Capitolo 4

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{spazio autrice💕: per chi non conoscesse Roma ho allegato un video di YouTube con la canzone grazie Roma. Se volete sentire solo la canzone mentre leggete sennò guardate proprio il video per vedere le cose più belle di Roma! Che ne dite della storia? Io ci sto prendendo davvero gusto a scriverla... Un bacione buona lettura}

Una volta arrivati a destinazione prendemmo un taxi che ci portò alla nostra nuova casa.
Ma la cosa bella era il paesaggio, era la bellezza di quella città. Londra in confronto non era proprio nulla.
Da ogni parte c'era un monumento che il taxista diceva chiamarsi uno Colosseo uno arco di Trionfo una la cupola di San Pietro e ognuna mi lasciava senza parole.
Mi arrivarono diversi messaggi ma ero così presa nel vedere quelle meraviglie che non avevo neanche voglia di vedere chi fosse o di leggere il messaggio.
Mia sorella invece se ne fregava e stava chattando con Alessio.
Sì un'occhiata l'ho data... Lo ammetto. Gli stava scrivendo "grazie per ieri sera... Sei stato mitico😏 voglio ancora la tua lingua su di me"
Non la capivo mia sorella... L'unica lingua che conoscevo era la mia e quella del mio cagnolino quando mi leccava la faccia.
"Che ore sono?" Chiesi a mia mamma.
"È l'ora del tramonto" disse mio padre "guardate là!!"
Io rimasi incantata. Il Colosseo con il tramonto era davvero incantevole. "Mamma! Sta piovendo!" Dissi io poi.
"Guardate che ber trio: Er Colosseo, Er tramonto e la pioggia... Siete fortunatissimi!!" Disse il taxista.
"Guardi che bel trio invece: lo stupido nulla facente che perde il lavoro, la cretina che è comunque innamorata di lui e quella poraccia che sta dietro ad un tramonto e ad un cane." Disse mia sorella rivolgendosi a mio padre, mia madre e me.
Mi ero scordata di dirvi che in tutto questo il mio migliore amico era nelle mie ginocchia.
"Diana!!!" Urlarono in coro mamma e papà.
"Mi scusi" si scusarono con il taxista.
"Non sappiamo proprio cosa fare con lei!!"
"State tranquilli... Anche io c'ho na figlia sedicenne che me fa ammazza ogni giorno!"
"E poi sto accento romanaccio odioso" aggiunse mia sorella.
"Ao ragazzi se voi te faccio conosce mio figlio che c'è stai bene insieme... Siete due rompicazzo tutti e due!"
"Magari"
"allora dai te detto Er suo numero... Non te preoccupa ie dico io chi sei magari fate nasce qualcosina. Che ne dici?"
"Si dice Daje in questo caso vero?" Rispose lei.
"Se voi di de sì hai detto bene ragazì!"
"Allora Daje!" Disse lei.
"389... Puoi scrivergle quando voi"
"Grazie!" E sembrava tutta felice.
"Ma come? Non stai con Alessio ancora?" Le chiesi io.
"Cazzo dici? Con lui ci siamo lasciati prima di partire"
"Mi rassicuri che è bello ve?" Disse rivolgendosi poi al taxista.
"Questo lo giudicherai tu... Me dice solo che c'è lo ha lungo".
Lei rise mentre i miei secondo me volevano ucciderlo quel povero signore. "E invece quanti anni ha?"
"Quasi diciannove"
"Daje" io continuai a guardare fuori dal finestrino mentre si sentivano i rumori dei tasti provenire dal telefono di mia sorella.
Alla fine del viaggio il taxista chiese a mia sorella se aveva scritto a suo figlio Alessio e lei disse di sì. Poi i miei chiesero quanto dovessero pagare e lui disse "Si figuri! A breve diventeremo parenti... Non deve pagare niente! Tutto gratis!" I miei ringraziarono e mia sorella si mise a ridere salutando il taxista con ammirazione.
Una volta arrivati a casa i miei fecero un caziatone a mia sorella e le chiesero se sul serio avesse scritto a quel ragazzo e lei urlò di sì e che era troppo simpatico. Io andai subito in camera mia senza guardare il resto della casa.
Penso che questa fosse una camera di un ragazzo infatti c'erano ancora i suoi vestiti nell'armadio, delle scarpe fighissime, un cappellino con la visiera, una maglietta e una felpa blu.
Poi trovai un bigliettino sopra la bianca scrivania, c'era un disegno di un cantante rap che io conoscevo molto bene perché era inglese e dietro c'era una scritta, la lessi:

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