attesa di chiarimenti.
- 17?
- 17.
- Pensavo li avessi già compiuti. Non sapevo fosse il 22 il tuo compleanno... Beh, in questo caso, aspettati una serata in grande stile. Ci divertiremo, piccolo James. - gli sfiorò il naso con l'indice, come di solito faceva il biondo con lui, mentre sulle labbra aveva stampato un sorrisetto malizioso.
- Io piccolo? E allora tu cosa sei, un lattante?
- Abbiamo solo un anno e mezzo di differenza, Armstrong.
- Resti comunque più piccolo di me.
- Vedremo. Sono troppo piccolo per te? Bene, allora non posso concederti certi privilegi, sai, sono piccolo. Per cominciare, tornerò a baciarti quando avrò compiuto i sedici anni, quindi tra sei mesi. Poi non mi farò più abbracciare da te. I bambini hanno bisogno solo della propria mamma. E, per finire, non usciremo più insieme se non accompagnati da un genitore. Potrei perdermi o finire sotto una , macchina senza un adulto che mi tiene per mano, no? - finì il suo elenco di nuovi provvedimenti ridacchiando, mentre si allontanava progressivamente da James. Finito di parlare, si alzò dal letto, scese le scale e se ne andò, mentre il biondo lo rincorreva non capendo se stesse scherzando o no.---
Perdonate il ritardo, ma qui non c'è internet.
È uscito Trials of Apollo, sclero malec *-*
E... niente, spero il capitolo vi sia piaciuto.
Vi informo che mancano 10, massimo 15 capitoli alla fine della storia, poi comincerò a scrivere la nuova versione. Ringrazio tutti coloro che ancora leggono e commentano questa storia. Vi voglio bene❤
Un bacio,
~Gaia

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Ethan, io...
Romance[COMPLETATA 14/09/2015-7/10/2016] On Wattys 2018 Longlist [In revisione] È difficile andare avanti da soli, dopo che chiunque, persino la tua migliore amica ti ha voltato le spalle. È difficile continuare a vivere, a camminare a testa alta, quando...