39. Ryan

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La signora McCollough, quella mattina, era stata chiamata urgentemente per una questione alla quale doveva assolutamente intervenire. Era uscita di casa alle sette e un quarto, avvertendo solo Ryan. Il giovane si era alzato dal letto controvoglia, ma la sua solita allegria e spensieratezza era tornata quando, al pensiero del fratello, gli era rivenuta in mente la sera precedente. Nonostante gli avvertimenti di Ethan, il maggiore era restato appostato in corridoio in quando le voci degli altri due ragazzi non erano cessate del tutto, trattenendosi dal ridere per le immagini che gli scorrevano nella mente al trascorrere del dialogo dei due.
Appena aveva sentito il portone di casa chiudersi, Ryan era sgattaiolato fuori dalla sua stanza, attento a non fare il minimo rumore, ed era tornato alla sua postazione della sera prima; da lì aveva abbassato lentamente la maniglia della porta della camera di Ethan e si era affacciato, trovando i due ragazzi abbracciati e James senza maglietta. In punta di piedi percorse i pochi metri che lo separavano dalla maglia grigia lasciata per terra accanto ai piedi del letto, l'afferrò con due dita e se ne andò velocemente per evitare che i due compagni si risvegliassero davanti ai suoi occhi.

Erano le nove passate quando i due ragazzi si presentarono in cucina, dove il maggiore dei gemelli stava sorseggiando un caffè lungo.
James si trovava indietro rispetto ad Ethan, e lo cingeva per i fianchi con il braccio sinistro, ancora a petto nudo.
Chiese muto a Ryan se la madre fosse in casa, e lui rispose scuotendo il capo indifferente.
- Allora... Com'è andata? - domandò dopo un po', mescolando il caffè con un cucchiaino.
- Com'è andata ieri notte? Vi sarete divertiti, immagino. - ripeté il maggiore dei gemelli in tono calmo.
- James... - il minore iniziò a parlare, senza fretta, al biondo, che lo guardò deglutendo. - Anche per te la prima volta?
Ethan gli rivolse uno sguardo omicida, come era solito fare nell'ultimo periodo, ma Ryan decise di ignorarlo finché non parlò.
- Non abbiamo fatto niente, Ryan. Per l'ultima volta. - ringhiò il minore scocciato.
- E allora perché hai urlato? E ti lamentavi per il tuo povero sedere? E quel "mi fai male James" a cosa era dovuto? Non penso ti stesse picchiando. - Ethan arrossì violentemente e tentò di nascondere il viso infuocato contro il petto di James, che lo cinse in un abbraccio.
- Va tutto bene, Zuccherino, su. Spiego tutto io, se vuoi. - sussurrò il biondo all'orecchio del minore, baciandogli la spalla.
Ryan incrociò le braccia al petto, impaziente di ricevere risposta. - Potrai anche rompermelo il coccige, James, io ti amoh - cercò di inscenare una vaga imitazione del fratello mentre ansimava e pronunciava frasi ambigue.
- Quello non era... - Ethan provò a giustificarsi, ma lo trovò difficile, e la verità gli sembrò quasi un'illusione. - Hai frainteso tutto, Ryan. Sono caduto da letto e James è caduto insieme a me, anzi, sopra di me.
- Eh già, James sta sempre sopra... - confermò Ryan, senza ascoltare realmente quello che il fratello aveva da dire e fraintendendo tutto ancora una volta.
- E mi ha fatto male quando... - Si pietrificò quando si rese conto nel guaio in cui si era cacciato.
- Coraggio, perché ti ha fatto male?
- Niente, lasciamo stare...
- Pervertito... - Ethan si girò e lo guardò come se gli avesse appena dato uno schiaffo.
- Io sarei un pervertito? Ma dai... - Ryan ghignò soddisfatto, mentre Ethan sprofondava dall'imbarazzo nel petto di James. Il biondo gli baciò la fronte, noncurante dello sguardo di Ryan posato su di loro.
- Scusa, Ryan. Ti assicuro che non abbiamo fatto niente di ciò che dici. Gli sono solo caduto addosso... Spero solo di non aver svegliato vostra madre, non vorrei che si facesse strane idee... - spiegò James pazientemente. I due gemelli si scambiarono un'occhiata divertita e intenerita dall'ingenuità del biondo.
- Mamma non si sveglierebbe neanche se Ethan si mettesse a o-
-Ha il sonno pensante - aggiunse velocemente Ethan, prima che il fratello finisse la frase.

Ryan finì di fare colazione e posò la tazza nel lavandino, mentre passava al volo la maglietta a James, che lo guardò con un espressione in volto a metà tra l'interrogativo e il confuso.
Il biondo tornò in camera a vestirsi, mentre i due fratelli erano rimasti in cucina da soli.
Ethan si appoggiò al tavolo con i gomiti, già esausto per i pochi minuti tracorsi in piedi. La sera prima James era caduto di peso sul muscolo teso, e il ragazzo temeva di esserselo strappato, ma non lo avrebbe detto al biondo.
- Ah, il mio fratellino... Come cresce in fretta. - commentò il maggiore tra i due. Ethan alzò un sopracciglio scettico, chiedendosi dove volesse arrivare a parare.
- Mi ricordo ancora quando avevi il ciuccio e giocavi con le bambole...
- Sarò pure gay, ma non giocavo con le bambole! Più che altro... Inventavo storie tra i soldatini...
- Va bene, va bene. Ad ogni modo, come pensavi di nascondermelo? Ancora non ti fidi di me? - Ryan si avvicinò al gemello e gli passò una mano sul collo irritato. - Pensavi che non lo vedessi? Andiamo, Et, sono tuo fratello... - il maggiore gli accarezzò i capelli e gli baciò la fronte, anche forse per prenderlo in giro, ma il minore non ci fece molto caso.
- Sono felice che tu abbia James. Spero tu possa avere tutta la felicità che meriti.
- Lo pensi davvero? - Ethan lo abbracciò e posò la testa sulla sua spalla, sentendosi protetto tra le braccia dell'unico ragazzo oltre a James al quale voleva davvero bene.
- Davvero. - confermò, spingendo Ethan fuori dalla cucina, dove James li aspettava.

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Buon pomeriggio, miei cari.
Come da voi gentilmente richiesto, aggiornerò più di una volta a settimana, ma solo per farmi perdonare per l'assenzadi una settimana dal 7 al 14 agosto.
È già successo quest'inverno, ma per meno giorni, andrò fuori città (a chi interessasse, in Emilia Romagna) ad un campo scuola con i miei amici. E... Niente, dovrò lasciarvi soli perché non ci è permesso usare i telefoni, e poi solitamente non prende.
Mi dispiace, cercherò di pubblicare e scrivere il più possibile in questi giorni precedenti alla mia partenza.
Nel frattempi, spero che voi abbiate fatto delle belle vacanze.
Ci vediamo al prossimo capitolo,
~Gaia

Ethan, io...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora