Capitolo 25

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Freddo

Fa abbastanza freddo nella camera buia dove mi trovo completamente solo e lontano da tutto. Sento il vento tirare su di me e un ticchettio incessante occupa il silenzio, forse proveniente da un angolo del piccolo abitacolo che mi ospita.

Sono in piedi davanti ad un registratore vocale, lasciato su un tavolo appoggiato ad una parete completamente bianca. L'intera camera è bianca e io sento di essere l'unico elemento scuro all'interno di essa. Muovo le mie dita tra i miei capelli, cercando di sciogliere i nodi creatisi, ma mi accorgo di non riuscire ad avvertire la morbidezza dei miei capelli sotto il mio tocco. Mi stropiccio gli occhi ma non sento di starli stropicciando veramente.

Il mio tatto sembra essersi dissolto sotto le mie stesse dita.

Compio un passo verso il piccolo tavolo, allungando una mano per toccare il registratore vocale ma questo sembra partire non appena il pensiero di accenderlo sfiora la mia mente.

Delle voci occupano la stanza, sostituendo quel silenzio angosciante riempito solo dal ticchettio irregolare di qualcosa, probabilmente un vecchio orologio dalle batterie quasi completamente consumate.

''Come hai potuto farmi questo?''

Riconosco la voce di mia madre tra le tante voci, poi esse spariscono e la sua diviene l'unica trasmessa dal vecchio strumento. E' alta, sta urlando contro qualcuno ed io riesco a capirne a stento le parole soffocate da qualcosa.

Un pianto.

Dei singhiozzi lasciano le sue labbra, poi il silenzio di nuovo.

''E' successo.''

La voce di un uomo, una voce dura e fredda, irrompe nel silenzio e fa si che mia madre riprenda a singhiozzare sempre più forte mentre lui tace.

Tace e basta.

''E' successo. Davvero, Des?'' la sento strozzarsi tra le lacrime, la sento strillare un nome a me sconosciuto ''Cosa dirò ai tuoi figli quando mi chiederanno di loro padre? Cosa pensi che farò quando si domanderanno dov'è l'uomo che li ha desiderati e che ora li sta abbandonando per lei?''

''Dì loro che sono morto.''

''Morto?'' gridò lei senza fiato ''E' così che fuggi, vigliacco?''

''Ho altra scelta, Anne?'' sento nominare il nome di mia madre e rabbrividisco.

''Resta.'' le lacrime le impediscono di parlare, la sua voce ridotta ad un'amara e soffocata supplica.

''Non posso, lei ha bisogno di me.'' sussurra ''Loro hanno bisogno di me.''

''Io ho bisogno di te, Des.'' urla lei ''Edward ed Harry hanno bisogno di te, non lei, loro due.''

Il silenzio torna ad occupare la piccola stanza in cui mi trovo. Lacrime amare mi rigano il viso senza che neanche io me ne accorga. Percepisco il freddo sulla mia pelle, solo quello occupa adesso ogni parte di me. Il mio cuore compreso.

''Tre anni senza che tu mi abbia detto niente, tre anni della mia fiducia che viene ripagata in questo modo.'' urla ancora e ancora, mentre lui tace ''Almeno la ami?'' chiede mia madre dopo qualche secondo di assoluto silenzio e lacrime.

''Cosa?''

''Ti ho chiesto se la ami.''

''No, amo te.''

''Se mi amassi non mi avresti tradito con lei. Se mi amassi, saresti rimasto e ti saresti preso cura di loro.''

''Mi dispiace, Anne.'' sussurra colpevole ''Lei ha bisogno di me.''

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora