18. James

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-Entra, prego.- fece cenno ad Ethan di entrare in casa, indicandogli di aspettarlo in camera sua, al piano di sopra.
Lo seguì velocemente, prendendolo per mano e affrettandosi ad arrivare nella sua stanza.
-Adesso, però, mi spieghi un po' di cose. Come la storia di Ellie. O Butch. Comunque sappi che non avrei mai fatto il primo passo. Volevo addirittura scriverti un bigliettino per chiederti di incontrarci, ma... Non è servito.- dichiarò Ethan sedendosi sul letto.
-Beh, in teoria la dichiarazione spetterebbe a me.- commentò il biondo, girovagando per la stanza.
-E allora che aspetti?- chiese Ethan, sorridendo maliziosamente.
-Sono troppo timido per chiedertelo...- arrossì James, sedendosi vicino al minore.
-Dai, cosa aspetti? Ormai penso saprai la mia reazione...
-Sì, ma...
-James- lo interruppe Ethan- carpe diem- il biondo si fiondò sulle labbra del castano, chiudendo gli occhi e piegando leggermente la testa di lato. Restarono a baciarsi per circa trenta secondi, quando sfiniti e ormai senza fiato si staccarono, fissandosi a vicenda le iridi colorate.
Nessuno dei due era in grado di interrompere quel momento con la parola: erano soli, lontani dagli occhi di tutti e finalmente insieme. Cosa potevano chiedere di più?

-Ellie non mi è mai piaciuta. La usavo più come scusa. E Butch... Beh, Butch potrà dire o fare quello che gli pare- proseguì James dopo alcuni minuti di silenzio, non imbarazzante, ma necessario ai due per riprendersi da tutte quelle emozioni improvvise, quei sentimenti così intensi da disorientare le menti dei due ragazzi.- non importa quel che dirà o quello che farà, non gli permetterò di toccarti un' altra sola volta. Preferisco essere io al tuo posto.-

Ethan scoppiò a piangere, ma non erano lacrime di tristezza, no, erano lacrime di gioia, di consapevolezza, era finalmemte riuscito ad ottenere quello che voleva, era riuscito ad avere ciò che desiderava dal biondo.
Il sedicenne lo strinse tra le sue braccia sorridendo felice.
-Tranquillo Et... Va tutto bene.- il minore posò la testa sulla spalla di James, asciugandosi le lacrime con la manica della felpa. Scrutò il cielo azzurro come gli occhi del castano alle finestre, accarezzando il viso del minore e asciugandogli una lacrima che scendeva calda e leggera sulla sua guancia.
-Cosa c' è, adesso? Non sei felice? Cos' hai che non va?- sussurrò il biondo all' orecchio di Ethan. Il castano venne percorso da un brivido nel sentire le labbra del biondo sfiorare il lobo del suo orecchio e, con voce suadente, rassicurarlo, facendogli dimenticare di tutti i suoi problemi, i giorni di litigi, di indifferenza.
-Niente, James, niente. Va tutto bene. Davvero. Adesso sei qui, è questo che conta. Stiamo ancora insieme. Il resto non importa.-

