Dire che la signora McCollough era rimasta sorpresa era dire poco. Era immobile, con la bocca spalancata e lo sguardo fisso su James, la voce prosciugata. Una nuova sensazione si era fatta largo nel suo petto, come una fastidiosa stretta al cuore, il peso di un errore irreversibile commesso da giovane.
James notò l'espressione della donna e si affrettò ad abbassare lo sguardo, cominciando a mordersi nervosamente il labbro. Si voltò verso Ryan, chiedendo con lo sguardo cosa ci fosse di sbagliato in tutto ciò, dove avesse fallito; il quindicenne scosse la testa in segno di risposta, sorridendogli tristemente.
- Mamma, sta' tranquilla. James è il miglior ragazzo che Ethan potesse trovare. Davvero. - intervenne il quindivenne a difesa del biondo.
- Non è quello... - aveva la voce rotta dai singhiozzi che aveva cercato di soffocare tra le mani. - è che non pensavo che Ethan fosse... Insomma...
Ryan le posò una mano su una spalla, osservandola rassicurante.
- Andiamo, avresti mai visto Ethan al fianco di una ragazza? Sinceramente, mamma. Guardalo. Non dirmi che pensi davvero che avrebbe potuto durare. Ha bisogno di essere protetto, sostenuto, non può essere un punto di riferimento per gli altri. Semplicemente, non sarebbe Ethan.
- Ero convinta che fosse una conseguenza della sua insicurezza, della sua timidezza, pensavo che fosse perché non ha amici... Non per questo.
James si sentì a disagio. Gli capitava spesso di sentirsi sbagliato, inadeguato, fuori posto. Ma mai come quella volta.
- Io... Mi dispiace, non pensavo avrebbe reagito così. - si voltò verso Ryan, che non sapeva cosa fare ancora per aiutare James. - Chiamo Joseph e torniamo a casa. Fammi sapere di Ethan domani, va bene? Ci incontriamo a scuola...
E, detto questo, salutò con un cenno del capo la signora McCollough e il preside e si avviò verso la stanza di Ethan, cercando di trattenere le lacrime.
Chiamò Joseph, osservando il quindicenne con la coda dell'occhio, ma evitando di rivolgergli direttamente lo sguardo.
Si sentì tirare per una mano verso il basso. Si voltò, osservando gli zaffiri di Ethan che lo imploravano di restare.
Il biondo sospirò, sedendosi sul letto.
- Devo andare, Et... Non sai quanto vorrei stare qui, tenerti compagnia, ascoltarti e ridere insieme, ma... Non credo che potrò rimanere a lungo. Temo di non essere piaciuto a tua madre. Non vorrei che mi proibisca di starti vicino... Del resto, facevo parte del gruppo di Butch anch'io prima...
- James, ti prego, rimani... Ho bisogno del tuo sorriso per dimenticarmi del dolore.
Il sedicenne gli accarezzò la guancia, pettinandogli i capelli con le dita e sorridendo dolcemente.Ethan si voltò; Joseph era uscito, probabilmente per lasciare più a lui e a James di salutarsi. Ethan ammirava quel tipo: sapeva quando disturbare e quando no, e lo ringraziava per essere presente per James come quest'ultimo lo era per il quindicenne. Sapeva che anche lui aveva bisogno, ogni tanto, di essere protetto, confortato e aiutato, trattato con delicatezza, come si fa con un bambino piccolo; sapeva di non essere l'unico ad amare gli abbracci dai più grandi, le occhiate dolci e i sorrisi sinceri, sapeva che tutti volevano sentirsi protetti da almeno una persona.
James gli baciò delicatamente le labbra, cercando di non premere troppo sul superiore per provocargli ulteriore dolore, sperando di non dover cessare quel contatto per un gemito o una smorfia di dolore del compagno.
- Tutto bene? - James si assicurò di non aver forzato troppo il minore, posandogli una mano sul petto e accarezzandolo dolcemente.
- Benissimo. Con un ragazzo come te che mi bacia non vedo come potrei stare meglio.Le mani di James scorrevano sul corpo esile del compagno, accarezzandogli i fianchi. Infilò le mani sotto la maglietta del quindicenne, ripercorrendo i fianchi e il torace seguendo la cicatrice che Butch gli aveva procurato alcuni giorni prima. Sentì la pelle del minore accaponarsi sotto il suo tocco freddo, ma i muscoli e la tensione allentarsi, sciogliendosi all'apparenza.
Ad ogni singolo tocco rabbrividiva, cercando di restare il più calmo possibile e non irrigidirsi: era incredibile quanto fosse sensibile a quelle mani.
Ogni centimetro della sua pelle bramava il suo tocco, assorbendolo avidamente quando gli era concesso.Il signor Kevins e la signora McCollough entrarono nella stanza, cercando di non notare il contatto ravvicinato dei due ragazzi e facendo come se niente fosse.
- James, abbiamo i risultati del test - lo avvisò il dirigente, invitandolo con lo sguardo ad allontanarsi per non far svenire la madre di Ethan.
Il biondo raggiunse l'uomo sulla soglia della porta, gettando un occhio sul foglio che aveva in mano. Scosse il capo, non riuscendo a capire cosa ci fosse raffigurato sopra, ma intuì come doveva essere andata: Butch lo aveva spinto per le scale e Ethan, tentando invano di attutire la caduta com le mani, aveva sbattuto i denti sul penultimo gradino, rotolando a terra.
James fece per andarsene, ma venne fermati dalla signora McCollough per un braccio.
- James... Possiamo parlare un attimo in privato?
Il ragazzo annuì, trascinandosi fuori dalla stanza e rassicurando Joseph che sarebbe arrivato dopo pochi minuti, concedendogli di aspettare in macchina.
- Dica tutto, signora.
La donna sospirò, stringendo tra le dita la sua borsa e tenendo lo sguardo basso.
- Sembrava ci fossi rimasto male prima... Scusami, non era mia intenzione offenderti. Non sono contraria alla vostra relazione, ero solo... sorpresa. Comunque si vede che ci tieni a lui, e te ne sono grata. Ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino. Da quando ci sei tu, Ethan è cambiato... Sorride, scherza, persino con Ryan ha un rapporto migliore. E... Beh, mi fa piacere. Fammi sapere se in futuro ti servirà qualcosa, e io farò di tutto per accontentarti, va bene?
James annuì, stringendole la mano.
- Gentile da parte sua, ma davvero, non ho bisogno di niente. L'unica cosa che mi farà sentire meglio sarà vedere Ethan sorridere come prima.
La donna sorrise, salutando il ragazzo e tornando dalla sua famiglia, mentre James raggiungeva Joseph.- Ehi, amico... Grazie. E perdonami se ho badato poco a te, ma ho avuto dei problemi con la madre e...
Joseph gli posò una mano sulla coscia, accarezzandogliela tranquillamente.
- Va bene, sta' tranquillo. Mi ha fatto piacere vederti così felice con Ethan.
Il biondo gli buttò le braccia al collo, stringendolo a sé il più affettuosamente possibile.
Era l'inizio di una nuova, grande amicizia.---
Ho cambiato i tempi.
Da quattro giorni ad una settimana.
Per voi è un problema? Altrimenti torno ad aggiornare come prima...
Coomunque...
Vi sta simpatico Joseph? State attenti, d'ora in poi avrà un ruolo fondamentake nella storia, quindi tenetelo a mente :)
Bene
Detto questo
Torno a sclerare su matematica.
Byee
~Gaia

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Ethan, io...
Romance[COMPLETATA 14/09/2015-7/10/2016] On Wattys 2018 Longlist [In revisione] È difficile andare avanti da soli, dopo che chiunque, persino la tua migliore amica ti ha voltato le spalle. È difficile continuare a vivere, a camminare a testa alta, quando...