Capitolo 21

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"Bene, sali in macchina"
Mi disse lei mentre si dirigeva verso la sua macchina.
Io la seguii.
Aveva una macchinona stupenda, non ci capisco niente di macchine ma ne avevo già viste altre dello stesso genere quindi riconobbi che era una Lamborghini.
Partì con un gran rombo del motore e poi andò ad una velocità supersonica.
Quando scese dalla macchina perché probabilmente eravamo arrivate a casa sua strinse i pugni e mi disse
"che c'é? Non hai mai visto una ragazza guidare o non hai mai visto una persona guidare come me?"
In effetti avevo una faccia sbalordita.
"In realtà non avevo mai visto una ragazza guidare non bene ma con una forza..."
"Ok non hai mai guidato, capirai" disse ridendo.
Sembrava una ragazza tutta fru e fru invece è una ragazza black, nera, piena di se e non me la vedo a rifarsi le unghie.
Senza dire niente e senza farmi alcun cenno si diresse dentro al palazzo.
"Be che fai? Entri?" Disse guardandomi da capo a piedi appoggiata al muro dentro casa mentre io ero ancora fuori dalla porta.
Volevo scappare.
Quella ragazza non faceva altro che darmi timori e incertezze.
Entrai camminando lentamente.
Lei si sedette sul divano e mi invitò a copiarla.
Mi posò una mano sulla coscia e cominciò a giocherellare con le sue lunghe unghie.
"Senti io sono qua per sapere il passato tra te e Filippo, quindi..."
"Quindi cosa? Non correre così..."
"Io tra poco me ne devo andare" insistetti. In realtà non volevo andarmene, volevo solo fare il mio lavoro da 007 e poi andarmene a casa. Le chiacchiere non sono fondamentali per un agente segreto.
"Allora partiamo dal principio..." Cominciò lei.
"Ti ascolto" dissi fissandola attentamente.
"Ci conosciamo da quando siamo piccoli. Le nostre mamme erano amiche e così anche noi lo eravamo.
Lui era tanto carino e lui diceva lo stesso di me. All'età di otto anni ci mettemmo insieme"
Otto anni?
"Eravamo troppo carini insieme, lui si comportava bene e a me piaceva stare con lui.
Io lo ascoltavo sempre e ci consigliavamo tra di noi." Si fermò ma poi riprese
"La nostra storia cominciò a farsi seria a quattordici anni, si, dopo sei anni stavamo ancora insieme ma anche prima, da quando eravamo piccoli era come se fossimo sempre stati fidanzati quindi fai un po te i calcoli degli anni."
Si capiva che non sapeva bene come andare avanti ma io ancora non avevo scoperto nulla anche se ora ero diventata gelosissima di
"Due anni dopo, sedici anni, successe la cosa tremenda..."
Cominciò a piangere.
Io le accarezzai il braccio.
"Facemmo l'amore, me lo chiese lui." Le venne il magone alla gola.
Poverina, cosa avrà potrebbe averle fatto Filippo?
"Senza preservativo"
Rimasi immobile.
"No, non dirmi che..."
In quel momento entrò qualcuno dalla porta principale.
Sara si alzò e andò alla porta.
Io non sapevo se seguirla o no ma poi decisi di aspettarla lì.
Però intanto riuscivo ad ascoltare tutto.
"Grazie mamma per avermela portata, mi mancava troppo..."
Sentì qualcuno piangere ma non era il pianto di Sara, sembrava più il pianto di un bambino. O mio dio.
In quel preciso istante realizzai tutto.
Sara tornò con una bambina bellissima in braccio.
Quasi sicuramente era la figlia sua e di Filippo.
"Lei è Melissa, mia figlia."
"Non ci posso credere" ammisi.
"Mia figlia è stata concepita quel giorno."
Poi me la fece vedere meglio, me la mise in braccio e me la fece coccolare per poi chiedere alla signora che l'aveva portata di andare in camera con Melissa.
Dopo che Melissa se ne era andata Sara continuò a parlare.
"Filippo voleva che io abortissi e anche io per il primo periodo perché non ero pronta a fare la mamma, sai ero ancora una ragazzina di sedici anni, sedici anni"
"Cosa ti fece cambiare idea?"
"Mi piaceva andare a fare passeggiate al parco durante quel periodo e Filippo mi accompagnava. Passavano troppe coppie con il passeggino e ridevano sembravano felici."
"Capisco benissimo"
"No non puoi capire Atena." Cercò di scusarsi per come aveva reagito e poi continuò
"La data dell'aborto l'aveva fissata Filippo e non dormí per un mese pensando a quel giorno, avrei perso la possibilità di essere felice. Pensavo che Filippo avrebbe capito."
"Alla fine sei andata all'appuntamento?"
"Si, Filippo mi accompagnò ma poi lo pregai di rimanere fuori. Parlai con il medico e gli dissi come andarono le cose. L'intervento non si fece."
"Ma Filippo?"
"Filippo sapeva che la storia del bambino sarebbe finita così, mentre io andavo agli incontri con i medici per sapere la sua salute, la mia, se sarebbe nata sana, se era maschio o femmina non l'ho mai voluto sapere. Mi volevo tenere la sorpresa."
"E il parto?"
"Cesario. Quella mattina mi svegliai ed ero pronta a partorire. Filippo ovviamente non sapeva il motivo ma mi portò ugualmente in ospedale. Filippo aspettò fuori.
Mentre mi stavano facendo partorire Filippo chiese spiegazioni, voleva sapere che cosa mi succedeva.
Riuscì a sentire perfettamente il discorso tra il medico e Filippo e ancora quelle parole mi rimbombano in testa."
"Cioè?"
"Il medico gli disse che ero incinta, lui urlò queste precise parole: Puttana, avevi detto che avevi abortito! Lui sapeva che io lo sentivo.
In quel momento spinsi per l'ultima volta e nacque Melissa. Aveva gli occhi di Filippo.
Il medico cercava di calmare Filippo ma lui non sentiva ragione e l'ultima cosa che sentì uscire dalle sue labbra fu un urlo agghiacciante.
Aspettai tutta la notte sveglia, ero stanca dopo il parto ma volevo vedere il padre di Melissa.
Non tornò mai più."

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