The two faces of danger

Capitolo 46

My hope is blood on broken glass
A shattered hole, a scattered past
And I can't wake up cause the darkness won't let go
And I can't wake up cause the darkness is taking hold
Everything is lost
And this nightmare's closing in
Everything is lost
There's a sorrow beneath my skin
There are angels and demons at war inside my chest
The good and the evil are fighting to possess
And I can't stand up as the ground shakes underneath
And I can't stand up as the earth gives under me
Everything is lost
And this nightmare's closing in
Everything is lost
There's a sorrow beneath my skin
Everything is lost
and this nightmare's closing in
Everything is lost
There's a sorrow beneath my skin
This is the end of me
This is the end of me

Poteva il verde dei suoi occhi esprimere più emozioni di quante non ne stesse esprimendo in quel momento, seduto su una fredda e dura panca di legno scuro tra le tante della piccola chiesa, mentre la sua mente lo incitava a muoversi, ad alzarsi, ma il suo corpo sembrava essere atrofizzato dal dolore?

Percepiva le sue mani stringersi l'una nell'altra, ferme nel suo grembo, mentre il suo sguardo era fisso sulla cassa di legno adornata da decine ghirlande di fiori colorati ai cui piedi era inginocchiata una donna. Gli sembrava essere invecchiata di anni dall'ultima volta che l'aveva vista, poche settimane prima. Forse era vero che il dolore rende più anziani, più esperti di un mondo che non perdona, di un un destino che non lascia via di fuga.

Le sue orecchie erano attutite al suono del pianto della donna, il quale arrivava lui lontano, distante, come ogni cosa che provava a raggiungere la sua mente da ben due giorni. Aveva perso la cognizione del tempo e percepiva la realtà da lui distante. Non aveva aspettative riguardo il futuro, non aveva presentimenti né desideri. Non era arrabbiato. Il dolore gli stava corrodendo il petto, non lasciando spazio alla rabbia. Si aspettava di provare odio, rancore, delusione, ma niente di tutto questo raggiunse il suo cuore. Avrebbe solamente voluto distendersi da qualche parte e rimanere da solo, al buio, cullato dal silenzio che pensava di meritare. Avrebbe voluto fuggire dai singhiozzi e dalle lacrime che lo avevano circondato nelle ultime ore, avrebbe voluto scappare dal dolore e dalla sua assenza. Avrebbe voluto aprire gli occhi di colpo e scoprire che tutto quello che stava attraversando fosse solamente un orrendo incubo. Ci aveva provato, eppure la realtà lo aveva investito ancora di più facendogli comprendere che non c'era alcuna via di fuga dalla morte.

Il peso sulle sue spalle costrinse le sue ginocchia a piegarsi mentre camminava lungo la navata della chiesa, davanti a lui Mr Tomlinson aveva la schiena ingobbita e alcuni respiri pesanti lasciavano le sue labbra mentre cercava di sopportare la pesantezza della sua più grande perdita. Un padre avrebbe dovuto accompagnare sua figlia verso l'altare il giorno del suo matrimonio, tenendola sotto braccio e piangendo di gioia per lei, e non trasportare il peso della sua cassa verso l'esterno fino ai piedi della fossa in cui sarebbe stata deposta per sempre. Neanche il più temibile degli uomini avrebbe dovuto provare un dolore del genere, il perdere una figlia per mano di qualcuno.

Harry chinò la testa, lasciando scivolare le lacrime giù dal suo volto, mentre si faceva forza con le braccia per aiutare a caricare la ragazza nella lunga macchina scura. Chiusero il portellone, il rumore del motore penetrò le sue orecchie e poi vide il veicolo allontanarsi da lui. Istintivamente strinse i pugni, notando la sua vista appannarsi e le sue spalle sopportare un enorme peso. Non poteva credere alla realtà, non poteva davvero pensare che quella fosse la realtà.

''Non conosciamo mai abbastanza le persone che pensiamo di amare. C'è sempre una sfumatura scura che non abbiamo ancora scoperto.'' la voce del ragazzo dai capelli corvini al suo fianco lo fece irrigidire.