Piangendo mi diressi in camera mia e presi il mio telefono.
Cominciai a navigare un po su internet e alla fine mi passò davanti una foto con due ragazze che ridevano come matte guardandosi negli occhi.
Questa è amicizia!
Mi venne in mente Lucy e decisi di chiamarla.
"Ehy" dissi asciugandomi le lacrime
"Ehy Atena... Come stai?"
Mi chiese felice di risentirmi.
"Io bene ma sono successe troppe cose"
"Brutte o belle?"
All'inizio rimasi vaga
"Ho conosciuto un ragazzo e poi un altro ancora e delle ragazze..."
Al di là del telefono non si sentiva niente e scoppiai in un fiume di parole raccontandogli tutto filo per segno.
Non riuscì a trattenermi.
Lei non disse niente quando finì.
Notai che eravamo state un ora al telefono in cui... Ho parlato solo io.
"E tu?" Decisi di chiedere poi.
"Niente di così travolgente come te, ho conosciuto una nuova ragazza però, tu la conoscevi già, Enrica e siamo diventate migliori amiche"
A queste parole mi salì la gelosia e mi feci una promessa:
Quando la chiamata sarebbe finita mi sarei alzata e sarei andata a scuola.
Avrei incontrato qualcuno là forse.
"Scusa Lucy ora devo andare"
Dissi calma, fredda e distaccata.
"Ehy ma sei gelosa?" Sentì chiedere velocemente.
Attaccai.
Presi la giacca, salutai mia sorella e Alessandro che alla fine sembrava rivelarsi un meraviglioso fidanzato e con la musica nelle orecchie mi incammino verso la mia meta.
Arrivata a scuola entrai e vidi un viso famigliare.
"Ehy, ciao Atena, ti ricordi di me? Sono Veronica, una delle Wolf Girl"
"Ah si Veronica!"
Lei si mise a ridere
"Mi avevi proprio riconosciuta insomma" disse.
"Che ci fai qua?" Chiese lei curiosa.
Le potevo mai rispondere:
"Soltanto che la mia migliore amica di Londra ne ha trovata una nuova e mi sono accorta che non ho amiche che mi tirino su... Solamente due ragazzi innamorati di me che mi danno immensi obblighi e decisioni"
Quindi risposi solo:
"No, niente, sto facendo solo un giro"
"Che coincidenza incontrarci!"
Rispose allora.
"Già" dissi io.
Decidemmo di uscire in modo tale di lasciarla fumare tranquillamente.
Lei si appoggiò al muro, prese il pacchetto di sigarette e ne estrasse una poi prese un accendino colorato e se la accese.
Fece una boccata mandandomi tutto il fumo addosso.
"Fumi?" Chiese lei porgendomi il pacchetto.
Aspettai un attimo.
Fumavo? Di sicuro no.
Avrei voluto provare? Se fossi ancora la santarellina di Londra di certo no ma ora mi sentivo cambiata e fumare per la prima volta sarebbe stato un ulteriore cambiamento.
"No" dissi allora prendendo però ugualmente il pacchetto.
Mi misi una sigaretta in bocca.
Veronica si mise a ridere.
"Intanto dall'altra parte"
Oddio che figura! La girai subito.
"E poi se non la accendi non fumerai mai"
Poi mi disse di tenere la sigaretta ferma là.
Intanto lei mise le mani a forma di coppetta difensiva attorno alla sigaretta e la accese.
"Grazie"
"Be si, la prossima volta mi devi portare cinquanta centesimi a sigaretta se le vuoi"
"Ehhh esagerata"
Dissi facendo un tiro e scoppiando a tossire.
"Tranquilla, la prima sigaretta è sempre così"
"Ma i tuoi non ti dicono niente se fumi?" Chiesi io giustamente.
I miei riempivano sia me sia mia sorella di "non fumare" con mille motivazioni.
Mia sorella però ormai fuma da anni senza che i miei lo sappiano mentre io ho cominciato oggi.
Notai che i suoi occhi si riempirono di lacrime ma non scoppiò a piangere.
In quel momento capì che i suoi non c'erano più.
"Oddio scusami".
Lei non sembrò essersi accorta delle mie scuse e cominciò a parlare dei suoi.
"Erano ancora giovani fanculo, io invece ero una piccola bambina viziata e quel giorno chiesi a mia mamma se potevamo andare a prendere qualche mio regalo per Natale.
Lei smise di fare quello che stava facendo come se fosse poco importante ma io sapevo che in realtà lei si stava laureando online perché io non le ho permesso di andare al college nascendo quando lei aveva diciotto anni.
Papà invece era un letterato molto famoso, scrisse molti libri e diventò capo di una azienda giornalistica nonostante la sua giovinezza.
Entrammo in macchina e attraversammo un ponte ma in quel momento scoppiò un incendio e lì non mi ricordo molto bene i particolari.
Mi ricordo solamente che noi eravamo dentro la macchina e non riuscivamo ad uscire.
Mamma e papà incominciarono a preoccuparsi solo di me.
Mamma cercò di chiamare qualcuno ma nessuno rispose.
Allora papà decise di sfondare la mia portiera con un calcio e mi fece cadere via dalla macchina quando mi lanciò fuori sentì "addio" da parte di tutti e due e scoppiai a piangere.
Tentai di andare ad aprire le loro portiere ma quando i miei notarono che l'incendio peggiorava mi dissero di allontanarmi da lì, io lo feci, seguivo tutto quello che mi dicevano loro.
La cosa più brutta è che ero là, li stavo vedendo morire e me ne sono andata via correndo.
Chiamai zia e mi venne a prendere ma questo ha poco conto.
Sentivo le loro urla disperate e le sento ancora, come se stessero urlando in questo momento, non se ne vanno più dalla mia testa.
Forse non vogliono farmi scordare la loro voce?
Forse è un modo per vendicarsi di non averli salvati?
Avevo dodici anni e da lì incominciai a fumare.
Non fumo per farmi la figa come la maggior parte dei ragazzi di oggi.
Io fumo perché rovinandomi i polmoni morirò prima e li andrò a trovare prima del dovuto.
Cazzo quanto mi mancano, ogni santa volta in cui mi alzo dal letto e ogni fottutissima volta in cui vado a dormire. Sono un pensiero fisso.
Da quel giorno non festeggio mai più il Natale.
Se non sai cosa rispondere ti capisco"
"Mi dispiace ma infondo non potevi fare altro, eri piccola" dissi abbracciandola.
"Già ero piccola" ripeté lei a bassa voce pensando che non la sentissi.
"Ehy scariche di ormoni"
Disse un ragazzo suonando il clacson della sua macchina fermandosi davanti a noi fischiando.
"Ble, lascialo stare, è mio fratello più grande" disse Veronica facendo una faccia disgustata.
In realtà era carino.
Un altro ragazzo no però.
Scese dalla sua macchinetta che aveva di sicuro modificato e aveva cambiato il disegno.
Aveva una fiamma lunga tutto il fianco rossa con il tettino giallo.
"Ehy, piacere, sono il fratello di Veronica" disse porgendomi il cinque.
"Piacere, sono una sua amica" dissi indicando Veronica.
"Riccardo"
"Atena"
Lui mi abbracciò, quasi come se fosse un gesto meccanico e poi quando vide che ero rimasta meravigliata dal suo gesto si allontanò piano piano da me come se fosse in rallentatore e indietreggiava guardando noi.
Lo guardavo allontanarsi e poi sentì un rumore di motori.
Poi neanche la macchina.
Era sparito.
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If not now, When?
RomanceStoria completata✔️ Storia iniziata il 28 novembre 2015 Storia completata il 18 maggio 2016 È il primo libro che scrivo su Wattpad perciò scusatemi se non è la scrittura di una grande scrittrice ovviamente mi impegnerò al massimo per voi❤️