Capitolo 22

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"Capisci Atena? Non tornò più, poi dice a me che sono quella in torto." Era con le lacrime agli occhi e io anche.
Sarei rimasta molto volentieri con lei. Lo so che non posso fidarmi di tutto quello che mi ha detto ma la bambina c'è e anche le lacrime.
"Io vado a vedere se Melissa ha gli incubi, ne ha spesso, un po come Filippo da piccolo. Ti sei accorta che ha i suoi stessi occhi?"
"In effetti sembra la copia in piccolo e in femminile di Filippo."
Incominciando a parlare di Melissa ci incamminammo verso la sua camera.
L'angioletto dormiva.
Sembrava davvero Filippo.
"Melissa non ti chiede mai di suo padre?" Chiesi curiosa.
"Molto spesso" rispose lei tornando triste. Maledizione è la seconda volta che le tolgo il sorriso dalle labbra.
"E tu cosa le rispondi?" Chiesi curiosa.
"Papà sta lavorando per te tesoro oppure non è qua perché sta cercando di fare il tuo bene. In realtà il suo bene non lo ha mai voluto. Mi fa male mentire così."
"Nessuno dovrebbe mai mentire sopratutto per qualcuno che non ci vuole bene."
"Non capisco cosa è cambiato in lui" disse accarezzando Melissa sul braccio.
"Insomma, eravamo una coppia perfetta e pensavo che il bambino ci avrebbe reso una famiglia perfetta." Disse per poi baciare la testa di sua figlia.
"Certo, io non la volevo all'inizio. È nata tutta per uno sbaglio ma come potevo farla morire prima ancora che nascesse? Te l'ho detto, mi ero rassegnata all'essere incinta al terzo mese, dopo di che ero diventata felice di essere incinta ma di sicuro non l'avrei abbandonata così, senza mai farle vedere la luce." Disse passando la mano sui capelli.
"Sinceramente non so cosa dire, a me ancora ora Filippo sembra un bambino, non pronto a fare il papà, forse aveva paura. Diventare papà a quell'età non è facile, Sara."
"O forse non mi amava" Disse abbassando la testa.
"Certo che ti amava, Filippo non riesce a nascondere le emozioni" poi le presi il volto e lo riportai altezza normale.
"E ora Melissa, per colpa sua..." Non sapeva come continuare il discorso perciò si fermò e tra i singhiozzi disse:
"lei non merita tutto questo, è la bambina più brava che abbia mai visto." Disse guardandola.
"Sara, ormai le cose sono andate così, non ve lo meritavate però Filippo ha fatto quello che meglio riteneva, certo ora non può dire che è colpa tua, è stata colpa di tutti. Come il mondo infondo è colpa di tutti se è così. Non di una singola persona. Il destino bisogna rispettarlo. E se non credi nel destino pensa che è qualcosa di superiore che l'ha voluto, sono i nostri gesti che portano a tutto questo. Ora io Sara devo andare, mi ha fatto piacere conoscerti. Ti credevo una persona cattiva ma mi sono scordata che le persone non diventano cattive a caso, qualcuno o qualcosa le fa diventare tali."
Detto questo lei non disse niente, forse era ipnotizzata dal mio discorso, non si mosse, forse aveva perso le forze e le speranze.
Così la baciai nelle guance per poi passare a baciare la testa di Melissa.
Mi avvicinai alla porta di ingresso tra il silenzio. Prima di scomparire del tutto da quella casa e dagli occhi di quella povera ragazza che ormai è adulta e di quella povera bambina senza un padre mi voltai ancora una volta e sentì dire a bassa voce:
"sono i nostri gesti che portano a tutto questo" e riconobbi in quelle parole le mie. Povera Sara.
Andai in strada e non avevo voglia di chiamare un taxi non avevo voglia neanche di sentire Matteo ne sopratutto Filippo.
Certo volevo scoprire cosa era vero della versione di Sara e cosa no e l'unico modo per farlo era o andare dai Wolf e dalle Wolf oppure di chiamare Filippo direttamente. Avrebbe avuto voglia di ritirare fuori il suo passato o mi avrebbe urlato contro per non sentire parola di questo argomento come già aveva fatto?
Perché poi Sara si era esposta così tanto con me? In fondo lei sa che sono la fidanzata di Filippo, cosa non vera, e inoltre il suo passato non è tipo "mi ha baciato ma non voleva" è "l'abbiamo fatto senza protezioni, lui voleva che abortissi ma ecco qua la mia bambina". C'è molta differenza e se io avessi avuto questo passato non lo avrei detto alla prima faccia familiare.
Così frugai per le mie tasche e trovai il mio telefono, l'ipod e le mie cuffiette. Avevo il dispensabile per vivere.
Presi prima il telefono per vedere quanto fosse distante casa da qua.
Non era troppo lontano, poco più di dieci minuti e sarei arrivata. Così presi l'ipod e le cuffiette. Ci misi un po per trovare una canzone adatta a questo momento, poi trovai la canzone giusta  "all of me" e mi incamminai tra le lacrime.
Pensa come poteva stare Sara se io solo a sentire la storia stavo a pezzi.

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