Capitolo 40

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Riccardo mi riaccompagnò subito a casa e lo ringraziai infinitamente.
Era una colonna portante per me anche se era la seconda volta che lo incontravo in due anni.
Quando torno a casa ci sono mia mamma e mio papà seduti nel tavolo.
"ma avete raddoppiato gli orari di lavoro?" Era una domanda che gli volevo fare già da ieri sera.
"Diciamo che facciamo due ore in più rispetto al solito." Disse mio padre.
"Amore, ti puoi sedere un attimo?"
Mi sembrava strano che fossero seduti entrambi nella tavola del salotto. Di solito quando li trovavo tutti la era successo qualcosa di grave.
I miei si guardarono negli occhi e poi fecero segno di si con la testa.
Mia mamma prese fiato.
"C'è una cosa che dovevamo dirti circa quattro cinque giorni fa."
Mi sedetti di fronte a loro.
"Ecco vedi, Lucy" oddio che cosa c'entra Lucy? Diventai pallida.
"Facciamola breve" disse mia mamma a mio padre.
Allora papà concluse il discorso di mamma.
"L'aereo che aveva preso Lucy non è mai più atterrato a Londra.
Si è schiantato nell'oceano Atlantico.
Nessun sopravvissuto."
Mi ci volle un po per rielaborare tutto e capire che Lucy era morta.
"Lucy è morta?" Chiesi guardandoli negli occhi.
"Rispondete!" Urlai.
Annuirono.
Cominciai a vedere tutto annebbiato. Stavo piangendo.
"Da quanto lo sapevate?"
"Quattro" disse mamma
"Cinque giorni" la corresse papà.
"Non vi azzardate a rivolgermi la parola." Li minacciai.
"Amore, so che per te è la cosa più brutta che potesse accadere perciò abbiamo aumentato in questi giorni le ore di lavoro per poterti comprare un biglietto di andata e ritorno per Londra. Per sta sera."
In fondo volevano solo il mio bene così andai ad abbracciarli e alla fine posai la testa sul petto di mamma che mi accarezzò la testa.
"Domani c'è il funerale e il giorno dopo c'è il viaggio di ritorno."
"Grazie" sussurrai.
Corsi in camera e cercai un vestito nero ma non ne avevo per l'occasione.
Non mi era mai successo di partecipare ad un funerale.
Poco dopo mamma bussò alla porta "posso entrare?" Chiese dolcemente.
In mano aveva un vestito nero.
"Tua sorella ti offre questo vestito per il funerale."
"Grazie mille. Quando c'è l'aereo?"
"Tra due ore. Prepara una borsa e poi ti portiamo in aeroporto."
"Mami grazie mille ma mi faccio accompagnare da un amico."
Lei mi fece l'occhiolino.
"Buona fortuna."
"Mi dispiace per prima" li avevo aggrediti.
"Non ti preoccupare, lo sapevamo che avresti reagito così."
Misi quel vestito bellissimo in borsa, le mie solite scarpe, un paio di pantaloni, una maglietta, due mutande, due paia di calzini di cui uno lungo per il vestito e un reggiseno con il pigiama e il carica telefono.
Ovviamente anche un buon libro.
Mi preparai 100€ per pranzi, cene e magari un mazzo di fiori per la mia migliore amica.
Chiamai Filippo e gli dissi tutto.
"Ti accompagno io in aeroporto" disse subito.
"Era quello che speravo di sentirti dire"
"Un quarto d'ora e sono da te"
Il quarto d'ora più lungo della mia vita.
Decisi di aspettarlo sotto con la borsa.
Saluto i miei genitori e scendo.
"Ehy Filippo" dico chiamandolo con la mano.
Lui si avvicinò a me e mi asciugò le lacrime con il pollice.
"Ora andiamo" mi portò all'aeroporto senza dire una parola.
"Ora tutto il mio passato di Londra ritornerà in mente" dissi mentre guardavo fuori dal finestrino.
"Lo so che è dura Ate ma pensa che tra due giorni sarai di nuovo qua!"
Incominciai a piangere.
"Sono lontana da lei e non l'avevo potuta salutare bene anche se ero l'ultima persona ad averla salutata quel giorno.
Mi ricordo che le avevo scattato
una foto prima che partisse, giusto per ricordarmela.
Quel giorno avevo il brutto presentimento che non l'avrei mai più rivista ma pensavo che fosse una paura infondata e invece eccomi qui a piangere per la sua morte."
Erano tutti pensieri che mi frullavano per la testa.
Filippo mi guardò intensamente negli occhi.
"Ci sono io" mi sussurrò.
Lui c'era sempre.
Sono diventata ormai di parte, Matteo non mi ispirava più fiducia e intanto il litigio con Filippo ci ha fatto legare molto di più rispetto a prima.
"Ho paura a prendere quell'aereo. Se non dovessi più tornare?"
"Non lo dire neanche per scherzo!" Mi rimproverò.
"Metti che è la verità" dissi seria
"Diciamo che succederebbe un secondo Romeo e Giulietta.
Appena so della tua morte faccio il funerale che si desidera sempre con un lungo e bel discorso e poi mi uccido.
Chi crede in Dio si rincontra nell'aldilà."
"E tu credi in Dio?" Gli chiesi
"No"

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