Il loro momento di dolcezza venne interrotto da Maya che, irrompendo nella stanza battendo le mani, esclamò: -Finalmente! Era ora che ti dessi una mossa, Jem... Allora, come va?- chiese con molta tranquillità, accasciandosi sulla sedia girevole posta davanti alla scrivania di betulla e cominciò a dondolarsi davanti ai due ragazzi che, dall' entrata della giovane nella camera, erano arrossiti di colpo e si erano allontanati, distogliendo lo sguardo.
-In che senso "come va"?- chiese James, balbettando leggermente.
-Tra voi due...- li indicò, sporgendosi in avanti. Indossava dei semplici pantaloni della tuta grigi, una larga maglietta nera della Nike e un paio di scarpe da corsa bianche, aveva i capelli biondo paglia raccolti dietro la nuca con un mollettone e un paio di occhiali dalla montatura nera sul naso macchiato da poche lentiggini leggere.
-Maya! Smettila...- l' implorò il fratello, imbarazzato e rosso come un peperoncino maturo.
-Che c' è? Ho solo chiesto...- disse Maya, guardando per aria e facendo la vaga.
James si sforzò di non guardare Ethan, per evitare di peggiorare la situazione ed arrossire ancora di più.
Si alzò nervosamente in piedi e si diresse verso il bagno, lasciando la porta socchiusa e Maya sola con il castano.
-Allora Ethan, com' è James?- chiese Maya, avvicinandosi ancora di più al ragazzo.
-Un idiota, considerando che mi ha lasciato solo con te. Seriamente, quandi torna lo uccido.-
La ragazza sorrise, in un gesto di approvazione- Concordo. A volte è proprio un idiota. Ma almeno è carino...-
Anche Ethan arrossì sul colpo, distogliendo lo sguardo da quegli occhi della stessa tonalità di quelli del fratello, gli stessi lineamenti sottili e la stessa pelle liscia, solo adattata sotto una cascata di boccoli biondi.
-Se lo dici tu...- sospirò Ethan rassegnato- Ma rimane sempre un idiota. Un cretino. Un essere privo di coraggio, ma carino. Tanto. Amo i suoi occhi. Probabilmente per voi non sono una novità, essendo tutti biondi con gli occhi smeraldo...-
-Ehi, non è vero!- sbuffò Maya a braccia conserte e mettendo il broncio.- Miriam ha gli occhi celesti...- -Ah, allora scusa...- Ethan alzò le braccia sarcasticamente, lanciando a momenti occhiate alla porta e a momenti fissando Maya, sperando che James tornasse il prima possibile.
-Okay, capisco che la mia presenza qui non è gradita, quindi vi lascierò soli ed origlierò da fuori per in altro po', lasciandovi i vostri spazi, ma almeno puoi dirmi se state insieme o no?- chiese tutto d' un fiato ad Ethan, sorpreso dalla domanda alquanto diretta.
-N-no che non stiamo insieme... Cosa te lo fa pensare?-
-Mm... Forse il fatto che vi stavate abbracciando mentre pomiciavate? Può essere...-
-JAAMES! DOVE SEI FINITO?-urlò Ethan in modo da farsi sentire ovunque il ragazzo si fosse cacciato.
-Okay, va bene, me ne vado. Ma ricorda: hai avuto una gran fortuna ad incontrare mio fratello. Nonostante sia un emerito idiota, sappi che non ti farà soffrire. Sta' certo che, se gli piaci davvero, non ti lascerà andare troppo facilmente. La fedeltà è una delle sue più grandi virtù. Sono pochi i ragazzi della vostra età come lui, credimi, e sono quasi tutti già impegnati. Trattamelo bene, Et.- e, affermato ciò, tornò nella sua stanza, in mansarda, strizzando l' occhio al ragazzo e percorrendo velocemente le scale di legno.
James tornò da Ethan alcuni minuti dopo nei quali il ragazzo era rimasto a contemplare il silenzio dell' orizzonte e il vuoto che sentiva, il freddo che aveva lasciato il biondo staccatosi dall' abbraccio.
Il sorriso di Ethan tornò a rinvigorirsi alla vista del maggiore: aveva in mano una spazzola e tre codini per capelli rosa e una bambina mingherlina e, per la sua età, molto alta alla spalle.

-E quello chi è, JamJam?- chiese la bimba dagli occhi celesti, indicando il castano, ancora seduto sul letto.
-Quello è Ethan, Mimì.- spiegò James alla sorella minore.
Ethan piegò il capo, cercando di capire cosa ci facesse con una spazzola e degli elastici in mano, ma rimase in silenzio, cercando di evitare di far capire al mondo cosa ci facesse a casa loro.
-È il tuo fidanzato?- domandò la bambina, alzando gli occhi sopra di sé, cercando di guardare il fratello.
-Cosa? No... È solo un amico, Miriam.- azzardò il biondo, sperando che la sorellina non facesse altre domande e che Ethan se la prendesse troppo.
-Ma siete carini insieme...-
-Miriam, non insistere, ricordi cosa avevamo detto?-
-Non parlare mai con gli amici di JamJam?-
-Esatto. Quindi ora vai di sotto, la mamma ti aspetta per fare i compiti, sbrigati...-
-Va bene, ma dopo tornerai a giocare con me?-
-Sì, ma adesso vai- e, cacciata la sorella, si chiuse la porta alle spalle, sospirando esasperato.

Ethan scoppiò a ridere, guardandolo maliziosamente, e sdraiandosi sul letto.
-Quindi... Dove eravamo rimasti?- chiese James, cercando di riprendere da dove si erano interrotti.
-Non importa, Piccola Penelope, non vivrai abbastanza a lungo per finire nient' altro ormai.- dichiarò sicuro Ethan, sorridendo, mentre il biondo gli sfiorava il naso con il suo.
-Cosa intendi dire?- sussurrò sempre più lentamente e a bassa voce il maggiore.
-Che siamo come Penelope e Ulisse: io un astuto e intelligente rubacuori e tu mi sei fedele, nonostante io ti allontani.-
-Non mi sembra che in questo momento mi stia respingendo...- le sue labbra stavano per toccare quelle di Ethan quando il minore lo prese per le spalle e lo allontanò, mentre il biondo, sorpreso, si chiedeva cosa ci fosse di male in quel bacio non dato.
-Mi hai offeso- s' imbronciò James, fingendosi offeso e facendo scoppiare a ridere Ethan.
-Ma tu sarai paziente e fedele e mi vorrai bene comunque.-
-Proprio così- affermò il biondo.
-Continuo ad odiarti per prima, comunque.-
-Per prima... Quando?-
-Mi hai lasciato solo con tua sorella. È stato imbarazzante.-
-Ah...- il biondo sembrava non avere scuse.
-Lascia stare le mie sorelle. Sono un tantino... Ehm... Invadenti.-
-Lo avevo notato. Maya mi ha chieto se stessimo insieme! E anche Miriam...- si lamentò Ethan con un velo di rossore sulle guance.
-Abbiamo detto ad entrambe di no...- fece notare James.
-Ma dimmi... È davvero così?-

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E boh, non lo saprete mai.
Muhahahahahahaha.
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