Capitolo 15

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In quel momento si aprì la porta.
Era Filippo.
Di colpo mi venne naturale spostarmi da Matteo.
"Avete passato una bella notte?"
Chiese lui curioso.
Non so perché c'è lo aveva chiesto anche se sapeva benissimo che non avevamo fatto nulla io e Matteo.
Forse non sapeva che io sapevo che lui ci aveva visti.
Io e Matteo ci scambiammo uno sguardo stranito.
Vedevo nei suoi occhi che voleva uccidere Filippo perché aveva rovinato il momento.
Si vedeva dalla vena sul collo che non smetteva di pulsare e anche dal pugno chiuso con le nocche rosse.
"Forse dovremmo farla finita di nascondere la verità" pensai.
Ma quale verità? Come avrei potuto scegliere la verità del futuro se non sapevo neanche cosa volevo nel presente?
Spostavo i miei occhi dagli occhi azzurri di Matteo a quelli marroni di Filippo.
Ma cosa c'entrano gli occhi? C'entra il carattere.
"Ti tratterò come una principessa per sempre."
Ricordai le frasi di Matteo.
Ma cos'è il per sempre?
Il presente non esiste.
Filippo tirò fuori dalla tasca le chiavi della macchina e le sventolò in aria.
"Vogliamo andare?" Chiese poi.
Io annuì.
"Andiamo" disse Matteo.
Fui l'ultima ad uscire ma prima di andarmene mi girai a vedere quella parte di pavimento che ci aveva uniti tutti e due.
Dove potrebbe essere avvenuto il bacio tra me e Matteo ma evidentemente se Filippo ci ha fermati vuol dire che non ero destinata a Matteo oppure semplicemente che non era quello il momento giusto.
Filippo portò a casa prima Matteo e poi me.
Quando Matteo se ne andò mi voleva abbracciare e si vedeva benissimo ma alla fine mi disse solamente "ciao" perché c'era Filippo.
Quando invece Filippo mi portò a casa mia mi chiese di entrare.
"Ne sono successe di cose da quando ci siamo conosciuti eh?"
Io annuì.
"Moltissime... Dove vuoi arrivare a parare Filippo? Dimmelo subito."
"Stai calma stiamo solo parlando." Mi rispose.
A queste sue parole mi sedetti sul divano ma ero diventata una mastina pronta ad attaccare.
Lui rimase in piedi e si mise a camminare per tutto il salone mentre mi guardava.
"All'inizio il biglietto sulla tua scrivania e tu che decidi di scrivermi e poi usciamo insieme poi noi che litighiamo poi facciamo pace tu conosci Matteo e alla fine diventi una Wolf girl... wow!"
Disse poi si sedette accanto a me.
"Ti devo dire una cosa importante Diana" disse posandomi una mano sulla coscia.
In quel momento suonò il suo telefono.
"Mamma dimmi"
"Oddio"
"Non ci credo"
"Arrivo subito"
"Ho la macchinetta"
"Appena posso sono la"
Sembrava agitato.
"Cosa è successo?" Chiesi.
Lui non rispose, prese la sua giacca che aveva appoggiato all'ingresso e senza salutarmi chiuse la porta.
"Strano il tuo amico" urlò mia sorella dalla sua camera.
In effetti era strano forte Filippo.
Decisi di chiamarlo un paio di volte al telefono per capirci qualcosa ma non mi rispondeva.
Uscì anche io di casa.
Mi soffocava rimanere lì dentro.
Presi un autobus senza avere una meta e scesi nella fermata che mi attirava di più: era quella del Tevere.
Così raggiunsi il fiume e mi sedetti sulle scalette di esso.
Incominciai a pensare a quello che mi stava succedendo.
Ero cambiata da prima.
Non ero più la ragazza tutta felice ero diventata piuttosto buia e con il cuore che mi pesava nel petto.
Incominciò a vibrarmi la tasca.
"Si può sapere cosa è successo?" Chiesi io senza neanche vedere chi fosse.
Ma notai con felicità che era proprio chi speravo.
"Mia nonna mi ha lasciato in questo momento" disse lui singhiozzando.
"Oddio mi dispiace Filo".
Dissi io.
Volevo dirgli di più ma non mi uscivano altre parole.
Lui mi ringraziò lo stesso.
"Ci ero legato cazzo" disse poi.
"Capisco".
"Ora devo andare."
"Vuoi che vengo lì?" Chiesi premurosa.
"No, grazie, magari vengo io dopo da te".
"Allora ti aspetto."
Attaccò.
Restai fino a quando non arrivò il tramonto cioè fino a quando mia sorella mi scrisse
"Mamma si sta preoccupando... Sai come è fatta😒.
Torna a casa che tra un po' sennò chiama la polizia e ti mandano a cercare."
Risi e sentendo la musica tornai a casa.
Stavo sentendo "the Story of my life" degli one direction, non capivo il perché molte ragazze si erano suicidate non mi ricordo neanche il motivo però c'entrava questa band.
Si, è forte, brava per carità ma il mio Tiziano Ferro non lo batteva nessuno.
Tornai a casa e mia mamma mi abbracciò preoccupata e quando si accorse che ero tornata gli scese una lacrima.
"Pensavo ti fosse successo qualcosa".
"Mamma stai tranquilla, ho fatto solo una passeggiata, sto bene"
"Non sono abituata a vederti scomparire così Ate"
Io annuì.
Anche lei stava appena confermando che ero cambiata.
Andai da mia sorella e le chiesi pareri su quello che stava succedendo.
"Ecco la mia psicologa preferita" dissi io.
"Ecco la mia paziente preferita" rispose lei.
Poi fece finta di tossire e disse "prego, mi racconti della sua vita signorina"
"Be ecco vede penso di essere nella merda" ci pensai meglio.
"Insomma ho paura che mi piacciono due ragazzi contemporaneamente"
"Vediamo se indovino... Quello pazzo di prima cioè il primo che hai conosciuto quando sei arrivata qua e un altro che però ti fa sentire meglio o con il quale hai già qualcosa in più rispetto a Filippo."
"Cosa ne sai?" Dissi alzandomi dal letto in cui mi ero seduta.
"Facile... È successo anche a me"
"E poi? Che hai fatto?"
"All'inizio non ho scelto nessuno, aspettavo ed aspettavo segnali che alla fine mai sono arrivati.
Certo vedevo chi magari era più innamorato di me ma quando lo scoprì era troppo tardi.
Lui, si, quello che si era innamorato perdutamente di me si stava pomiciando la mia migliore amica."
Aveva gli occhi persi.
"E quello rimasto?"
"Quello rimasto anche a breve trovò un altra"
"E ora?"
"Ora non ci sentiamo più a scuola ci salutavamo perché ci vedevamo per i corridoi ma mai una parola di più."
"Cosa significa questo?"
Chiesi io.
Lei mi prese le mani.
"Significa che il tempo non aspetta nulla e nessuno, sei tu che lo devi anticipare. Il tempo è il peggior nemico dell'uomo.
Non fare il mio stesso errore.
Non perdere tempo a scoprire chi ti ama di più come pensò già starai facendo perché è la cosa più normale da fare ma invece scopri a te, dentro lì" indicò il mio cuore "il ragazzo dei tuoi sogni e della tua vita."
"Ma non lo riesco a capire..."
"Allora, vieni facciamo un giochetto simpatico".
Lei prese un foglio e una penna e poi si mise alla scrivania, io non capivo ma mi sono avvicinata lo stesso.
"Come si chiamano?"
"Il primo Filippo e il secondo Matteo"
"Ok cosa ti piace di uno e cosa ti piace dell'altro?"
"Be... Di Filippo i suoi capelli arruffati, sempre in disordine che ti fa venire voglia di prenderli per se e poi i suoi occhi."
"Matteo invece?"
"Ah... Matteo il carattere sopratutto"
"Ok ora un difetto di tutti e due"
"vediamo... Filippo che non si capisce quello che vuole e i pensieri che gli passano per la mente mentre Matteo che lo conosco da molto meno tempo."
"Ok hai le idee un po' più chiare ora che ti sei aperta?"
"Aiutami a capire quale ha il pregio migliore e quale ha il difetto peggiore."
"Ognuno ha i propri pareri, ti posso dire solo che il tempo proprio perché passa arriva ad un punto in cui non puoi dire più che uno lo conosci da più tempo e l'altro no".
"A tavola ragazze" disse mia madre quando arrivò a casa mio padre.
"Grazie Diana" dissi io.
Lei scosse la testa. "Grazie a te per esserti aperta con me".
"Un altro giorno ti devo chiedere novità sul figlio del taxista" dissi facendole l'occhiolino.
"Wow uova e bacon" esclamai.
"Si torna a casa al meno con il cibo" rispose mamma.
Mi immaginavo che mia sorella ci avrebbe guardato disgustati come ha sempre fatto mentre questa sera si è messa a ridere anche lei.
Io cambiavo in negativo lei in positivo, perfetto direi.
Finita la cena tornai in camera mia e incominciai a leggere il mio libro "the vampire diaries" che non faceva altro che ricordarmi Filippo.
Volevo una sua chiamata oppure un suo messaggio almeno la buonanotte ma poi mi ricordai che a quest ora sarebbe stato troppo occupato con sua nonna, poverino.
Allora la mia mente passò in un secondo da Filippo a Matteo.
Non poteva continuare così.
Lui me l'avrebbe data la buona notte?
Continuai a leggere e a leggere fino a quando non arrivò un momento in cui mi si chiusero gli occhi.
Prima controllai il telefono.
Messaggio Whatsapp ora da Matteo.
Sbloccai il mio telefono e andai nella sua chat.
Lessi "sei stata brava questa notte a letto"
Io sorrisi.
"Lo so" risposi io.
"Stupida, comunque mi manchi e mi manca dormire abbracciati" disse lui.
E mi si sciolse il cuore.
Non volevo sbilanciarmi troppo così gli mandai solamente la faccina imbarazzata e lui mi riscrisse.
"Buona notte".
Sorrisi e diventai tutta rossa, almeno un buona notte l'avevo ricevuto.
Ricambiai e appoggiai il telefono sul comodino.
Spensi la luce e sistemai il cuscino.
Ripensando alla sua voce che diceva buona notte mi addormentai.

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