-McCollough, ci rincontriamo...-Butch salutò Ethan con un ghigno, scrocchiandosi le nocche delle mani.
-Già.- il minore deglutì, guardandosi intorno e ritrovandosi circondato dai soliti quattro ragazzi. James, come al solito, non c' era.
-Dov'è il vostro amichetto? Credevo volesse divertirsi insieme a voi...- tentò di prendere tempo il quindicenne. Ormai era abituato alle risse, aveva capito come rimandare il più possibile lo scontro.
-Credo si sia divertito già da solo...- commentò il maggiore sghignazzando.
-Va bene. Allora prego, sfogatevi. Ma, per favore, facciamo una cosa veloce. Avrei un appuntamento per le cinque e...-
-Ah, ti prendi gioco di me, eh?- lo interruppe Butch, avvicinandosi al castano.
Ethan allargò le braccia in segno di rassegnazione e socchiuse gli occhi.
Si sentì appena sfiorare lo stomaco che cadde a terra, inconsapevole di ciò che gli stavano facendo. Sentiva solo arti indistinte che lo percuotevano a forza. Ethan continuava a tenere gli occhi chiusi, a volte stringendoli leggermente di più, ma continuando a restare fermo, immobile.
-Ah, ma così non c'è gusto... Andiamocene, ragazzi, cerchiamo qualcosa di più divertente...-
E, detto questo, la banda si ritirò, lasciando Ethan a terra, sorridente.
"Ce l'ho fatta" mormorò tra sé e sé, ripensando al piano che aveva deciso di attuare. Il castano, infatti, aveva deciso di far finta di svenire o, comunque, non mostrare alcun dolore, facendo scena, ma non far godere i bulletti.Andava tutto alla grande quando si sentì tirare su da due braccia possenti, le cui mani gelide facevano accaponare la pelle al quindicenne.
Decise di non muovere un muscolo fin quando non deposero il suo corpo esile su una superficie morbida e confortevole.Ethan aprì gli occhi, si guardò intorno e notò piacevolmemte che si trovava nella stessa stanza dove si era svegliato quel giorno, poco dopo essere svenuto a causa di un pugno in viso.
- Cosa ci faccio ancora qui?-
-Stavi male...- rispose James timidamente.
-Jem. Stavo fingendo. Non c'è gusto a picchiare una persona priva di sensi, no? Comunque grazie, credo. Cerca di intervenire prima la prossima volta...
-Ethan, quand'è che lo capirai?- rispose, con un tono seccato ed impaziente allo stesso tempo. C'era qualcosa di insolito nella sua espressione, forse dovuta alla discussione che aveva avuto con il quindicenne poche settimane prima.
-Cosa? James sei strano oggi... Che ti succede? Parla.-
-Meglio di no.- rispose secco il maggiore, senza sfumature né giri di parole.
-Che hai? Sei ancora offeso?-
Il biondo, che fino a quel momento era rimasto con lo sguardo fisso su un punto impreciso nel cielo si girò di scatto ad osservare il minore con i suoi occhioni di smeraldo.
-Comunque perdonami, sono stato un idiota. Non dovevo prendermela con te, hai ragione. Ma ero infastidito per... Non lo so, a volte mi capita, non ho scuse. Sono così. Lo so, sono una persona orribile, ma non riesco a cambiare. Cerco di tenere il mio lato peggiore nascosto agli occhi degli altri...-
Il biondo cercò di attirare l'attenzione del castano, poggiando una mano sulla sua spalla.
-Scusami, torno subito, Zuccherino.- disse alzandosi dalla sedia dove era seduto e avviandosi verso la porta della sua stanza.
James si fiondò di corsa in bagno, seguito poco dopo da Ethan, intento a capire cosa avesse.
Era apparentemente impassibile davanti al sedicenne, ma, in fondo, era preoccupato per l'amico.
Il castano sentì dei respiri profondi e affannati alternati a dei singhiozzi provenire dall' interno del bagno e accostò l' orecchio alla porta per ascoltare.-Tranquillo Jamie, va tutto bene. Calmati.- pronunciava una giovane voce femminile, con probabilità della sorella maggiore.
-Non ce la faccio, Maya. Non ce la faccio. È più forte di me. Non riesco a controllarmi.- rispose l'inconfondobile voce di James.
-Tranquillo, ci stai riuscendo benissimo.-
-No, non è vero. Ancora altri dieci minuti e lo spiaccico al muro e lo bacio.- ma queste ultime parole Ethan non poté udirle perché si trovava già al piano di sotto, davanti all'entrata di casa Armstrong.Ethan venne raggiunto dal maggiore solo pochi minuti dopo, e, vedendolo ancora ansimante, dichiarò con tono sicuro:
-O mi spieghi cos'hai o non me ne vado di qui.-"Non che mi dispiaccia, ma purtroppo non puoi." pensò James, diventando ancora più rigido all'apparenza.
Ethan si sedette sul divano, posando il cellulare accanto a sé.
-Manderò un messaggio a Ryan dicendogli che tardo...- commentò il minore, prendendo il suo Iphone e cominciando a scrivere freneticamente un messaggio per il fratello."Ho voglia di stuzzicarti, James, in un modo o nell'altro riuscirò a capire cosa ti prende."
Il biondo si sedette sul divano, dalla parte opposta di Ethan, lasciando che il minore ai avvicinasse.
"Adesso ti bacio. Adesso. Ti. Bacio. Ethan, levati di dosso, potrebbe essere pericoloso sia per te che per me... Tu potresti rimanere sconvolto, io potrei non staccarmi più dalle tue labbra e morire soffocato. Beh, mi piace questa morte. Quasi quasi mi tenta."
-Quindi?- chiese impaziente il minore.
I suoi occhi blu fissavano il profilo di James con aria addolcita e rasserenata dall'atmosfera che si era creata.
-Niente, è che... Mio padre è un militare ed è rimasto ferito, lontano dalla patria... Sono leggermente preoccupato.- mentì James. Era vero che suo padre era un militare lontano da casa, ma era anche vero che a James non importava nulla di lui, forse per il fatto di aver tradito sua madre, forse per i suoi atteggiamenti da boss che aveva nei confronti di tutta la sua famiglia. Se n'era andato non appena saputo che la signora Alexandra Armstrong era incinta del terzo figlio, che sarebbe nato sei mesi dopo la sua partenza con la nuova compagna per l'Egitto. Non aveva mai fatto niente per aiutare la famiglia, veniva unicamente mantenuto dalla madre dei ragazzi.-Ah, mi dispiace...- commentò Ethan, distogliendo lo sguardo e ritrovandosi a fissare il pavimento.
-Non preoccuparti. Sto... Sto bene. Comunque non è un problema per me.-
-Se hai bisogno di qualcuno con cui confidarti... Beh, ci sono.-
-Ti ringrazio per la tua disponibilità, ma non posso. Almeno non con te.- dichiarò amaramente James, guardandosi le mani.Restarono un altro paio di minuti immobili, osservati da Maya che, stringendo i pugni, sperava succedesse qualcosa tra i due, ma con scarsi risultati. Così, annoiata, se ne tornò in camera sua a preparare un esame.
Ethan guardò l'orologio e, accorgendosi che erano già le sei, si alzò dal divano, con l'intento di andarsene.
E così, quando stava già sulla porta, disse:-Scusa James, scusa per tutto. Se potrai mai perdonarmi, sono disposto a rimanere un tuo amico.-
Sperava in un abbraccio, invece lo baciò.Un bacio. Un bacio, non come il primo, un bacio sulla guancia, un bacio vero. Le labbra del biondo avevano sfiorato quelle del castano con una tale delicatezza che lasciarono Ethan confuso.
"C-cos'era?"
"Un bacio, amico.- una voce nella sua testa parlò.
"E adesso mollagli un pugno!" lo incoraggiò un' altra, più violenta e vendicativa.
"No, non lo farei mai..." rispose alla seconda.-Ethan, io...- tentò di spiegare James, gli occhi inondati di terrore; ma, disorientato, Ethan scappò prima che il biondo riuscisse a finire la frase, correndo verso casa sua, dove Ryan l'aspettava.
"E adesso perché sei scappato?" chiese la voce.
"Non lo so. Non ci sto capendo più niente."
"Io sì. Torna da James, prima che muoia di depressione."
"No, non farlo. È divertente vederlo soffrire. Fagliela pagare per tutte le volte che è rimasto neutrale e non è venuto in tuo soccorso."
"Adesso smettetela. Ogni volta che sono confuso voi intervenite e mi fate perdere la testa. Non so neanch'io cosa provo per James, se odio, amicizia o qualcosa di più, quindi evitate di confondermi le idee."Ethan cominciò a lacrimare, pensando a James, a quanto era stato stupido a lasciarlo solo, a quanto volesse ritornare da lui in questo momento, a quanto fosse in pensiero il biondo per lui, a ciò che aveva fatto, alla sua reazione, a tutto. Era accaduto troppo velocemente e, probabilmente, neanche il sedicenne sapeva cosa stava accadendo.
Così, il castano tornò a casa e si chiuse in bagno, cercando di non far scoprire a suo fratello e a sua madre cosa gli stava succedendo.

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Ethan, io...
Romance[COMPLETATA 14/09/2015-7/10/2016] On Wattys 2018 Longlist [In revisione] È difficile andare avanti da soli, dopo che chiunque, persino la tua migliore amica ti ha voltato le spalle. È difficile continuare a vivere, a camminare a testa alta, quando...