Capitolo 45

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Some days I can't get out of my head
That's just the dark side of me
Some nights, it's hard for me to fall asleep
That's just the dark side of me
If you ever ever call my name, name
You will find out that we're both the same
When the lights go out, I need to know
Are you afraid of the dark?
I'm not afraid of the dark
I am not afraid, I am not afraid
Take in the oppression and all the hate
Money and the power, social rank
Lot of pride now, not enough loyalty
Had to change my life for the better things
Had to boss up and overcome adversity
I put my brother in position
I know some didn't see the vision
I'm just livin' by tradition
And I'd die for my respect
You might die for disrespect
And I'm not afraid
Last time I checked, I ain't ever been scared of nobody
I wanna know, when it get real
Who gon' be out on the front line in the field?
Who gon' be there for the good times and the bad?
I'm already knowin' ain't nobody got my back
I've got a human heart
Are you afraid of the dark?
The dark, the dark

Percepiva il metallo freddo sui suoi polsi doloranti, le mani di persone a lei sconosciute che la strattonavano lungo un corridoio infinito costeggiato da decine e decine di celle, da alcune delle quali la ragazza notò delle braccia penzolanti. Dei fischi di apprezzamento giunsero alle sue orecchie quando passò davanti ad una cella dalla quale sporgeva la testa di un uomo di circa trent'anni. Heaven non si voltò a guardarlo, proseguendo verso la sua strada scortata da tre uomini in divisa.
La fecero passare oltre due porte blindate, prima di condurla verso un'ala del carcere semivuota. Quando la fecero fermare davanti ad una cella vuota, la ragazza posò lo sguardo all'interno di essa notando quanto potesse essere scura e sudicia. Una branda era sospesa dalla parete e all'interno dell'abitacolo erano presenti un lavandino, un water ed una minuscola scrivania con una sedia di legno. La guardia aprì il cancelletto della cella, mentre le altre due spinsero con forza dentro la ragazza, la quale si ribellò alla loro presa scalciando. Il suo piede colpì il volto di una delle due guardie, mentre l'altra la afferrava per le spalle per tenerla ferma. Heaven si spinse all'indietro,  facendo barcollare l'uomo, per poi voltarsi di scatto prima di cadere a terra a causa del duro colpo che ricevette sulla nuca. Un uomo stringeva tra le sue dita un manganello nero, il quale puntò contro il viso della ragazza stesa a terra dolorante "Ne vuoi ancora, puttana?" Mormorò la guardia, sputando sul viso di lei per poi sorriderle divertito, deridendola.

Heaven lo guardò dal basso, mettendosi a sedere lentamente e fulminandolo con lo sguardo pieno di odio "Fottiti." Urlò verso di lui, prima di ricevere un calcio sulla gamba. La ragazza gridò dal dolore, serrando la mandibola per cercare di trattenersi quando notò l'espressione soddisfatta sul volto delle guardie di fronte a lei.

Gli uomini chiusero la cella, sventolandole davanti la chiave, andandosene senza averle neanche tolto le manette dai polsi. Quando un tonfo sordo risuonò all'interno del corridoio, Heaven capì che se ne erano andati. Una sensazione di rabbia salì nel suo corpo, facendole avvampare le guance ed esplodendole all'interno delle vene fino a quando tutto il suo odio non le fece inumidire gli occhi e scendere delle lacrime dagli occhi cristallini. Chinò il volto sulle sue gambe, sfogando tutta la sua rabbia sul suo labbro inferiore cercando di non lasciare che dei singhiozzi di dolore lasciassero la sua gola. Scosse la testa, strattonando i polsi alla disperata ricerca di libertà, la quale le era stata privata ingiustamente. Il volto di suo padre apparve nella sua mente, il suo sorriso beffardo si fece spazio tra i suoi pensieri prendendosi gioco di lei mentre un urlo di rabbia lasciava le sue labbra arrossate. Heaven maledì l'uomo più e più volte, alzandosi in piedi e dirigendosi verso le sbarre che la separavano dalla libertà e urlando tutto il suo odio, anche sapendo che sarebbe stata solo una perdita di forze. Aveva giurato a sé stessa di non provare alcuna pietà nei suoi confronti nel momento in cui avrebbe provato la sua innocenza e sarebbe uscita da quel posto. Non avrebbe provato alcuna pietà nel vedere il corpo di suo padre con un proiettile nella fronte e le sue labbra schiuse per sempre nel dire le sue ultime parole. Giurò a sé stessa ciò che aveva sempre cercato di evitate, ciò di cui si era sempre vergognata. Giurò a sé stessa di divenire ciò che tutti avevano sempre pensato di lei: di essere un'assassina. E lo sarebbe stata contro chiunque l'avesse ingannata e rinchiusa in quel luogo sudicio e buio. Si sarebbe vendicata di tutto quel teatrino che avevano messo in piedi e questo lo giurò su di Dio.

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora