Capitolo 43

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La chiesa é gia piena ma c'è Katherine che ci ha tenuto due posti liberi.
Luke però non vuole andare in prima fila.
"Ti prego" lo pregai di venire davanti. "In fondo se non la vuoi considerare tua sorella è tua cugina".
Lui chiude la mano in un pugno e se non fossimo in chiesa si scannerebbe contro qualcuno.
"Ti prego" ripetei.
Lui alla fine acconsente e senza dire niente si va a sedere davanti seguito da me.
Il prete ha appena iniziato a parlare. Ci fa un discorso che neanche mi importa sulla resurrezione di Gesù.

Caro prete non so se sai che le persone normali, ovviamente non Gesù non possono risuscitare. Una volta morte sono morte. Vedi di cambiare discorso o mi alzo da questa sedia, ti sposto dal microfono e comincio a parlare io al posto tuo.

Questa è la mia mente, girovaga per altri pianeti, per altri universi.
Quando però mi accorgo che la madre di Lucy sta piangendo sul petto di suo marito dicendo "la mia bambina, la mia povera bambina" mi calmo e comincio ad ascoltare il discorso del prete.
Ecco la bara con dentro Lucy che arriva, portata da due uomini forzuti.
Lucy non avrebbe mai voluto una tomba nera o magari si però riempita di brillantini.
Diceva sempre che il nero non le piaceva perché era il colore della morte.
Lasciano la bara davanti a tutti e sotto agli occhi del prete.
Il prete prende una bottiglietta di incenso e comincia a profumare la tomba.
"Se qualcuno vuole può venire a fare un discorso per la persona stupenda che era Lucy".
Non mi volevo fare avanti anche se il discorso lo avevo tutto scritto e il bigliettino con le parole lo tenevo in mano.
Katherine si rivolge a me.
"Penso che tu sia la persona migliore per fare un elogio a mia figlia. Io non saprei cosa dire"
"Io?" Chiesi.
"Visto che nessuno vuole venire penso sia venuta l'ora di dare le ostie." Dice il prete.
Mi faccio forza, mi alzo e raggiungo il prete "parlo io per la mia migliore amica."
Apro il foglietto e comincio a leggere

Ciao, Lucy, Sono io Atena, so che forse non mi potrai sentire e neanche vedere ma so che sono nel tuo cuore. Tu nel mio ci sei sempre stata e ci sei sempre stata.
Se non ci credi staccami il cuore e aprilo in mille pezzi vedrai che l'unica cosa che c'è qui dentro sei tu."
Mi stufo di leggere, mi sento inadeguata leggendo, devo essere spontanea e ora non lo ero.
Strappo il biglietto e lo lancio alle persone che ho davanti.

"Se volete tenere il mio biglietto, tenetelo, preferisco tenere il mio discorso davanti a voi in maniera spontanea perché è così che la nostra Lucy ci ha insegnato a vivere la vita. Spontaneamente.
Penso che sia meglio ricominciare tutto da capo.
Io mi chiamo Atena.
Lucy è stata la mia migliore amica fin da quando siamo nate, abbiamo preso la passione per il nuoto insieme, per i libri e per la scuola.
Lei ha sempre avuto una grande passione per la matematica mentre io per la storia.
Non sono una matematica, ma una cosa la so: ci sono infiniti numeri tra 0 e 1. C'è 0,1 e 0,12 e 0,112 e una lista infinita di altri numeri. Naturalmente c'è una serie infinita di numeri ancora più grande tra 0 e 2, o tra 0 e un milione. Alcuni infiniti sono più grandi di altri infiniti.
La nostra è stata una storia d'amore epica, e io non riuscirò ad aggiungere nemmeno un'altra frase senza scomparire in una pozza di lacrime.
Perché la chiamo storia d'amore? Noi ci siamo sempre volute più bene di quanto potessero fare due migliori amiche, più delle sorelle e allora ci siamo dette che la nostra era una storia d'amore."
Non avevo smesso di piangere mentre parlavo. Avevo ancora moltissime cose da dire.
Quando mi fermo tutti applaudono e pensano che il discorso sia finito.
"Ci sarebbero tantissime cose da dire di noi, di quanto fosse stupenda Lucy e di come mi rendesse speciale solo stare accanto a lei ma non vi racconterò la nostra storia d'amore perché come tutte le vere storie d'amore morirà con noi, come deve. Ecco perché ho preferito parlarvi della matematica che odio piuttosto che di Lucy."
Poi mi avvicinai alla sua bara, mi inginocchiai davanti a lei e passai il pollice sul legno, come avevo fatto con la cornice che conteneva la nostra foto.
Mi piego ancora di più e lascio un bacio sulla croce raffigurata più o meno dove dovrebbe esserci la sua faccia.
"Questo è un arrivederci anche se ho sempre amato maggiormente gli addii perché qualcuno mi ha insegnato che chi crede in Dio crede nell'aldilà.
Insomma lei era speciale, ha sempre odiato l'aereo e una volta che ci è salita per me non è più tornata. Non è giusto! Non è giusto!"
Comincio ad urlare e a piangere come se qualcuno mi stesse togliendo il cuore dal petto. Mi siedo per terra.
In quel momento vedo Luke che corre da me mi aiuta ad alzarmi.
"Ehy, va tutto, bene. È tutto finito, è tutto finito. Hai fatto un bellissimo discorso."
Guardo per un ultima volta la rosa rossa, il fiore preferito di Lucy, che avevo posato su di lei e poi vengo presa in braccio come una principessa da Luke.

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