34. James

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Oltre all'intenso studio individuale che James aveva fatto le due settimane antecedenti al compito, la preparazione psicologica all'ultimo test di fisica dell'anno non era stata così semplice e aveva portato via al ragazzo gran parte del suo tempo.
Con Ethan la situazione era stabile: dopo scuola, James lo riaccompagnava a casa e lo salutava con un bacio nascosto agli estranei dal portone del palazzo dei McCollough, lo accompagnava per le scale fino al suo piano e se ne andava con il sorriso stampato sulle labbra. Ripercorreva la strada sui suoi passi, ciondolando le braccia e le gambe mentre tentava di rimanere sull'orlo del marciapiede, tornava a casa e studiava. La solita routine.
L'unica cosa che scandiva questi suoi monotoni, seppur piacevoli giorni, era l'ansia che cresceva di giorno in giorno fino alla data del compito in classe.

- Finito? Cominciate a consegnare, ragazzi, la campanella dovrebbe suonare a minuti. - La voce della professoressa irruppe nei pensieri di James, che stava ancora finendo di ricopiare in bella il suo compito.
Lo consegnò con appena due minuti di anticipo e uscì dall'aula soddisfatto.

Si diresse verso il suo armadietto, mentre ripensava alle risposte del compito. Si promise di rincontrollare sul libro l'esattezza dei calcoli e delle formule che aveva utilizzato.
Inserì la combinazione nell'apertura dell'armadietto e prese i libri per l'ora successiva, controllò di avere il cambio per la palestra e posò l'orologio.
Era pronto per tornare in classe. James chiuse delicatamente l'armadietto, ma, appena provò a girarsi sentì due mani che lo ancoravano ad esso. Alzò lo sguardo sul suo aggressore e, con stupore, notò che era Butch.
- B-Butch -, balbettò - ti serve qualcosa?
- Mi serve di sapere perché mi hai mentito. - ringhiò il bullo furioso.
- Mentito? Io? E su che cosa, scusa?
James era deciso a non lasciar correre e sottomettersi questa volta. Doveva affrontarlo. Doveva farlo per il bene di Ethan.
- Lo sai su che cosa. Cos'è, adesso anche tu stai dalla loro parte? Adesso anche tu difendi i gay? O magari stai diventando uno di loro? Mi fai schifo, Armstrong. - Butch lo prese per le spalle e lo trascinò nel bagno del secondo piano, aprendo la porta con il corpo dell'amico.
-Ancora non capisco, quando mai mi hai visto parlare con un gay, dimmelo.
- Non ti ho visto, me l'hanno detto. Sei amico del secondo McCollough, quello... Venuto male. - rispose disgustato. A quelle parole James sospirò, non potendo far altro che assecondarlo per non rischiare di mettere ancora più nei guai il suo piccolo Ethan.
- Come fai a dirlo? Ci hai mai visto insieme? Ethan ed io non siamo amici. - affermò, mettendo in quelle poche parole tutta la sicurezza che possedeva.
- Beh, è ovvio che farsi vedere in giro con McCollough non è proprio una scelta molto saggia, magari vi vedete fuori scuola... Magari a casa sua a fare cose da gay. Bleah, solo il pensiero mi dà i brividi. Come si possono fare certe cose con un altro uomo?
- Va bene, Butch. Evidentemente hai una mente troppo chiusa per capire che l'orientamento non influenza la personalità e il carattere di una persona. Evidentemente sei troppo chiuso per arrivare a capire che Ethan può anche essere un ragazzo simpatico, indipendentemente dalla sua omosessualità. Quella per me non conta nulla. Ethan è un mio amico e sono felice che lo sia.

Gli occhi del bullo si accesero come una scintilla infuocata mentre le sue labbra si increspavano in un sorriso maligno.
- Bene bene... Allora non ti darà fastidio... Questo. - Premette le sue labbra su quelle del biondo e iniziò a morderle con tale ferocia che James per poco non urlò dalla sorpresa e dal dolore. Tentò di scostarselo di dosso, ma la presa di Butch era ben salda sul suo corpo. James pensò ad Ethan, e a quello che avrebbe pensato se lo avesse scoperto, alla delusione e alla rabbia che avrebbe provato.
Butch scese con le mani lungo il corpo magro del biondo fino ad arrivare all'orlo dei jeans, iniziando a slacciargli la cintura e il primo bottone. Le labbra continuavano ad essere premute contro quelle del povero James, che si dimenava invano speranzoso di liberarsi.
- Butch, ma cosa diavolo stai facendo? Hai appena detto che ti fanno schifo i gay e adesso baci un ragazzo?
- So che a te non dà fastidio. So che in fondo tu sei uno di loro.
- Basta, adesso smettila. Non credi di star esagerando?

Butch allentò la presa sui sui suoi fianchi, ma caricò un pugno e lo scagliò contro lo stomaco del biondo.
- Hai ragione. Meglio fare alla vecchia maniera.
E, detto questo, gli diede una ginocchiata nelle parti basse e se ne andò, lasciandolo a terra sfinito.

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Odiatemi pure.
Ma sono stata costretta a farlo.
Buona domenica, miei cari ;-)
~Gaia


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