8. Ethan

6.7K 417 286
                                    

Ethan si risvegliò in un letto dalle lenzuola bianche e azzurre.
Si stropicciò gli occhi: vedeva tutto sfocato, quando venne colto da un forte giramento di testa.
Gemette dal dolore; sentì le dita di una mano sfiorare le sue, facendogli riaffiorire i pensieri.
Era la stessa mano fredda che ricordava, una delle poche cose, dopo ciò che era successo.
Spalancò gli occhi.
Non si trovava in camera sua, né, tantomeno, in un letto d' ospedale.
-Ben svegliato- una voce sussurrò alla sua sinistra.
Ethan strinse debolmente le dita intorno alla mano del ragazzo che aveva parlato, ancora incosciente.
-Hai sete?- continuò quel ragazzo dalla voce calda.
Il castano girò la testa e rimase sorpreso nel vedere che, accanto a lui era seduto il quinto bullo, quello del consiglio.
A quella domanda, Ethan si rese conto di avere le labbra e la gola così secche da non riuscire a parlare.
Con l' aiuto dell' amico, il castano si mise a sedere, mentre il biondo gli porgeva un bicchiere con del succo d' arancia.
Ethan afferrò il bicchiere con una mano, supportato dall' amico, ad evitare che lo facesse cadere e si bagnasse, ne bevve un sorso, ma subito si fermò, toccandosi il labbro e notando un taglio ancora non cicatrizzato.
-Come va?- gli chiese l' amico, asciugandogli la fronte dal sudore.
Ethan annuì debolmente, non riuscendo a dire altro.
Non era per la gola o le labbra, semplicemente gli mancavano le parole.
-Chi... Chi sei tu?- riuscì a dire soltanto, ammirato.
-Hai ragione, che maleducato. Non mi sono ancora presentato: io sono James- si presentò, accarezzando la guancia di Ethan.
Il suo sorriso era qualcosa di meraviglioso.
I suoi occhi smeraldo guardavano vivacemente Ethan, facendogli dimenticare il dolore. Anestesia naturale.
Provò a muoversi, ma ecco tutte le ferite riprendere a bruciare, i lividi a pulsare.
Ethan continuò a fissare James, adesso più intensamente, interessandosi a lui. Socchiuse gli occhi, cercando di ricordare il suo volto, ormai impresso nella mente del minore in modo indelebile.
-Mia madre sarà preoccupata...- mormorò Ethan -posso chiamarla?- chiese al biondo.
-Certo che puoi, comunque sta' tranquillo e riposati, le ho già mandato un messaggio io dicendole che ti fermavi il pomeriggio a far ripetizioni ad un tuo amico.- rispose.
-Ripetizioni ad un amico?- chiese Ethan, confuso.
-Certo- rispose tranquillo James- non è questo che siamo, forse? Comunque sì, mi devi dare ripetizioni su come si fa ad essere così carini anche dopo essere stato picchiato.- sorrise il maggiore, cercando di tirare su il morale ad Ethan.
-A cosa serve essere carino quando si può essere un figo come te?- scappò detto ad Ethan, ma James, fortunatamente, la prese a ridere, pensando si trattasse solo di un modo per consolarlo.
-Okay, io vado di sotto ad aiutare mia madre con le faccende domestiche, chiamami se hai bisogno di me, Zuccherino.

Zuccherino. L' aveva appena chiamato "Zuccherino".
La prima domanda che sorse spontanea a Ethan fu "perché un ragazzo così dolce segue dei bulli?"
Tenne a mente anche il fatto che, forse, lo faceva solo per nascondersi da qualcosa... E adesso quel motivo era aggravato anche dal fatto che rivolgeva la parola ad Ethan.
"Povero James, mi dispiace per lui... Qualsiasi cosa abbia, nascondersi entrando a far parte di un gruppo di bulli non dev' essere bellissimo.
Conoscendolo, direi che gli costa molto..." pensò Ethan.

Il ragazzo si addormentò e quando riaprì gli occhi il sole era appena tramontato. Erano le sette e la camera azzurra di James era illuminata dal rosso del sole all' orizzonte.
Il maggiore tornò da Ethan, con dell' altro succo d' arancia per il minore.
-Buonasera, Zuccherino- lo salutò James, sempre sorridente.- ti ho portato da bere- disse porgendogli il bicchiere.- ti farà bene...-
Ethan afferrò il succo d' arancia, stavolta riuscendo a sostenerlo senza l' aiuto dell' amico.
Lo bevve tutto d' un fiato, posando poi il bicchiere sul comodino di legno, accanto alla sveglia blu del biondo.
James si sedette sul letto, accanto ad Ethan, il quale gli prese la mano e lo avvicinò leggermente a sé.
Poi, senza avvertimenti, lo abbracciò debolmente, mettendo l' altro braccio intorno al collo del maggiore.
James lo abbracciò dai fianchi, lasciando che il minore appoggiasse la sua testa sulla sua spalla.
Ethan sentiva i battiti di James accelerare, quando posò la sua mano sul petto dell' amico, sentiva il suo repiro, le sue mani dietro di sé, gli occhi verdi del maggiore che fissavano i suoi.
-Resti a cena, vero?- chiese James, staccandosi delicatamente dall' abbraccio.
-Non lo so, per tua madre va bene? Non vorrei essere d' impiccio...- rispose timidamente Ethan.
-Ma certo che puoi restare, mia madre è d' accordo. Mia madre è una donna molto accogliente, non ti preoccupare.-
-Okay... James. Dovrei trovarti anch' io un soprannome, non credi?-
-Beh, pensaci, poi me lo dici- esclamò il maggiore facendogli l' occhiolino e andandosene.
Ethan guardò fuori dalla finestra il sole tramontare tra i monti e come un' esplosione espandere il rossore nel cielo di Londra. Intravide il Big Ben in lontananza che segnava le sette e venti. Ancora dieci minuti e in casa McCollough avrebbero cenato.
Si soffermò sul cielo nuvoloso e la luce del Sole, che si fermava distante dalla prima stella della notte.
James entrò nella stanza con due piatti di pizza margherita, si sedette sul letto, spaventando Ethan, che era rimasto incantato.
-Bello il tramonto, vero?- commentò James, porgendo il piattino ad Ethan.
-Romantico.-mormorò il minore, senza distogliere gli occhi dal cielo e in particolare da una nuvola formatasi con le sembianze di un cuore stilizzato.
Il sorriso di James svanì, mentre abbassava lo sguardo sul piatto.
-Un amore non corrisposto, vero?
-Già. Sono malinconici i tramonti. Quel momento in cui muore il giorno e comincia la notte. Ed è proprio di notte che si è più profondi, è colpa la Luna. È lei che fa questo effetto. I film mentali ti assalgono e sprofondi nel tuo mondo.
-È a Ellie che pensi, vero?- dedusse Ethan, chiedendoglielo al maggiore all' improvviso.
-Perché lei?- domandò James, stupito dalle conclusioni del minore.
-Beh, prima stavi disegnando dei cuori nella polvere e nei cuori c' era una E, ed Ellie è la ragazza più popolare del terzo anno, quindi immagino sia lei.
-Sì, hai ragione... È lei.- mentì il maggiore, distogliendo lo sguardo.
Ethan lanciò un' occhiata alla sveglia sul comodino.
-Le otto e mezza. Puoi accompagnarmi a casa, per favore?- chiese gentilmente Ethan, guardando negli occhi James.
-No, non posso.- rispose secco il biondo.
-Oh, okay. Allora vado da solo...-commentò Ethan, alzandosi dal letto, ma subito cadde tra le braccia di James.
-No, Ethan, resti qui.-sorrise il maggiore, baciandolo sulla guancia.

Un bacio. James lo aveva baciato.
"Ethan, svegliati, essere gay non significa sbavare dietro il primo ragazzo che passa, su. Certo, che bello che è... Amo i suoi occhi...
Ma cosa dici, no, non puoi innamorarti di James, a lui piace Ellie...
Beh, comunque era solo un bacio sulla guancia, nulla di cui preoccuparsi, quindi..."

-Ethan, ci sei?- domandò il biondo, passandogli una mano davanti agli occhi.
-Scusa, adesso ci sono.-
-Stai bene? Prima sei caduto...
-Ma mi hai sorretto... Grazie.-
-Di niente. Adesso dormi, hai bisogno di riposare.-
-Ma non ho il pigiama e... No, mi rifiuto di dormire in mutande o di dormire con te.-
James scoppiò in una risata sonora, poi, aprendo un paio di cassetti, tirò fuori un pigiamino blu elettrico e lo porse al minore.
-Ecco. Contento? Adesso mi giro, così non ti imbarazzi...- lo prese in giro il maggiore.
-Sì, scusa se sono gay... Immagina tu a dormire in mutande con Ellie. Cioè, non che tu mi piaccia, ma immagina.- si affrettò a correggere Ethan, evitando di diventare più rosso di quanto già non lo fosse.

James salì in camera di sua sorella, Maya, per prendere un sacco a pelo.
Maya aveva ventidue anni, praticava scoutismo ormai da sette ed era a capo di un gruppo di lupetti.
-Maya, puoi prestarmi un sacco a pelo per stanotte?- chiese James alla sorella.
La ragazza staccò gli occhi dal suo Iphone, fissando il fratello, inespressiva. Poi, indicando con un cenno del capo il suo armadio dove teneva l' attrezzatura per i campeggi domandò- È per il tuo amico, vero?-
-No, in realtà per me.-rispose secco il fratello, fissandola.
-Tu odi dormire per terra.- replicò la sorella, ritornando a fissare il cellulare.
-Già, ma per una volta farò un' eccezione.-
-Uh, James è innamorato...-commentò la sorella, posando il telefono e buttando il fratello sul suo letto.
-Maya, smettila. Ho detto che è solo un amico. E poi è un maschio...-
-E... Quindi? Anch' io ho avuto una fidanzata a sedici anni, ricordi?-
-Sì, ma era per provare. Io rischio di convincermi, a provare.-
-Ricorda che non importa ciò che dice il tuo cervello, come non importa ciò che dice la gente, quel che ti deve interessare, invece, è ciò che senti veramente..-
-Mia sorella e le frasi filosofiche. Okay, seriamente, non ho intenzione di avere alcun tipo di relazione sentimentale, al momento, soprattutto con quel bambino di là.-
-Bambino? Perché, quanti anni ha?-
-Ce ne ha appena quindici. È piccolo.
E poi non sono gay... Semplicememte, non sono attratto dalle ragazze.
Forse un giorno troverò la persona giusta, ma non oggi. È tardi, ho sonno.
Alla prossima, Maya.- detto questo prese il sacco a pelo e tornò nella sua stanza, dove Ethan lo stava aspettando.

Posizionò il sacco a pelo per terra, vicino al suo letto e si tolse la maglietta.
-Ethan, non ti dà fastidio se mi cambio qui, vero?-
-E-ecco io v-veramente... Niente da fare, sei bellissimo.- riuscì a dire Ethan, arrossendo.
-Sono magro. Non ho muscoli. Né la tartaruga scolpita. Non sono bello, sono solo... Uno sfigato.
-No, non puoi dirmi questo, James, se tu sei uno sfigato io cosa sono? Un topo?
Niente da fare, sei bellissimo. Credimi, te lo dice uno che di ragazzi se ne intende- lo incoraggiò Ethan, facendogli l' occhiolino.
-Va bene, buonanotte, Zuccherino- lo salutò scompigliandogli i capelli e stendendosi sul suo sacco a pelo.
-Buonanotte.-

-Cavolo, quanto sei bello, James...- sussurrò Ethan, nella notte, facendo sorridere il biondo persino nel sonno.

Ethan, io...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora