Capitolo 9

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Il giorno dopo Filippo mi scrisse
"Ehy Ate!"
"Oi"
"Usciamo oggi?"
"Guarda non lo so..."
"È successo qualcosa?"
"solamente che devo andare a vedere il mio liceo ma non mi va per niente"
"Se ti va ci andiamo insieme"
"Se a me non va figurati a te che non devi scegliere un liceo"
"Che indirizzo vuoi fare?"
"Classico"
"Allora destinazione Giulio Cesare"
"?"
"Così almeno ci vediamo a ricreazione"
"Wow! Stessa scuola tua?"
"Vediamoci nel solito posto tra mezz'ora"
Il nostro solito posto era vicino un bar sotto casa mia.
Però era un posto strano perché dappertutto era pieno di gente tranne in quel posto.
Si vedevano un ingorgo di persone dall'altra parte e invece da questa, noi, eravamo liberi.
Arrivò e mi portò in macchina sua.
Direzione: il nostro liceo.
Era una bella scuola, grande e antica, mi piaceva.
Poi quando ho saputo che si faceva l'arte in più mi sono innamorata di quella scuola. Il mio futuro era stato deciso in quel preciso istante in cui presi l'aereo ma anche in quello in cui scrissi a Filippo oppure quello in cui misi piede in questa scuola.
Quante altre cose farò a breve che potranno rendere la mia vita o bella o una merda nel futuro? Quante decideranno la mia vita?
Per ora ero una cittadina di Roma con una sorella, un cane e un migliore amico.
É un po rude a dirla così ma in effetti è proprio così.
Ci venne incontro una bella ragazza, con gli occhi azzurri e i capelli biondi. Seguì con lo sguardo gli occhi di Filippo e poi lo sfiorò con la spalla.
Lui gli rivolse un occhiataccia di disprezzo.
"Piacere" disse poi a me "il mio nome è Sara"
"Saresti?" Dissi io notando che Filippo era nel panico senza darlo a vedere.
"Una sua ex" guardò lui "Non ti ha mai parlato di me?" Disse poi con disprezzo guardandomi.
"Non ho ancora avuto il tempo di farlo" disse salvandomi un poco da quella situazione è dimostrandomi che carattere dovevo avere e quale personaggio interpretare.
"Né mai lo farà" aggiunsi.
Filippo mi guardò fulminandomi. "Cosa ho combinato ora??" Mi chiesi
Filippo era strano.
Sopratutto quando si parlava di quella ragazza strana di cui dopo gli avrei chiesto spiegazioni.
"Comunque mi ha fatto piacere conoscerti..."
"Sara" rispose lei.
"Volevo dire questo, si" risposi.
"Oh scusate ora devo andare.
Inizia la mia lezione. Tu Filippo pensi di fare sega un altra volta oppure ti degni di venire in classe?"
"Puah!" Disse lui. "Lo sai che non mi è mai piaciuta la scuola, studiare e sopportare quelle prof che pensano di avere il controllo su di te.
Puoi anche dirle se chiede qualcosa
"Verrà quando vorrà" ora se permetti volevo godermi la giornata con Diana"
Lei alzò le mani e guardandolo negli occhi si allontanò, poi si girò e fece volteggiare i suoi capelli e senza rivoltarsi entrò in classe.
Sara poteva essere un indizio per la mia missione?
"Dai raccontami di lei" dissi una volta fuori scuola.
"Non ho intenzione di farlo Atena, toglitelo dalla testa."
"Perché?"
"Atena non insistere ho detto di no"
"E quando ti degnerai di dirmi qualcosa del tuo passato?"
"Atena non ora, il mio passato non è facile raccontarlo e ho paura che proveresti compassione per me. Io non ho bisogno della tua compassione."
"Ma perché no!"
"Atena, cazzo, ora basta! Nel passato ho fatto una moltitudine di errori e quando vorrò dirteli te li dirò. Nel passato ho avuto un botto di episodi poco felici e quando mi sentirò di potermi aprire veramente con te saprai tutto".
Gli misi una mano nel petto, sul cuore.
"Senti se non ti fidi di me fai male"
"Come faccio a fidarmi se ti conosco a malapena da tre settimane!"
"Filippo non posso capire cosa hai passato evidentemente ma se me lo spieghi posso aiutarti a superarlo."
"Il mio passato non si può superare, ritorna in mente e non ha intenzione di andarsene"
"Rispondi solo ad una domanda"
"spara, una sola" ci tenne a specificare.
"C'entra Sara nel tuo passato traumatico?"
"Si"
"Non mi lasciare mai ti prego" disse poi abbracciandomi con le lacrime agli occhi.
Filippo mi ha sempre dato l'impressione di uno che non piange, di uno forte, capace di difendersi da solo. Invece ora mi stava abbracciando piangendo e supplicandomi di non lasciarlo mai.
Mi faceva uno strano effetto.
Non vedo come una come me poteva aiutarlo a stare meglio.
"Promesso"
Ora oltre ad una missione da compiere avevo anche una promessa da mantenere.
E se fosse stato lui a slegare questa promessa? Era questa la cosa che mi faceva stare peggio.
Il futuro non dipendeva da me, dipendeva da lui.
Ora avevo invece un altro indizio.
C'erano due cose che gli facevano paura e non sto parlando di fantasmi e zombie ma di quelle che ti fanno paura da grande.
A lui faceva paura il suo passato.
Ripercorrerlo e evidentemente quella bellissima ragazza che lasciò ammaliata anche me: Sara.
Se sarebbe servito ad aiutarlo con il suo passato arriverò più a fondo in questa missione.
Che avrei chiamato "doppio zero".
Perché il primo zero è il passato e il secondo zero sarà il futuro perché il passato decide il futuro.
Aspettai un po di tempo e poi tornai su quel incontro inaspettato con Sara.
"Perché quando ho cercato di difenderti mi hai guardata male?"
"Appunto perché cercavi di difendermi" disse calciando un sassolino per strada.
"Non capisco"
"Sara è abituata a vedermi forte, dannato e stronzo.
Ma da quando l'ho conosciuta sono cambiato.
Non sono più così, ora sono fragile.
Se mi faccio vedere così lei penserà che ci sono rimasto male e non glielo voglio far credere."
"Ancora non capisco"
"Atena se prima eri in un modo non puoi cambiare così di colpo.
Questo cambiamento non va bene.
Sopratutto perché é da positivo a negativo"
"E quindi?"
"Quindi non voglio che pensi che sia lei il motivo del mio cambiamento.
Non mi meritavo di soffrire per lei e lei non si deve sentire superiore di quanto in realtà non sia."
"Ora capisco"
"Già ora capisci"
Lo presi per mano e mi ricordai della promessa fatta fuori scuola.
"Non mi lasciare mai ti prego"

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