14. Ethan

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Ethan rimase tormentato a lungo. Capiva di essere stato forse un po' troppo duro con James, ma in quel momento si era sentito di dover sfogare la sua rabbia su qualcuno. Non pensava nemmeno tutte quelle cattiverie e neanche si spiegava come fosse riuscito a pronunciare frasi del genere, soprattutto nei confronti di un ragazzo come il biondino. Si sentiva terribilmente in colpa, ma allo stesso tempo deluso. Era consapevole delle buone intenzioni dell' amico, ma, in un impeto di rabbia, era esploso, sentendo pronunciare il nome di Butch.

"In fondo doveva andare così, no? Non ci sarebbe stato un 'Ed Ethan visse felice e contento con il suo nuovo migliore amico James'. E neanche un 'Ed Ethan visse felicemente al fianco di James per il resto dei suoi giorni'. No. Ethan, smettila. Lui non ti piace. A lui non piaci te. E poi è etero. O bisessuale, chissà... No, Ethan, no. Lascialo stare, lui non è per te. Lo devi odiare. Non amare."

E mentre il ragazzo dagli occhi di cielo discuteva con la sua vocina interiore, Ryan entrò frettolosamente nell' appartamento tenendo per mano Diane, salendo rapidamente in camera sua e chiudendosi la porta alle spalle.
Ethan, che sentiva le voci solo nella sua testa, percorse cautamente la scalinata e il corridoio fino ad arrivare davanti alla porta della stanza del fratello, spiando i due ragazzi.
Si stavano baciando.
Il minore avvicinò un occhio alla serratura d' ottone e intravide i due fidanzati sdraiati uno accanto all' altro.
Si stavano abbracciando, posando ogni tanto dei dolci baci sulle labbra del compagno.

"Perché Ryan ha la possibilità di avere una vita perfetta, una ragazza perfetta, un carattere perfetto e io invece devo stare con l' ansia a dosso quando esco di casa per colpa dei ragazzi che si sfogano, picchiandomi e sbattendomi al muro? Perché, in tutto questo casino, dovevo litigare anche con James? E perché sono stato così stupido da chiedergli chi avesse incontrato? Ma adesso mi odia e lo capisco, basta pensare a lui."

-Ethan, che ci fai accucciato davanti alla porta della mia camera?- Ryan abbassò la maniglia e uscì dalla stanza, lasciando Diane sola al suo interno.-Ci stavi spiando?- chiese sospettoso.
-Io? No, è che... Niente...- farfugliò il minore, arrossendo.
-Ti serve aiuto per fare qualcosa?- domandò Ryan insicuro.
-No, va tutto bene...- dichiarò Ethan.
Il maggiore lo squadrò, guardandolo negli occhi.
-Per me non è vero, ma lasciamo stare. Farò finta di crederci.-
-Okay... Grazie.-
Ethan sospirò, alzandosi dal pavimento freddo e si avviò verso la cucina, dove, tirato fuori un bicchiere dalla credenza, si versò del succo d' arancia, lo stesso che aveva bevuto una volta svegliatosi da James. Un attimo: possibile che tutti i pensieri lo riconducevano al biondino dagli occhi verdi?
"Basta, Ethan. Puoi farcela. Dimenticalo."
E, pensato ciò, tornò in camera sua e si infilò sotto le coperte, nonostante fossero solo le sei del pomeriggio.

Passarono due settimane, durante le quali i due ragazzi non fecero altro che incrociarsi nei corridoi e tirare dritto, senza dar peso alla presenza dell' altro.
Raramente James tentava di rivolgere un saluto, invano, ad Ethan, che se ne andava, freddo, senza salutarlo né sorridere: come fossero solo due conoscenti.

James ci stava male, odiava vedere come il loro rapporto fosse stato rovinato da un... Da cosa? Il biondo ci pensava. Cosa aveva tanto infastidito il castano? Cosa aveva fatto lui per offendere il minore in questo modo? E se fosse stata solo colpa di Ethan? Probabilmente il quindicenne non era come James se l' era immaginato. Possibile che Ethan fosse solo un insensibile senza un briciolo di compassione e sentimento? No. Non voleva crederci. Non poteva essere così.

Era il tre maggio di una primavera fresca, durante la quale le cose sarebbero cambiate per entrambi i ragazzi: James, un ragazzo insicuro e nascosto dalle apparenze si sarebbe aperto a nuovi orizzonti e avrebbe trovato il coraggio di affontare le sue paure e superare i suoi limiti, mentre Ethan sarebbe riuscito ad aprirsi un po' di più con le persone che, negli anni, aveva allontanato sempre di più.

Ethan, io...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora