Capitolo 13

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Quando arrivammo a casa di Filippo prima di entrare Matteo mi ringraziò.
"Per cosa?" Domandai.
Lui non rispose.
Suonò al campanello e Filippo ci aprì.
Vedendoci insieme chissà quali pensieri gli saranno passati per la mente di sicuro non rasserenanti.
"Voi due...?" Chiese sorpreso.
"No scusami fratello volevo portarla ad assaggiare il più buon caffè della città".
Disse Matteo.
Filippo ci rimase male, ormai sapevo leggere nei suoi occhi nocciola.
Ma perché ci rimaneva male?
In fondo non stavamo mica insieme.
Non aveva motivo di essere geloso.
Ci fece entrare in casa e ordinammo pizza take away perché avevamo tutti e tre una fame da lupi.
Dopo cena Filippo prese parola.
"Sei sicura che vuoi finire il test?"
"Dopo aver passato tutto il tempo con quelle tre oche..." dissi dando un occhiataccia a Matteo perché lui sapeva tutto mentre Filippo non poteva neanche immaginare ciò che era successo oggi pomeriggio.
"...Non ci penso proprio di riprepararmi per la seconda volta."
"Puoi sempre non farlo" disse lui.
Matteo sembrava non essere con noi al tavolo. L'unico segno di vita che aveva fatto era portare un pezzo di pizza alle sue labbra carnose.
"Filippo, c'è la posso fare"
"Allora chiamiamo i Wolf" disse Filippo rivolgendosi a Matteo che annuì.
Matteo aveva gli occhi lucidi.
Secondo me era tristissimo perché nell'anima sapeva che a breve sarebbe tornato single.
Si alzarono e li chiamarono.
Si sentirono qualche risata e qualche parolaccia e poi tornarono tutti e due da me.
"Abbiamo fatto, destinazione test".
Uscimmo mentre mi stavo sistemando i capelli e Filippo con la macchina ci portò da qualche parte.
Io ero all'oscuro di tutto.
Filippo era davanti mentre Matteo era dietro con me.
Mi stava abbracciando mentre aveva una mano nella mia coscia avevo un vestito e un paio di calze trasparenti e ad un certo punto mi alzò anche il vestito per tenere la mano sulla coscia.
Ero tutta rossa ma mi fece passare ogni paura.
Certo che avete un ragazzo che mi stava abbracciando davanti al mio migliore amico non era molto normale...
Arrivati a destinazione capì che non sarà così facile per me superare la prova.
Mi portarono in una discoteca.
Matteo mi aiutò a scendere mentre Filippo andò a parcheggiare, ormai stavo più con il primo che con il secondo.
Appena entrammo mi viene un colpo al cuore, non me le immaginavo così le discoteche così mi strinsi a lui.
Fù difficile sentire quello che stava dicendo ma riuscì lo stesso a capirlo.
"Non corri nessun problema quando sei con me, piccola" non risposi per fargli capire che non avevo sentito quello che mi aveva detto.
Ma mi sentii bene e sorrisi imbarazzata.
Gli altri della Wolf ci videro e ci raggiunsero correndo.
Matteo alla vista di Alessandra si sentì male.
Come potrebbe essere altrimenti?
Lo capivo benissimo.
Lei gli si appiccò come se fosse una sanguisuga e ridendo lo baciò come se nulla fosse successo, evidentemente pensava che io rimanessi in silenzio.
Lui la guardava male ma lui poverino non poteva respingerla. Non è giusto.
Quell'oca non la poteva scampare così.
Lui mi guardò come per dirmi "sicura che era tutto vero?" Io annuì con la testa.
Lui sospirò e le chiese di poterci parlare "proprio sta sera?" Disse ridendo come una matta.
"Il prima possibile"
Lui andò fuori e lei lo seguì.
Lo so che non si fa ma decisi di seguirli e di rimanere lontana almeno per sentire cosa si sarebbero detti.
"Sei una stronza!" Urlò lui.
"Di cosa parli?" Chiese lei.
"Ma come di cosa parlo!"
"Non capisco... Sul serio"
"Cazzo non puoi fare così tanto la finta tonta Alessandra."
"Matteo di cosa parli?"
"Senti tu lo sai cosa hai fatto e non ho bisogno di ripeterlo anche perché uno schifo del genere non si può spiegare a parole!" Disse lui scuotendo la testa in segno di disapprovazione.
"Ora sparisci dalla mia vita."
"Questo dipende che devo smettere di fare parte delle Wolf girls?"
"Di tutto questo hai appreso solo questo piccolo particolare? Mi fai schifo"
Poi urlò "stronza" e andò dagli altri Wolf.
Mi sbrigai ad arrivare prima di lui così non si sarebbe accorto di nulla.
Anche se sapevo che me ne avrebbe parlato a breve.
Appena mi vide lo sentì sbuffare.
Io alzai le spalle e gli mandai un bacino amichevole.
Poi fecero un Brindisi alla mia prova.
"Dai Matteo, spiega a Diana in cosa consiste questa prova" lo esortò uno Wolf.
"Allora le prove che tu Diana dovrai affrontare sono tre"
"Ok partiamo!"
"La prima è di andare a chiedere al bancone una bibita molto alcolica e loro te ne presenteranno una che già sanno.
Te ne darà tre bicchieri e tu li porterai al nostro bancone noi poi verificheremo se scolerai ogni bicchiere con un sorso".
Quando Matteo finì di dirmi questo arrivò Filippo che si scusò e che aveva visto una sua amica molto importante.
Non mi infastidì più di tanto, ero concentrata nella mia sfida.
Solo per attraversare tutta la pista persi dieci anni di vita.
Una volta arrivata al bancone chiesi al barista la bibita del tavolo 113 e lui mi diede una bottiglia molto grande.
La portai al tavolo facendo attenzione che nessuno la fece cadere oppure che succedesse qualcosa che avrebbe compromesso la mia prova.
Riuscì a portarla al tavolo con movimenti da ninja e loro sembravano felici.
Presero un bicchiere che era sul loro tavolo e lo riempirono fino all'orlo.
"Ecco questo qua è un bicchiere" disse uno.
"E tu ne devi bere tre" concluse.
Io non volevo, fino a quando non avevo quella bibita tra le mani non capivo la gravità della situazione ma in quel momento la comprendevo eccome ed era l'ultima cosa da fare che mi passava per la testa.
In questa prova fu Filippo ad aiutarmi e mi sussurrò all'orecchio "se non te la senti fa cascare il liquido per terra".
Il primo bicchiere però riuscì a berlo ma già mi sentivo male, per il secondo un po feci come mi disse Filippo e infine il terzo lo rovesciai tutto.
Se avrei bevuto più di così mi sarei ubriacata seriamente e avrei passato la notte più brutta della mia vita. Oltretutto in bagno china sul water.
Avevo visto mio padre ubriacarsi diverse volte e non era un bello spettacolo, era un ubriacone anni fa poi cambiò non si sa il motivo ma apprezzammo il gesto tutta la famiglia.
Già avevo trasgredito una regola che io stessa mi ero imposta.
Mi applaudirono tutti quando alzai il bicchiere vuoto in aria.
"Bene Diana, prova superata eccellentemente" disse Matteo sapendo benissimo che ne avevo rovesciato metà perché mi fece l'occhiolino.
"Seconda prova! Seconda prova! Seconda prova!" Urlarono tutti sbattendo i pugni sul tavolo facendolo sobbalzare e facendo cadere per terra il resto del liquido dentro la bottiglia.
"Va bene allora, la seconda prova consiste nel andare a fumarsi la cocaina. C'è un venditore di droga laggiù vedi?!" Disse indicandomi un punto nella discoteca. Annuì.
È il venditore per noi ragazzi di questa discoteca, non passi guai.
Ne devi comprare un paio di grammi. Un po' la fumerai tu e un po la darai a noi" e tutti mi guardarono speranzosi che andassi veramente a prenderla ovviamente erano più ansiosi per la loro parte di cocaina che per la mia prova.
Per ripassare la discoteca ci volle una laurea e un ragazzo mi passò dietro e mi palpò il culo ma questo è solo un particolare.
"Quanti grammi vuoi ragazzina?"
"I grammi per i Wolf"
"Fai parte di quel gruppo?
Adoro quei ragazzi.
Ecco tieni, per te è gratis.
Belle tette cazzo."
Disse porgendomi un sacchetto e chiudendomelo nella mano.
Notai che in effetti le tette mi uscivano dal vestito per quanto era stretto.
Mi sistemai un po il vestito ma con nessun risultato.
Ringraziai il signore e andai dagli altri sventolando il pacchetto.
Tutti sembravano compiaciuti.
Me ne fecero fumare un po e poi passammo alla terza e ultima prova.
"Ora ragazzi scegliete la prova per lei tra le tre rimaste."

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