Capitolo 26

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Everybody loves the things you do
From the way you talk to the way you move
Everybody here is watching you
'Cause you feel like home
You're like a dream come true

Varcai la porta di cristallo del grande palazzo di vetro silenziosamente, notando la grande quantità di persone intente a parlare e ad alzare i bicchieri pieni di vino bianco e champagne, facendo tintinnare il materiale trasparente al tocco gli uni con gli altri. Masse di persone che avevano mangiato e brindato alle ricchezze che le erano state offerte finché anche queste non erano state esaurite e a quel punto avevano preso in mano l'idea di ribellarsi a coloro che avevano offerto loro un tetto fin dalla giovane età. Uomini che erano cresciuti alle spalle degli Styles e dei Tomlinson fino a quando non avevano acquisito abbastanza potere da poter finalmente appropriarsi di zone prestigiose dell'Inghilterra, zone da proteggere e da avere sotto il proprio controllo. E pensare che se qualcuno avesse offerto loro tutte le ricchezze di questo mondo, avrebbero buttato all'aria tutto e lasciato morire migliaia, se non milioni, di persone indifese.

Il denaro prima della sicurezza altrui, sarebbe stato corretto dire, eppure tutti sembravano negarne l'evidenza fino a che avevano nei loro piatti cibo a volontà e un tetto sotto cui dormire. E che tetto oserei dire!

Avevo passato l'intera mattinata a dormire e l'intero pomeriggio a cercare di riuscire a fare un nodo decente alla cravatta nera che avevo deciso di indossare, senza ottenere alcun successo. Ero addirittura arrivato a bussare alla porta di Marie, la quale non lasciava trasparire nessun segno di vita dall'altra parte. Solo quando avevo rinunciato ad ottenere una sua risposta e mi ero avviato verso il mio appartamento, lasciato incustodito, lo scricchiolio di una porta era giunto alle mie orecchie e il mio nome era stato richiamato da una voce assonnata. Nella mia mente era ancora impresso il sorriso assonato della ragazza che abitava alla porta davanti alla mia e il suono della risata che si era lasciata scappare alla mia richiesta. L'imbarazzo era evidente sul mio volto mentre le sue dita paffute si muovevano esperte per riuscire a creare un nodo alquanto perfetto del quale la ringraziai più volte.

Mi muovevo tra i tanti volti sconosciuti alla ricerca di un viso familiare, scrutando e sorridendo di tanto in tanto a chi mi rivolgeva un caloroso saluto, ma nessuno sembrava essere di mia conoscenza e nessuno mi aveva ispirato fino ad allora così tanta simpatia da portarmi addirittura a scambiare due chiacchiere. Volti scavati, volti grassocci, volti coperti da una folta o lieve peluria, volti resi eleganti dal trucco o rovinati dal medesimo, volti segnati da cicatrici e da anni ed anni di esperienza, volti giovani e che già esprimevano un'immensa rabbia. Ogni persona all'interno di quell'edificio sembrava volermi esprimere un'emozione che teneva soppressa o una storia che aveva raccontato fin troppe volte a chiunque fosse stato di suo gradimento.

''Harry, Harry Styles!'' mi voltai incuriosito dal suono di una voce fin troppo giovane, notando un bambino farsi largo tra la folla di persone confuse dalla sua meta ''Signor Harry sono un suo grande fan, mi hanno raccontato tutto di lei ed io-''

''Hey, hey piano'' risi divertito da quella scena fin troppo surreale per essere vera ''Come ti chiami piccolo?''

''Alexander, signore, Alexander Hale, ma lei può chiamarmi Alex.'' rispose prontamente, mostrando in un sorriso i suoi denti bianchi ancora in parte da latte.

''Hale? Vorresti dire che tu sei il figlio di-''

''Harry Styles, che piacere rivederti figliolo!'' non appena i miei occhi incontrarono quelli chiari di John Hale, non potei fare a meno di stringerlo in un caloroso abbraccio, ricevendo un paio di forti pacche sulla schiena ''Da quanto tempo, sei diventato un uomo Harry! Ed io che ti ricordavo come quel ragazzo biondino che era solito importunare le agenti che si allenavano nelle nostre stesse ore. E dire che eri anche magro come uno stecco. Hai messo su della massa, guarda che fisico! Le ragazze ti cadranno ai piedi ora.'' risi divertito, stringendo il braccio del mio vecchio allenatore e maestro.

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora