The two faces of danger

Capitolo 38

You can't sleep at night
You can't dream your dream
Your fingerprints on file
Left clumsily at the scene
Your own worst enemy has come to town
Yesterday the people were at ease
Baby you slept in peace
You closed your eyes and saw her
You knew who you were
And your own worst enemy has come to town
Your own worst enemy has come
Your world keeps turning round and round
But everything is upside down
Your own worst enemy has come to town
There's a face you know
Staring back from the shop window
The condition you're in
Now you just can't get out of this skin
The times they got too clear
So you removed all the mirrors
Once the family felt secure
Now no one's very sure

La donna allungò una mano dietro di sé per chiudere la porta del bagno, facendo girare la chiave ben due volte nella serratura. Il suoi occhi erano fissi in quelli della ragazza, tanto che Heaven dovette chiuderli per un secondo per portare la donna a distogliere lo sguardo. Quando quest'ultima fece un passo avanti verso di lei, Heaven indietreggiò andando a colpire il davanzale della finestra proprio dietro la sua schiena. Anne le si avvicinò talmente tanto da poterle accarezzare i capelli castani con una mano, attorcigliandoli intorno alle sue dita mentre i suoi occhi percorrevano i lineamenti della ragazza.

La donna la guardò negli occhi un'ultima volta prima di allontanarsi da lei velocemente, comprendendo quanto quelle azioni potessero averla fatta agitare ''Non lo hai detto ad Harry, vero?''

Heaven si accigliò, stringendo le dita intorno al bordo del davanzale prima di inclinare il volto in avanti, troppo confusa da quella situazione ''Dirgli cosa?'' il suo tono interrogativo, non improvvisato, rischiarì il volto di Anne in un primo momento. Questo tornò ad oscurarsi dopo attimi di silenzio in cui la donna sembrò essersi immersa completamente nei suoi pensieri.

''Non posso star sbagliando. Riconosco il tuo sguardo.''

La donna sembrò rattristirsi di colpo, tanto che i suoi occhi divennero lucidi fino a che non scoppiò in lacrime. Heaven, dal canto suo, assistette alla scena senza dire una sola parola, fino a quando le lacrime non iniziarono a rigare il volto della donna ed il suo cuore si sbriciolò difronte a queste. La ragazza mosse un passo verso l'altra, allungando una mano per sfiorare il suo braccio, quando Anne si scansò di colpo da lei. La donna dai capelli corvini indietreggiò verso la porta, girando nuovamente la chiave e spalancando l'ostacolo che le divideva dal resto della casa.

''Ti voglio fuori da questa casa. Ora.''

''Anne.''

''Di che colore sono realmente i tuoi occhi?''

Heaven tirò indietro il viso, confusa come non mai, balbettando qualcosa prima di rispondere lei ''Cosa?''

''I tuoi occhi. Di che colore sono?''

''Non lo so di che colore sono i miei occhi.'' esclamò la ragazza, quasi ridendo ''Azzurri? Celesti?''

''Stavi usando delle lenti colorate per ingannarmi.''

''Per ingannarla?'' domandò la ragazza, portandosi una mano alla fronte ''Ero in incognito per una missione. Non ho bisogno di nascondere il colore dei miei occhi per ingannare lei.''

''La mia famiglia ha già sofferto troppo a causa tua.''

La mano della donna si spostò verso il cassetto di un comò lì vicino nel largo corridoio dove si trovavano in quel momento. Heaven la osservò estrarre da esso una Glock 17, la quale venne puntata verso di lei non appena fu impugnata da entrambe le mani della donna. Quest'ultima sorrise ad Heaven, le lacrime che scendevano lente giù dal suo volto ormai non più giovane come un tempo. I capelli neri della donna oscillavano contro il suo viso ad ogni suo movimento, andando a toccare le tante lacrime e ad incollarsi quindi alla pelle del volto di lei. Heaven guardò Anne, le sue mani lungo i fianchi mentre sentiva una strana sensazione salire nelle sue vene e scaldarle il viso.