Capitolo 44

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Non mi ricordo più cosa è successo dopo il funerale di Lucy. So solo che quel giorno mi sono addormentata e ho dormito circa un giorno.
Adesso è mattina ed è tempo di tornare a Roma.
"Ehy, Atena, sappi che non mi scorderò facilmente di te.
Spero di rivederti un giorno e magari ci potremmo dire "ma sei tu? Come ti va la vita?" Per ora non posso sperare di più.
Grazie di tutto" Luke è il primo a salutarmi.
Io lo abbraccio.
Mi salutano tutti quanti e molto calorosamente, sopratutto Katherine, probabilmente non si aspettava che sarei venuta.
Quella mattina Luke si offrì di accompagnarmi all'aeroporto.
Prima di partire però tornai in camera di Lucy e accanto alla sua foto ci lasciai una rosa rossa del mazzo che avevo portato in chiesa.
Questo sarebbe rimasto, si sarebbe essiccato ma sarebbe rimasto sempre e comunque un po come la nostra amicizia.
A quella rosa ci attaccai un bigliettino con su scritte le nostre iniziali: AL.
Luke mi portò all'aeroporto e mi disse nuovamente che gli aveva fatto tanto piacere conoscermi.
Mi ringraziò anche per averlo costretto a venire al funerale.
"me ne sarei pentito per tutta la vita"
Ci abbracciammo e poi me ne andai per la mia strada con la borsa sotto braccio.
Scrissi un messaggio a Lucy anche se sapevo che non lo avrebbe mai letto, un po come tutti quei messaggi lasciati nel vuoto che le avevo lasciato prima di sapere la triste verità.
Ehy, ti sono venuta a trovare e la rosa rossa sarà il simbolo della nostra amicizia, non so se sono stata all'altezza con il discorso che ho fatto il giorno del tuo funerale, spero di si.
Per Fortuna tu sei credente, magari ci rivediamo nell'aldilà.
Le nostre iniziali incise nel cuore.
Lo inviai e salii sull'aereo.
Mi addormentai per tutto il tempo del viaggio e mi risvegliai all'arrivo.
Scesi dall'aereo e mi sentii subito sola, tutti si abbracciavano con tutti, tutti baciavano tutti, rivedersi dopo molto tempo è un esperienza bellissima ma diventa dolorosa quando vi ri-separerete.
In quel momento tra le persone che reggevano i cartelli con su scritto il cognome di chi aspettavano intravidi una faccia famigliare: Filippo, c'era anche Matteo!
Mi misi a correre e Filippo mi abbracciò subito facendomi fare un giro attorno a lui.
Matteo invece aspettò e dopo mi diede un bacio sulla guancia.
Che modo diverso che avevano di salutarmi.
Mi portarono a casa di Filippo e passai la giornata con loro due.
Inizialmente mi chiesero come fosse andata a Londra.
Come era andata veramente?
"Sinceramente non lo so di precisione, sono stata subito incantata dalla bellezza della mia città che mi ospita da quando sono piccola ma secondo me Roma è più bella. Ci sono molte novità nella sua famiglia. avrebbe potuto vivere con altri tre fratelli: Sky, Micky e Luke.
Luke è il più grande ed ha un anno in meno di me quindi non vi preoccupate.
Il giorno del funerale è stato bruttissimo, ho fatto un discorso lungo e io ne sono fiera, ho accartocciato il foglio sul quale avevo scritto il mio discorso e ho improvvisato tutto da quel momento mi sono addormentata e ho dormito un intero giorno dopodiché eccomi qua."
"Vorresti mai tornare a vivere a Londra?"
"Matteo ma sei pazzo? Ormai io qua ho voi e non vi lascerei per nessun motivo al mondo. Ormai anche se sono solo due anni mi sono legata più a Roma che a Londra. Lo so che è difficile da credere."
"Lake ci ha provato con te?"
"Filippo! Intanto si chiama Luke e poi no, è più piccolo di me"
Anche nel carattere erano del tutto differenti.
"Ti sono mancato?"
"Mi siete mancati tutti quanti: tu, Matteo, Veronica, Sara, Melissa e chi più ne ha più ne metta."
"Ma di più io" si vantò Filippo.
Poi giocammo con la Play prima a Fifa e ovviamente persi.
Non che non mi piacesse o che non ci avessi mai giocato perché io ho sempre amato il calcio e ci ho sempre giocato con loro ma perché basta non giocarci per tre giorni e si perde l'allenamento. A Call of Duty invece vinsi, amavo troppo questo gioco.
"Io faccio i pop corn!" Annunciò Matteo.
Filippo prese l'occasione di parlarmi
"Sai, l'altro ieri ho rivisto Sara e Melissa, volevo che lo sapessi perché non ti voglio nascondere niente.
Sto facendo quello che mi hai e mi avete chiesto, sto cercando di prendere le parti di un padre.
Melissa è bellissima, ha preso tutta dal padre."
"Sono felice per te" poi però mi rabbuiai.
"Ehy, va tutto bene?" Lo notò subito.
"Secondo te questo prendere le parti di un padre, essere padre di Melissa che è la figlia di Sara ci può fare allontanare?"
"Eri tu prima quella che diceva che non poteva succedere" disse lui. "Comunque no, io amo solo te."
Lui si avvicinò a me, mi fece sentire il sul fiato sul collo, mi scostò i capelli dalla parte destra per lasciare scoperta quella sinistra.
Si avvicinò alla parte del collo rimasta scoperta e mi diede tre baci di seguito.
Brividi, brividi in tutto il corpo.
Quando Matteo tornò con i pop corn fatti li mangiammo con gusto guardando un film.
Filippo voleva guardare "lo chiamavano Jeeg Robot"
Matteo "lo squalo"
E io dovevo sceglierne uno dei due.
Jeeg Robot mi ispirava maggiormente perché conoscevo il cartone e perché era uscito da poco.
Scegliemmo bene.
"Sono Jeeg Robot" disse Filippo
"Io sono lo Zingaro" disse Matteo
"Buttiamoci nel Tevere!" Urlarono insieme.
"Io non voglio morire" protestai.
La giornata passò velocemente.
Filippo mi riportò a casa.
Il letto è sempre stato la mia rovina, pensai tutta la notte a Lucy e non dormii neanche un secondo.
A metà notte così decisi di uscire e di bagnarmi sotto la pioggia, seduta sul marciapiede con i piedi a terra sulla strada sentendo musica e guardando le poche macchine che passavano sperando in qualche modo che potesse esistere una macchina che riportasse in vita i morti.

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